
Best Zeppelin, e principali antologie. Un tempo indispensabili, oggi sorpassate
Best Zeppelin, e principali antologie. Un tempo indispensabili, oggi sorpassate
Parte XV
La pubblicazione dei cofanetti in edizione deluxe dell’intera discografia dei Led Zeppelin, curata da Jimmy Page, ha portato alla luce quanto più materiale possibile era rimasto negli archivi, sia in studio che “live”. La ricerca maniacale audio contenuta in ogni singolo box rappresenta una sorta di “work in progress” di versioni alternative e inediti, registrate durante le session di ogni album; e in virtù di tutto questo, le precedenti pubblicazioni a carattere celebrativo oggi si possono considerare obsolete.
Ripercorriamo comunque i passaggi più significativi delle produzioni antologiche realizzate sempre sotto la fervida regia di Jimmy Page.
Il 7 settembre del ’90, a dieci anni dalla scomparsa di John Bonham, viene pubblicato negli Stati Uniti un box contenente 6 album rimasterizzati da Jimmy Page e George Marino presso lo Sterling Sound di New York. La voluminosa confezione tende a soddisfare i cultori della qualità sonora e a rendere viva l’immagine e il nome della band. Il box (senza titolo) contiene un libretto biografico-illustrativo e consta di 54 brani; della track-list fanno parte gli inediti Travelling Riverside Blues, White Summer/ Black Mountain Side e una versione inedita di Moby Dick denominata Bonzo’s Montreux. Inoltre, per la prima volta, viene inserita Hey Hey What Can I Do, utilizzata in alcuni Paesi (Italia compresa) come b-side del 45 giri Immigrant Song.
Tutti i restanti brani ripercorrono parte della discografia dei Led Zeppelin, dall’album d’esordio fino all’ultimo CODA. In Europa, la confezione antologica viene distribuita a ottobre dello stesso anno e si riduce a un triplo ellepì.
Il titolo è REMASTERS e la particolare copertina (così lo è anche il box americano) è un’idea di Page, che non perde occasione per strizzare l’occhio alla magia: la ripresa aerea di un campo di grano inglese immortala i famosi “crop circle” (cerchi di grano) ancora oggi avvolti nel mistero, con l’ombra del dirigibile che aleggia nell’aria quasi a voler dire: “Siamo noi gli autori”.
Sono 24 i brani che compongono il triplo 33 giri, tratti dai primi sette album di studio (eccetto IN THROUGH THE OUT DOOR e CODA), sempre curati e rimasterizzati da Page e Marino. È disco di platino in numerosi Paesi europei, oltre che in Brasile, Australia, Argentina, Nuova Zelanda e Stati Uniti. Pur trattandosi di una compilation, dà la misura del persistente interesse creato dalla band.
Nel 1993, esce un box contenente tutti gli album rimasterizzati in digitale e messi in ordine cronologico, con l’eccezione di PRESENCE, che viene posto tra HOUSES OF THE HOLY e PHYSICAL GRAFFITI. Nella versione di CODA vengono aggiunte 4 bonus-tracks: Travelling Riverside Blues, White Summer/Black Mountain Side, Hey Hey What Can I Do e Baby Come On Home. Alcuni anni più tardi, è la volta di EARLY DAYS: THE BEST OF LED ZEPPELIN VOLUME ONE e LATTER DAYS: THE BEST OF LED ZEPPELIN VOLUME TWO, altre due raccolte in doppio formato. La prima viene pubblicata nel novembre del 1999 e raccoglie materiale estratto dai primi quattro ellepì, la seconda nel marzo del 2000, con una serie di pezzi estrapolati dai restanti album. In entrambe le raccolte sono inseriti due fogli illustrativi.
Decisamente migliore il box MOTHERSHIP, sia da un punto di vista celebrativo che grafico, grazie alla bellissima copertina realizzata da Shepard Fairey. Il box è prodotto da Jimmy Page e pubblicato dalla Atlantic nel 2007. All’edizione digitale con tanto di Dvd con immagini dal vivo, segue l’edizione vinilica: è un quadruplo che rappresenta il meglio della band. Prodotto su vinile pesante da 180 grammi, con selezione curata dagli stessi Zeppelin in rappresentanza degli otto ellepì da studio. Il box è arricchito da un bellissimo booklet biografico e fotografico, con le quattro inner sleeve che virano sul rosso, su ciascuna delle quali campeggia un bellissimo scatto dei singoli componenti della band.