
I CAVALIERI TEMPLARI: RITORNO A OAK ISLAND
In Nuova Scozia, una piccola isola custodisce da secoli il segreto di un pozzo, in cui si celerebbe un tesoro. Si tratterebbe delle ricchezze di un pirata o, come l’autore sostiene, del tesoro perduto dei Cavalieri Templari? La ricerca per svelarne il segreto, iniziata nel ‘700, è oggi ricominciata. Siamo davvero vicini alla conclusione di un enigma secolare?
di Steven Sora
Parte VIII
La strada si staglia tra una piccola città e un’altra, lungo la costa meridionale della Nuova Scozia. Alla fine un segnale indica Oak Island, una piccola isola di circa 40 ettari, collocata in una baia che comprende 300 isole. La svolta dalla Route 3 conduce al di là di poche case e finalmente a una sopraelevata, dove si trova un segnale di “Proprietà Privata”. Poche cose fanno capire che questo luogo remoto, spesso avvolto dalla nebbia, è la sede di una delle cacce al tesoro più importanti e durature del mondo. Essa comincia nel 1795 e, proprio quest’anno, altri nuovi cacciatori di tesori sono pronti a ricominciare l’impresa.
Il Pozzo del Denaro
Duecentoquattro anni fa tre giovani uomini remarono fuori dalle acque della piccola Oak Island. Si conoscono pirati che, in queste zone, hanno predato navi da commercio e si crede che vi abbiano seppellito il loro tesoro. Il preferito tra tutti fu il Capitano Kidd, che seppellì una parte del tesoro, prima di essere arrestato. Quando i ragazzi videro un paranco che pendeva dal ramo di un albero, su una leggera depressione nel terreno, pensarono subito al tesoro del pirata e cominciarono a scavare. A mezzo metro scoprirono delle pietre per lastricato non originarie dell’isola. Essi le rimossero e scavarono di più. A una profondità di 3 m, una piattaforma in legno di quercia bloccò il loro lavoro. La rimossero solo per trovarne un’altra a 6 m e una terza al livello di 9 m. Sicuramente qualcuno era giunto a quella profondità per nascondere qualcosa. Quando si convinsero di trovarsi nel luogo di un tesoro non riuscirono più a proseguire. La vita nella provincia marittima non era facile e per lo più gli uomini lavoravano come contadini e pescatori, pochi avevano tempo per dedicarsi alla ricerca di un tesoro. Uno dei tre era John Smith che nove anni dopo, oramai sposato, viveva ancora sull’isola. Il medico di famiglia gli fece visita e fu talmente affascinato dalla storia, da organizzare una compagnia, chiamata Onslow Syndicate, per continuare gli scavi. Questi a 12 m trovarono un’ennesima piattaforma di quercia e scavando ancora un’altra, e così di seguito, a intervalli di 3 m, fino alla profondità di 27 m. A quella profondità una pietra con inciso un codice sembrava descrivere un tesoro nascosto 12 m più in basso, ma subito oltre i 27 m, la buca venne inondata dall’acqua. Questo fatto avrebbe fermato l’avanzamento degli scavi per anni. Il buco nel terreno sarebbe presto stato battezzato “Money Pit” (il pozzo del denaro) e avrebbe sfidato ogni tentativo di scoprire il suo segreto, costando molto in termini di dollari e vite umane.
