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GUSTAVE FLAUBERT, RISCHIÒ LA PRIGIONE PER DIFENDERE UN’ADULTERA

Si tratta di Madame Bovary, protagonista del suo romanzo più famoso, che sfugge a una scialba vita coniugale innamorandosi di altri uomini. Ma finisce sola e si suicida. Per lei Flaubert finì in tribunale, uscendone, per fortuna, assolto. La vicenda fece grande scalpore e gli diede molta visibilità. Da allora in poi non venne più rimproverato di non avere fatto il medico come suo padre e suo nonno

Gustave Flaubert nacque il 12 dicembre 1821 a Rouen, in Normandia, in una famiglia borghese. Era figlio del dottor Achille Flaubert, stimato medico e chirurgo, e di sua moglie Anne-Caroline. Achille lavorava in un ospedale parigino ed era a sua volta figlio di un medico, come del resto era medico anche suo nonno materno. La tradizione dunque si tramandava di padre in figlio da generazioni e solo Gustave la interruppe per dedicarsi alla letteratura. Ma dovette farci i conti: al futuro scrittore toccò infatti misurarsi con la sofferenza e la malattia, a cui restò particolarmente esposto durante l’infanzia quando abitò con i genitori in un austero appartamento situato in un’ala dell’ospedale dove lavorava il padre. Attualmente questa casa è anche sede di un museo della medicina. Vi si trovano sia i ricordi di infanzia dello scrittore sia reperti medici appartenuti a suo padre: ceramiche farmaceutiche, sorprendenti collezioni di strumenti, addirittura ricostruzioni di organi, statue di santi guaritori. Non sorprende che tutto ciò abbia profondamente in”uito sulla delicata sensibilità di Gustave e abbia contribuito a radicare in lui la mania dei dettagli, un estremo perfezionismo e anche un pesante pessimismo, assai evidente nelle sue opere.

Studente dotato

Segnato sin da piccolo dall’epilessia, che lo accompagnò per tutta la vita, Gustave fu uno studente dotato ma indisciplinato, che divorava libri appartenenti alla corrente romantica. Si manifestò sin da ragazzino la sua inclinazione per la scrittura. Iniziò infatti a scrivere a 15 anni, accumulando produzioni giovanili che sarebbero rimaste chiuse nei cassetti. Studiò legge a Parigi Per indurlo ad abbandonare la letteratura il padre gli impose di studiare legge a Parigi, dove Gustave approdò nel novembre 1841 e si iscrisse alla facoltà di diritto. Non era però nelle sue corde. Infatti, qualche mese più tardi, scrisse a un amico: «La giustizia umana è per me quello che c’è di più buffonesco al mondo, un uomo che ne giudica un altro è uno spettacolo che mi farebbe crepare dal ridere, se non mi facesse pietà». D’altra parte, Gustave Flaubert fondò tutta la sua filosofia esistenziale sul concetto che il mondo è un’immensa idiozia e lo derise sempre. Proseguendo gli studi universitari nella capitale francese, andava spesso a ritirarsi nel suo luogo del cuore, un castello settecentesco a Croisset, alle porte della città natia, Rouen: qui amava scrivere nel giardino sulla riva della Senna.

Incontri mondani

Nel gennaio 1842, a Parigi, Flaubert conobbe Maxime Du Camp, un mondano letterato che lo introdusse nei circoli letterari parigini, diventando uno dei suoi migliori amici. A Gustave riconosceva un grande fascino e raccontava che aveva “una pelle bianca leggermente rosa e gli occhi di un color verde mare”. Fu proprio in questo periodo che Gustave conobbe le tentazioni della vita sociale parigina, ma ciò non lo distolse dalla scrittura, che, assieme allo studio della letteratura, rimase la sua passione. Scriveva incessantemente e spesso dolorosamente, osservando e analizzando la realtà e cercando di mantenere un estremo distacco da persone e situazioni: un aspetto che ricorrerà in tutta la sua vita e trasparirà nella produzione letteraria. Il solo momento in cui non gli riuscì di mantenere questa linea fu quando incontrò Élisa Schlésinger, una donna sposata con un editore, di cui si innamorò, non corrisposto. Questa passione infelice gli fu d’ispirazione nel romanzo L’Éducation sentimentale, scritto nel 1843 con protagonista Marie Arnoux, sul tema della disillusione amorosa. Lo terminò nel 1845, ma vent’anni dopo ne fece una seconda versione (1864) che completò nel 1869.

Una storia d’amore

Flaubert mantenne molte corrispondenze con gli artisti suoi contemporanei, tra i quali c’era anche la poetessa Louise Colet, pseudonimo di Louise Révoil (1810-1876). I due – lui aveva 25 anni e lei 37 – ebbero una lunga storia d’amore durata nove anni. Tra gli interlocutori di Flaubert figuravano anche il poeta Louis Bouilhet e lo scrittore Guy de Maupassant, di cui Flaubert incoraggiò il debutto letterario. Accolse tra i suoi amici anche un altro scrittore emergente e straordinariamente talentuoso: Émile Zola (1840-1902).

