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AMORE? FACCIAMOLA SOLO NEL WEEKEND

Un italiano su due si è ridotto a farlo soltanto nel fine settimana. L’amore virtuale, invece, esplode: siamo tra i maggiori visitatori di siti porno. Che cosa succede alla coppia?

Seconda Parte

Il prossimo 22 giugno sarà una data importante per molti uomini: il Viagra compie 15 anni e perde il suo brevetto. Da quel giorno sarà cioè disponibile in versione equivalente, a prezzi accessibili anche a chi non può permettersi il costo elevato del farmaco “di marca”: circa 54 euro per quattro compresse. In un decennio e mezzo la pillola blu ha rappresentato un grande aiuto per gli uomini affetti da disfunzione erettile (il termine “impotenza” non è più usato dai medici), ma anche una rivoluzione culturale. I dati lo dimostrano: due miliardi e mezzo di pillole consumate dal lancio a dicembre 2011 (in pratica sei ogni secondo), 41,4 milioni di pazienti che ne hanno fatto uso con un consumo che in Italia è al secondo posto in Europa dopo il Regno Unito. «Questo farmaco è uno strumento ef!cacissimo e le informazioni che sono circolate in questi anni sul Viagra, anche se non sempre corrette, hanno contribuito a far emergere il problema delle disfunzioni sessuali. Prima dell’arrivo della pillola blu, il 90 per cento degli uomini con problemi di erezione non ne parlava con il medico», spiega Bruno Giammusso, urologo presso il Policlinico Vittorio Emanuele di Catania. Non a caso nel periodo 2004-2007 in Italia la parola “Viagra” è stata la più ricercata su Google. Il Viagra e i farmaci analoghi, come il Cialis e il Levitra, hanno segnato un mutamento sociale: ecco perché la P!zer, l’azienda produttrice della pillola blu, ha collaborato alla realizzazione di uno studio coordinato dall’antropologa Cristina Cenci del laboratorio di ricerche EtnoLab proprio sulla percezione della sessualità tra gli utenti della rete. «In particolare nei forum dedicati abbiamo rilevato conversazioni molto intense che affrontano il sesso nei suoi minimi dettagli come mai si era fatto prima, nel mondo reale», precisa Cenci. Conversazioni che permettono a medici e sessuologi di conoscere problematiche che per timore i pazienti faticano a riferire in studio.

I pericoli per gli adolescenti

Naturalmente il sesso in rete ha anche un lato oscuro: «Ad esempio quando tra gli adolescenti i farmaci per migliorare le prestazioni sessuali vengono acquistati online senza prescrizione medica. Con rischi per la salute !sica e psicologica, perché al confronto di quella prodotta con i farmaci, la loro erezione naturale sembrerà inadeguata», aggiunge Roberta Rossi, vicepresidente della Federazione italiana di sessuologia scienti!ca. Una forma di dipendenza che non è molto diversa da quella generata dalla quantità crescente di materiale pornogra!co disponibile in rete: anche la sessualità spettacolarizzata dell’hard ci sta infatti trasformando: «Il confronto tra noi e quelle rappresentazioni può far scattare il confronto, inevitabilmente perdente», precisa Rossi. Purtroppo è nelle persone più fragili che la pornogra!a può essere pericolosa: «Dà loro l’illusione di colmare insicurezze, ma in realtà crea assuefazione».