Quando si attraversa la strada rialzata, che non esisteva fino al 1967, la prima cosa che si può notare è un monumento dedicato a sei uomini che persero la propria vita a causa della ricerca del tesoro. Il primo evento tragico avvenne nel 1861. All’epoca i cacciatori sapevano che il pozzo era stato sommerso in seguito a una sorta di trappola. Essi versarono tintura rossa nella buca e fecero esplodere della dinamite. Quando la tintura rossa fuoriuscì prima da un lato, poi dall’altro dell’isola, essi compresero la portata della questione. L’allagamento era causato dal complesso sotterraneo, che era fatto di tunnel d’acqua comunicanti, in entrambi i lati dell’isola. Essi tentarono di fermare l’allagamento costruendo dapprima un argine. Nello Smith’s Cove raccolsero pietre sufficienti per edificare un muro e drenare l’acqua. Fu uno sforzo gigantesco in quanto ostacolato dalle condizioni atmosferiche nei giorni di lavoro: una forte tempesta, infatti, demolì l’argine e l’allagamento cominciò di nuovo. Essi cercarono di provvedere scavando altre buche e usando pompe per frenare l’acqua del mare che contrastava i loro sforzi. A questo punto esplose una caldaia che causò la prima vittima. Finché lavorarono al progetto, si fermarono per poi ricominciare numerose volte. La lista degli investitori sarebbe cresciuta, includendo l’ex presidente USA Franklin D. Roosevelt, Errol Flynn, John Wayne e l’Ammiraglio Bird. Quando il lavoro finì, l’attenzione tornò a restringere la lista dei sospetti: evidentemente qualcuno con un grande tesoro e una buona dose di esperienza dovette incorrere in serie traversie, per creare un simile complesso come il Money Pit.
Chi ha nascosto il tesoro?
Voci sul fatto che popoli come Micmac, Huguenots, Accadiani e Vichinghi possano aver nascosto qualche tesoro sotto terra, sono state rapidamente fatte tacere, in quanto essi molto probabilmente non avevano tale priorità. I pirati erano dei candidati migliori, noti per aver sepolto tesori in volte sotterranee, e proprio una simile costruzione venne scoperta nell’isola di St. Mary in Madagascar. La marina britannica e quella francese avrebbero potuto possedere un tesoro grande abbastanza e anche l’abilità per realizzare il pozzo, ma molto più probabilmente avrebbero usato fortini costruiti sull’isola.
David Tobias lavorava per la RAF durante la Seconda Guerra Mondiale. Si trovava in Nuova Scozia e, avendo saputo dello scavo, vi fece ritorno per rilevare la maggior parte dell’isola. Tobias si è occupato dello scavo fino a un paio di anni fa, arrivando a credere che solo Sir Francis Drake, il bucaniere che circumnavigò il mondo e predò le imbarcazioni spagnole, avrebbe potuto possedere un tesoro grande a sufficienza per giustificare un lavoro che avrebbe richiesto più di un anno. Il problema di questa teoria era che Drake era il favorito della Regina Elizabetta, che visse indirettamente il suo lato avventuroso proprio attraverso le sue imprese. La sovrana godette anche della fortuna che egli riportò in Inghilterra. Gli incassi dei suoi viaggi diedero vita alla potenza navale inglese, fornirono fondi alla stessa Elisabetta e permisero a Drake di costruire la sua personale fortuna, oramai immensa. Egli non aveva motivo di nascondere il tesoro. C’era qualcun altro che invece aveva interesse a farlo, un’organizzazione che aveva ottime ragioni, possedendo qualcosa di molto importante, qualcosa di enorme valore: i Cavalieri Templari.