Si ritirò in Normandia

Proprio durante uno dei suoi viaggi da Parigi a Crosset, Gustave ebbe una violenta crisi epilettica, che lo costrinse a prendere la decisione di lasciare definitivamente la capitale francese e a ritirarsi in Normandia, dove si dedicò esclusivamente alla scrittura. Qui la sua produzione letteraria fece un salto di qualità. Gustave concedeva più tempo alle fasi precedenti la scrittura: in particolare si documentava rigorosamente, facendo indagini storiche molto approfondite prima di scrivere. Tra il 1849 e il 1855, si concesse una pausa di sei anni per un lungo viaggio in Oriente, seguito da un altro in Nord Africa. Ne troviamo evidenti tracce nelle ambientazioni dei suoi successivi romanzi: soprattutto in Salammbô (1862) dove trascrisse le sue memorie di viaggio sotto forma di romanzo storico ambientato prevalentemente a Cartagine.

Madame Bovary

L’opera più famosa di Flaubert è però un’altra: Madame Bovary, la cui stesura cominciò nel 1851 e terminò con la consegna del manoscritto nel 1856. La protagonista è Emma Rouault, unica figlia di un agiato proprietario terriero, che sposa Charles Bovary, un mediocre medico di campagna alle sue seconde nozze. Lei è una sognatrice romantica, mentre il marito è totalmente privo di passione e fantasia. Ciò mina il matrimonio e causa una depressione a Emma, che viene portata per “cambiare aria” in un’altra città, a Yonville. Qui conosce il giovane Leon, sostituto notaio, di cui si innamora. Lui resiste alle sue avances e riparte per Parigi, mentre lei, nonostante la nascita di una figlia, cerca consolazione seducendo un altro uomo, Rodolphe Boulanger, modesto provinciale che finisce per abbandonarla. Emma ritrova allora Leon a Rouen e vive con lui un amore passionale. Il finale è tragico perché, indebitata fino al collo, Madame Bovary viene tristemente abbandonata da tutti e si uccide. Quando questo romanzo fu pubblicato, Flaubert ebbe dei problemi legali. Fu infatti accusato di difendere l’adulterio e venne processato. Fu assolto e grazie allo scandalo che il caso suscitò in società ebbe grande visibilità, il che contribuì al successo del libro. Madame Bovary ha infatti riscosso un successo planetario e prolungato nel tempo. Ne sono stati fatti tanti adattamenti cinematogra fici e riscritture, compreso addirittura dei sequel: tra i più famosi vanno segnalati Unholy love di Albert Ray del 1932, Madame Bovary di Jean Renoir del 1933 e infine Madame Bovary di Claude Chabrol del 1991.

Destino tragico

La malattia di Flaubert andò progressivamente peggiorando e a questo si aggiunsero seri problemi economici che lo tormentarono e accentuarono il pessimismo delle sue ultime opere: La tentazione di sant’Antonio del 1874, Trois contes nel 1877, Bouvard e Pécuchet, uscito postumo nel 1881, un atto d’accusa incompiuto contro la pretenziosa borghesia del suo tempo. L’8 maggio 1880 Flaubert si spense colpito da una grave emorragia cerebrale. Accompagnato da pochi amici, fu sepolto a Rouen.


Le più celebri amanti della letteratura

Madame Bovary non è stata l’unica celebre amante della letteratura. Molti altri amori adulteri, tutti segnati da un tragico destino, sono stati protagonisti di romanzi e rimasti nella memoria collettiva.

GINEVRA
Tra i più conosciuti amori letterari figura quello tra il cavaliere Lancillotto e la regina Ginevra, moglie di Re Artù, protagonisti del romanzo Lancillotto di Chrétien de Troyes (1180). Un amore destinato a una fine infelice: re Artù, tradito da Ginevra e segnato dal dolore per il comportamento fedifrago, muore ucciso dal figliastro Mordred. Lancillotto impazzisce e diventa un eremita, mentre Ginevra decide di votarsi alla vita monastica.

LARA
Un’altra relazione adultera tra i best seller della letteratura è quella narrata nel romanzo di Boris Pasternak, Il dottor Zivago (1957). Protagonisti, il medico e poeta, Jurij Andreevicˇ Živago, sposato con la cugina Tonia, e la crocerossina Lara Antipov (anche lei coniugata), sullo sfondo della Rivoluzione russa. Tra tormenti e passioni, il tragico finale è inevitabile. Valse a Pasternak il premio Nobel per la letteratura nel 1958.

HESTER PRYNNE
È la protagonista de La lettera scarlatta (1850), il capolavoro che lo scrittore statunitense Nathaniel Hawthorne dedicò al suo amore adultero (dal quale ebbe una figlia), oggetto di un celebre film (in basso) con Demi Moore nel 1995. Hester Prynne, costretta al pubblico dileggio, come avveniva per tutte le adultere della Boston puritana del XVII secolo, viene marchiata con la lettera A (cioè “adultera”), mentre l’uomo coinvolto nell’adulterio non viene mai menzionato grazie a lei che mantiene il riserbo, facendogli scudo con tutte le sue forze. Si tratta di un giovane reverendo che gode del rispetto di tutti. Sarà il marito della donna, riapparso dopo anni, a scoprirne l’identità.

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