
C’È ANCHE CHI NON DORME MAI!
Si chiama insonnia fatale familiare ed è una malattia ereditaria e mortale, per fortuna rarissima. Ma poi ci sono dei casi clinici paradossali: dormienti che fanno l’amore senza saperlo, che picchiano la moglie, che saltano sul letto. In generale, negli ultimi decenni i disturbi del sonno sono aumentati, proporzionalmente al crescere dell’ansia e della frenesia della società contemporanea
Sono oltre novanta i disturbi del sonno secondo la classificazione internazionale condotta dai ricercatori e periodicamente aggiornata, ma i più comuni sono l’insonnia (ne soffre circa il 10 per cento della popolazione) e i disturbi respiratori come le apnee notturne, cioè l’arresto del passaggio dell’aria nelle vie aeree superiori per almeno dieci secondi durante il sonno, spesso associate a ipertensione con aumento del rischio cardiovascolare. Abbastanza diffusi sono anche l’eccessiva sonnolenza diurna (ipersonnia), le aritmie cardiache, i disturbi motori come il sonnambulismo, la sindrome delle “gambe senza riposo” o il bruxismo (digrignamento dei denti). Ci sono poi i disturbi del ritmo circadiano, dovuti soprattutto alle alterazioni del ritmo sonno-veglia causate dall’eccessiva esposizione alla luce artificiale.
Società logoranti
«La qualità del nostro sonno è peggiorata da qualche decennio, a prescindere dalla pandemia che ci sta tenendo in ostaggio da oltre un anno», commenta Giuseppe Plazzi, neurologo, presidente dell’Associazione italiana di medicina del sonno. «La difficoltà che incontriamo nel dormire è figlia del nostro tempo, preso d’assalto dalla frenesia del lavoro, dalla dipendenza dai social, dalla necessità di essere rapidi e multitasking in qualsiasi attività ci sia richiesta di compiere».
I casi paradossali
Fin qui i disturbi più comuni. Ma quando si valica il confine tra la veglia e il sonno ci attende un mondo in parte ancora sconosciuto che da decenni affascina i neuroscienziati. «Neanche navigando nella più nera e cangiante delle tempeste, esplorando l’intero universo, saltando da un pianeta all’altro, da una galassia alla successiva, entrando e uscendo da un buco nero o cavalcando una meteora radiosa riusciremmo a vedere tante cose quante il nostro cervello è in grado di mettere in scena in una notte». Lo scrive Giuseppe Plazzi nell’introduzione del suo ultimo libro I tre fratelli che non dormivano mai e altre storie di disturbi del sonno (Il Saggiatore), in cui descrive casi clinici reali da lui osservati e studiati di pazienti affetti da incredibili disturbi del sonno. Eccone alcuni:
I TRE FRATELLI CHE NON DORMIVANO MAI
S. era un uomo di 53 anni che da alcune settimane dormiva sempre meno. Pochi anni prima, le sue due sorelle erano morte di una malattia sconosciuta e progressiva, un’apparente forma di demenza. I sintomi iniziali erano stati un disturbo della marcia e della coordinazione (che anche S. aveva) e un’improvvisa impossibilità a dormire. Gli esami nel laboratorio del sonno dimostrarono che in 24 ore S. dormiva solo un’ora, frammentata in pisolini di pochi minuti, senza sonno profondo. L’uomo morì 9 mesi dopo l’inizio della malattia e il suo cervello fu studiato: nella regione del talamo cerebrale si evidenziarono lesioni responsabili dell’assenza di sonno; indagini successive rivelarono che la causa era un’encefalopatia da prioni, simile alla malattia di Creutzfeldt-Jakob (variante umana del morbo della “mucca pazza”), ma dovuta a una mutazione genetica. I tre fratelli e altri membri di quella famiglia erano stati colpiti da “insonnia fatale familiare”, una malattia incurabile identificata per ora in trenta famiglie nel mondo.
UN UOMO FACEVA L’AMORE NEL SONNO SENZA SAPERLO
Che cosa fareste se una notte il vostro partner, immerso nel sonno, iniziasse a farvi delle avances, fino ad avere con voi un rapporto completo continuando a dormire? È successo diverse volte a una giovane donna catalana, Maria, con il marito Antonio. Maria non aveva mai fermato il marito in quelle circostanze, c’erano stati rapporti intensi (la coppia era molto affiatata), ma poi, una volta sveglio, Antonio non ricordava nulla: nel frattempo dormiva, aveva quasi sempre gli occhi chiusi, a volte russava. Il suo corpo però era bello svegliofi Il disturbo si chiama sexsomnia: è un tipo di parasonnia, cioè un disturbo del sonno caratterizzato da un comportamento anomalo, come per esempio il sonnambulismo, ma di tipo sessuale. Sono più noti casi maschili, ma può riguardare anche le donne. Si manifesta con l’emissione di sospiri, lamenti, con la masturbazione e con atti sessuali completi. Antonio e Maria impararono a conviverci e a trarne persino qualche “vantaggio”, perché quel lato animalesco dell’uomo li disinibiva, spingendoli a libertà a cui normalmente non sarebbero arrivati.
CENTINAIA DI SALTI SUL LETTO PER NOTTE
A quasi tutti sarà capitato qualche volta di avvertire un sussulto violento al momento di addormentarsi: dà l’impressione di cadere nel vuoto o da uno scalino. Si chiama “sussulto ipnico dell’addormentamento” ed è un fenomeno benigno, ma ad A., un uomo di 72 anni, impediva di prendere sonno, ritardando di ore l’addormentamento. Sobbalzava fino a oltre 30 centimetri dal piano del letto, anche più di 100 volte in una notte, soffrendo molto. Lo studio del caso fece capire che si trattava di contratture che partivano dal torace. Confrontandolo con casi analoghi, si capì che i sussulti dipendevano dalla psiche. A. era infatti guarito qualche tempo prima da un tumore, che psicologicamente lo aveva segnato. La terapia psicologica lo aiutò molto.
C’È ANCHE CHI TIRA CALCI E PUGNI
Mentre sta dormendo, la signora R. sente qualcuno aggredirla nel buio: un uomo, sopra di lei, la colpisce con pugni in faccia e la insulta. La donna, appena riesce a sottrarsi ai colpi, accende la luce e lo vede: è T., suo marito. Costernato e sbigottito, in piedi di fianco al letto, si sveglia e le chiede scusa. Siamo di fronte a un tipico caso di disturbo comportamentale del sonno REM (RBD, dall’inglese REM sleep behavior disorder). Colpisce di solito persone sopra i 50 anni e si manifesta nella seconda parte della notte, durante il sonno REM (la fase dei sogni). La persona mentre dorme può anche alzarsi dal letto, scalciare, urlare, tirare pugni. Quando si sveglia ricorda di essere stata in preda a un sogno. Al di là delle conseguenze che possono rendere difficile una convivenza, la RBD è nell’80 per cento dei casi un segno premonitore di una malattia neurodegenerativa, come il Parkinson o un’altra demenza, causata dall’accumulo nel cervello di una proteina anomala, chiamata alfa-sinucleina fosforilata. Sono in corso oltre 500 ricerche su questa malattia nella speranza di mettere a punto una terapia farmacologica preventiva.