
ECCO LE NUOVE TECNOMALATTIE
La tecnologia ci fa muovere di meno. Il risultato? Ci ammaliamo di più. Ecco perché il “gomito del tennista” non colpisce più solo l’atleta, ma anche chi sta tante ore al computer
C’è chi soffre del ginocchio della suora e chi è incappato nella paralisi del lenzuolo. Non è uno scherzo: dietro a queste definizioni buffe, si nascondono patologie serie che, spesso, causiamo noi, con uno stile di vita scorretto. Spiega Rossano Milani, specialista in Ortopedia e chirurgia e dirigente medico del Galeazzi di Milano: «Oggi tutti sanno che per star bene bisogna fare movimento. Ma quando decidiamo di muoverci, spesso, lo facciamo in modo errato: l’attività fisica fa sì bene alla salute, ma solo se viene svolta nel modo corretto. Per esempio, una persona in sovrappeso che inizia a correre deve fare attenzione, perché rischia di sovraccaricare le ginocchia. E le palestre a basso prezzo, in voga negli ultimi tempi, offrono ai clienti strumenti sofisticati, ma che diventano pericolosi se utilizzati senza le competenze adatte». Ecco qui le patologie dal “soprannome” più curioso: di solito per curarle sono sufficienti antidolorifici o infiltrazioni (su consiglio dello specialista) ma, a volte, è necessario intervenire chirurgicamente.
Gomito del tennista
Tutti lo conoscono così perché è un disturbo tipico degli appassionati di questo sport che, stringendo forte la racchetta, sovraccaricano il gomito. Chissà se in futuro inizieremo a chiamarlo “gomito dell’impiegato”, considerato che, ormai, a esserne colpiti non sono più soprattutto gli atleti. Come conferma Milani, «l’epicondilite – cioè l’infiammazione dei tendini collegati all’epicondilo, una parte ossea dell’omero – grava sul gomito e, oggi, colpisce soprattutto chi lavora con il mouse: è lo sfregamento, infatti, a causare l’infiammazione, che provoca dolore e debolezza agli arti».
Ginocchio da scrivania
In Inghilterra ne soffre un lavoratore su quattro e da noi la situazione non è molto diversa. Gli esperti l’hanno definita “sindrome del ginocchio da scrivania” ed è facile capire perché: questa patologia riguarda in particolare chi trascorre buona parte della giornata davanti a un computer. I sintomi? Dolore al ginocchio e difficoltà a muoverlo e piegarlo: le articolazioni appaiono arrugginite. Perché? Secondo molti, la principale responsabile di questa patologia sarebbe la nostra inattività, collegata alla tecnologia. Internet ci rende sì la vita più comoda, ma ci “inchioda” sulla sedia: per comunicare negli uffici basta una e-mail e per sbrigare le faccende pratiche, dalla spesa alle bollette, un click con il mouse. Ma le nostre articolazioni sono fatte per restare in movimento: ecco perché, utilizzandole poco, si deteriorano. «Trascorrere molto tempo nella stessa posizione provoca una riduzione del liquido sinoviale che, oltre a lubrificare tendini e legamenti del ginocchio, nutre la cartilagine, il tessuto elastico che consente il movimento delle ossa: questa, di conseguenza, soffre e inizia a “scricchiolare”. Ecco perché è consigliato, ogni tanto, alzarsi e camminare, facendo “essioni sulle gambe e muovendo il ginocchio», spiega Milani.
Lombalgia del camionista
È un’artrosi che coinvolge la parte bassa della schiena: «Il continuo moto sussultore del camion sulla strada comporta la degenerazione della cartilagine e, quindi, un’infiammazione dei lombi, cioè dei muscoli della regione lombare del nostro corpo. Anche piloti degli aerei, hostess e steward, a causa dei contraccolpi dell’atterraggio, sono spesso colpiti da questo disturbo», dice Milani.
Spalla del nuotatore
Ma anche quando la tecnologia non c’entra c’è sempre qualche strana malattia che incombe sulla nostra testa. Se l’ortopedico ti dice che hai la “spalla del nuotatore” non t’illudere, non si riferisce al tuo fisico definito: hai la spalla infiammata, anche se in piscina non entri dal 1980: «La spalla del nuotatore è un disturbo sì tipico degli sportivi che praticano attività nelle quali muovono spesso la spalla, come il nuoto, il lancio del giavellotto o il baseball, ma anche chi lavora con gli arti sollevati: i magazzinieri o gli imbianchini», dice Milani. «Si tratta di una tendinite della cuffia dei rotatori, cioè l’insieme dei muscoli e dei tendini della spalla che, con il tempo, può degenerarsi e sfaldarsi».
Paralisi del lenzuolo
Le casalinghe sono le candidate alla “paralisi del lenzuolo”. La prima persona a esserne colpita è stata una donna americana che tutti i giorni, mentre rifaceva il letto, perdeva sensibilità alle dita. «Questa patologia, analoga al tunnel carpale, colpisce chi effettua spesso lo stesso movimento con le mani: flettere continuamente il polso può provocare danni al nervo mediano del braccio che consente la sensibilità al tatto di alcune delle dita delle mani. Chi ne soffre avverte un formicolio, in particolare a pollice, indice e medio: per esempio, mentre si tiene in mano un bicchiere si percepisce una scossa elettrica che ci fa mollare la presa», conferma Rossano Milani.