Il primato di Milano e Roma

Negli Usa ci sono nove milioni di sesso-dipendenti, in Italia la Società di andrologia ha condotto uno studio su 28mila uomini che frequentano siti porno: in molti, spiegano i ricercatori, l’hard fa lo stesso effetto della droga e del gioco d’azzardo. «Col tempo, una sovrabbondanza di queste immagini può provocare la scomparsa della libido e addirittura disfunzione erettile», spiega lo psicoterapeuta Gabriele Traverso. A sorpresa, il fenomeno sembra molto italiano. Lo scorso gennaio YouPorn, uno dei portali a luci rosse più noti in rete, ha pubblicato per la prima volta i dati di accesso al proprio sterminato database di !lmati amatoriali e professionali. Le prime due città da cui è stato registrato il maggior numero di accessi al mondo sono Milano al primo posto, Roma al secondo. C’è da stupirsi? «Probabilmente no. Molti ragazzi si rivolgono al porno per soddisfare la loro curiosità: in Italia infatti si fa fatica a parlare di educazione alla sessualità nelle scuole, a differenza del resto d’Europa», dice Rossi. In Svizzera Markus Theunert, sociologo, psicologo e assessore del cantone di Zurigo, lo scorso luglio ha proposto l’uso di video porno durante le lezioni di educazione sessuale nelle scuole: «Prima o poi i giovani vi si confrontano. Perché docenti e genitori non possono accompagnarli nella scoperta?», ha commentato. Il punto non sembra essere infatti la pornogra!a in sé, ma l’uso che se ne fa: «Il disagio nasce quando i ragazzi si convincono che gli stereotipi di maschio e di femmina rappresentati corrispondono alla realtà», aggiunge Rossi.

La pornografia aiuta le coppie

Ma la disponibilità di materiale erotico online può essere vantaggiosa, per chi non ha problemi sessuali pregressi: «Tendiamo spesso a pensare che il sesso sia un istinto forte, da arginare. In realtà oggi nelle coppie assistiamo a un grande calo del desiderio. La pornogra!a può aiutarle a conoscere i propri desideri e a trasferirli nella vita reale», aggiunge Cenci. Del resto secondo una recente ricerca della sessuologa Chiara Simonelli della Sapienza di Roma il 90 per cento delle persone che fanno uso di pornogra!a è sessualmente sano. A patto, però che si tratti di una pornogra!a realistica e non spettacolarizzata.

Il boom dei video amatoriali

Forse anche per questo il porno di cui la rete si nutre oggi è quello prodotto dagli utenti: video amatoriali postati dagli stessi visitatori su portali che, sulla falsariga di YouTube, permettono la condivisione a costo quasi zero per i gestori. Un concetto di pornogra!a che è anche un’idea di business vincente, dietro alla quale si nascondono pochi imprenditori. In molti casi un solo uomo, il 34enne Fabian Thylmann, a capo di Manwin. Con settecento dipendenti, l’azienda è presente in tre continenti con un fatturato stimato di 150 milioni e oltre a YouPorn controlla, tra gli altri, anche i siti Pornhub, Tube8, XTube. Tutti portali che nascondono banner e frammenti di video professionali tramite i quali l’utente può acquistare !lm completi, a prezzi non certo economici, realizzati da case di produzione che pagano Thylmann per sfruttare l’esca dei video amatoriali. A trainare l’hard sembra essere, infatti, il gusto voyeuristico di spiare nelle camere da letto dei vicini di casa. La ragione? Forse lo stesso desiderio che spinge a parlare di sesso nei forum: la necessità di confrontarsi con gli altri in un mondo che ci vuole sempre più competitivi. Anche a letto.


IL PIÙ GRANDE DOSSIER SULLA SESSUALITÀ

Li chiamano “amanti del fine settimana”. Il 52 per cento dei nostri connazionali (generalmente con un partner fisso) fa sesso solo durante il fine settimana. Tra questi compaiono persone di età molto diverse: già a vent’anni c’è chi si dedica al sesso solo dopo la discoteca e, superati i cinquanta, passa all’amplesso del sabato sera, a casa. L’indagine è stata commissionata a livello europeo dal portale di incontri C-Date ed è stata condotta su 5.670 individui. Se metà degli italiani fa sesso così raramente, un buon 23 per cento confessa di farlo tutti i giorni mentre un altro 14 per cento lo fa una volta al mese mentre un 2 per cento ogni sei mesi. Il restante 9 per cento confessa di non farlo mai o quasi mai. Nelle tabelle qui sotto indichiamo la frequenza con cui facciamo sesso secondo l’indagine La sessualità degli italiani (Il Mulino).

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