
C’È UN DINOSAURO TRA NOI: LA GALLINA
Le ultime scoperte paleontologiche confermano che i discendenti diretti dei dinosauri sono gli attuali uccelli. Dalle zampe al piumaggio, ecco da che cosa si riconosce il loro stretto legame di parentela
Abbiamo sempre pensato che fu l’impatto di un asteroide, che colpì la Terra 66 milioni di anni fa, a causare la scomparsa dei dinosauri. È davvero così? La risposta è no, perché ancora oggi alcuni di essi sono tra noi, e molto più vicini di quello che si potrebbe immaginare. I dinosauri, o almeno i loro diretti discendenti, non se ne sono mai andati del tutto: volano ogni giorno sopra le nostre teste, ed è difficile immaginare un mondo che ne sia privo. Gli uccelli, non sono altro che la versione attuale dei loro antenati mesozoici.
Quante somiglianze
Un pollo e un piccolo dinosauro carnivoro non sono infatti così diversi. Sono soprattutto le zampe a tradire il loro stretto legame di parentela: gli arti posteriori di dinosauri e uccelli sono molto simili, ed entrambi hanno tre dita rivolte in avanti e un dito più corto all’indietro. Se poi si guardano con attenzione le zampe del pollo, si vede che sono coperte da squame come quelle che rivestono i rettili. Ma se gli uccelli hanno ereditato le squame delle zampe dai dinosauri, i dinosauri, o almeno alcuni di loro, erano già ricoperti da una forma di piumaggio. È proprio il piumaggio una delle prove più convincenti della diretta discendenza tra dinosauri e uccelli. Le prime forme di piumaggio evolute dai dinosauri erano primitive, e apparivano come protopiume filamentose, simili a quelle ancora oggi sfoggiate dai kiwi, bizzarri uccelli non volatori che vivono in Nuova Zelanda. In seguito, in alcuni gruppi di dinosauri sono però comparse piume e penne vere e proprie. È da questi dinosauri che derivano gli uccelli che conosciamo.
Un piumaggio multifunzione
Penne e piume sono però parti molli, come la pelle e gli organi interni: di norma non fossilizzano come ossa e denti, e solitamente non si trovano nella documentazione paleontologica. È per questo che in passato si ignorava l’esistenza di dinosauri piumati e questi animali erano ritratti come grossi lucertoloni ricoperti di squame. Negli ultimi anni sono però venuti alla luce centinaia di scheletri di dinosauri che recano la presenza di tracce ben visibili di un piumaggio, per merito delle eccezionali condizioni in cui si sono fossilizzati. Si tratta soprattutto dei siti della regione del Liaoning, nella Cina sudorientale, ma di recente sono stati rinvenuti i primi dinosauri piumati anche nel continente americano. Oggi si pensa che il piumaggio non si fosse evoluto per il volo. I dinosauri erano creature terrestri e i dominatori dei cieli a quel tempo erano gli pterosauri, un gruppo di rettili volanti imparentato alla lontana con i dinosauri stessi. Gli pterosauri non avevano ali piumate, ma formate da una membrana di pelle, come quelle dei pipistrelli. Le protopiume dovevano avere una funzione isolante, in grado di mantenere costante la temperatura corporea. Si pensa che i dinosauri, quantomeno quelli piumati, fossero a sangue caldo, come gli uccelli, e non freddo come la maggior parte dei rettili. In seguito il piumaggio ebbe un ruolo anche nel comportamento riproduttivo: penne appariscenti e dai colori sgargianti potevano costituire un irresistibile richiamo sessuale. Ma se le penne inizialmente non servivano per volare, a quando risale l’origine del volo?
Prove di volo
Le penne, sono state riadattate al volo molto dopo. I primi uccelli apparvero alla fine del Giurassico, circa 160 milioni di anni fa, evolvendosi dai cosiddetti dinosauri aviani. Il gruppo comprendeva agili carnivori come i noti velociraptor, anche loro ricoperti da penne e piume e con un paio di piccole ali non adatte al volo, ma che miglioravano la stabilità e l’aerodinamicità durante la corsa. Gli antichi cugini dei velociraptor, avevano sviluppato ali più lunghe e probabilmente potevano svolazzare per brevi tratti o planare tra gli alberi. Oggi sappiamo che gli uccelli derivarono da questi piccoli dinosauri carnivori, ma siamo ancora lontani dalla precisa ricostruzione della storia del volo, una delle conquiste più importanti dell’evoluzione. Quel che è certo è che alla fine del Cretaceo, 66 milioni di anni fa, i dinosauri non aviani si estinsero, mentre gli uccelli, dinosauri attrezzati per la conquista dei cieli, sopravvissero, e continuarono a evolversi fino a raggiungere quell’esplosione di forme e colori che ammiriamo ancora oggi.
I primi uccelli avevano quattro ali
Le scoperte sembrano di suggerire che i primi uccelli avessero quattro ali e non due come quelli attuali. Undici scheletri appartenuti ad antichi uccelli provenienti dalla Cina, risalenti all’inizio del Cretaceo (66 milioni di anni fa), mostrano evidenti tracce di un piumaggio ben sviluppato sugli arti inferiori. Secondo gli scopritori, guidati da Xing Xu dell’Institute of Geology and Palentology di Shandong, il volo negli uccelli, e forse già nei loro antenati dinosauri (come dimostrerebbero i fossili di microraptor, piccolo dinosauri con quattro ali piumate), passò inizialmente attraverso una fase a quattro ali, e solo in un secondo momento si assestò nella configurazione attuale, a due ali. Per ora si tratta comunque di ipotesi premature e non tutti sono convinti da questo scenario. C’è chi dubita che le penne delle zampe posteriori fossero autentiche ali, come Kevin Padian, paleontologo dell’Università della California. Che ha dichiarato: «Nessuno ha effettuato alcun tipo di test funzionale o aerodinamico».