La fuga dei Templari
I Cavalieri Templari godettero per circa due secoli della crescita del loro potere e della loro ricchezza, mentre conducevano le crociate contro l’Islam. La loro abilità militare non li preservò dall’essere travolti dalle armate di Saladino. Nel 1291 la loro ultima grande fortezza ad Acri cadde e i Templari batterono in ritirata dalla Terra Santa. Le crociate erano finite e l’Europa aveva perso. L’organizzazione templare era allora la più grande banca multinazionale, la maggiore compagnia di commercio, la marina più potente, e possedeva un’immensa proprietà privata senza rivali, mai vista in Europa. In ogni caso, in seguito alla sconfitta, essi avevano perso la loro ragione di essere, non obbedivano ad alcun sovrano e anche se si riteneva che obbedissero al Papa, in realtà non lo facevano. I Cavalieri oramai attraevano l’inimicizia e la gelosia di coloro che credevano che non si fossero meritati le proprie fortune. Re Filippo il Bello di Francia era uno di questi. Egli rifiutò l’ammissione all’Ordine ed era anche in debito con la banca templare. Viveva oltre le sue possibilità e persino oltre le risorse derivanti dalle tasse del suo paese. Espulse gli Ebrei dalla Francia, confiscando la loro ricchezza, eppure era ancora affamato di denaro. Conoscendo il Tempio di Parigi, la banca templare centrale, proprietaria della ricchezza più grande d’Europa, il re decise che era tempo di prendere i Templari con la forza. Inventando accuse di eresia, egli ottenne che il Papa condannasse l’ordine. Quindi, Venerdì 13 Ottobre 1307, ordinò un attacco al Tempio di Parigi, il quartier generale dei Templari. Per sua sfortuna i Cavalieri avevano anche i migliori servizi segreti del mondo e vennero pertanto avvertiti in tempo. Qualche giorno prima, alcune carrozze furono caricate con tesori e condotte al porto di La Rochelle, dove le ricchezze vennero poste sulla flotta templare, che sparì dalla storia. Ai processi contro i Cavalieri in Inghilterra venne data testimonianza, da due membri dell’ordine, che la destinazione segreta della flotta templare con il suo grande tesoro era la Scozia.
L’alleanza con la Scozia
Gli scomunicati fuorilegge che erano divenuti i Templari si erano diretti in un paese scomunicato, retto da un re scomunicato. Questa era la Scozia. Il re, Robert Bruce, aveva preso la corona con la forza. Bruce era una volta uno dei sei candidati al trono, finché il campo si era ristretto a due, lui e John “Red” Comyn. Robert Bruce aveva un conto da regolare con Comyn, che una volta ebbe la meglio su di lui in un alterco. Era tempo di vendicarsi. Nel 1306 i due si incontrarono in un posto neutrale e sicuro, una chiesa dove la violenza era proibita, e fu proprio là che Robert Bruce ottenne la sua scomunica, accoltellando il suo rivale sull’altare della Grey Friars Church e dichiarandosi re. La sua famiglia era imparentata con quella dei Sinclair dall’XI secolo, quando entrambe erano parte della struttura del potere normanno. Esse erano importanti in Francia e in Scozia e la famiglia Sinclair era notoriamente tenuta in grande considerazione presso i Cavalieri Templari. L’anno successivo essa mediò l’accordo per portare i Cavalieri sani e salvi in Scozia, insieme al loro tesoro. Da La Rochelle le navi templari navigarono verso Nord e le loro ricchezze vennero custodite nelle grotte della Esk Valley, vicino l’antico centro di potere dei Sinclair a Roslyn. I Templari ricambiarono il favore di essere stati accolti, partecipando alla guerra di indipendenza scozzese a Bannockburn, dove l’esercito di Scozia quasi sconfitto ottenne invece una soprpendente vittoria. L’esercito inglese si estendeva per oltre 3 km, una forza immensa. Gli Scozzesi erano in ritirata, quando i Cavalieri piombarono nel campo e sconfissero gli Inglesi. Era il 24 Giugno, la festa di San Giovanni Battista, santo patrono dei Cavalieri Templari e dei moderni Massoni. Più tardi il tesoro dell’ordine sarebbe stato spostato di nuovo.
I Sinclair e gli Zeno
Mentre ero alla ricerca del Tesoro Perduto dei Templari, ho parlato con David Tobias ed egli credeva possibile che il tesoro templare fosse stato portato nel Nord America, sebbene il suo collega Dan Blankenship fosse contrario. Quest’anno ho visitato l’isola due volte per vedere l’inizio dei nuovi scavi. Egli non ha cambiato idea e ha escluso Drake, il Capitano Kidd, i pirati di ogni sorta, nonché il Tesoro Templare. Dan ha quattro nuovi colleghi di Traverse City, Michigan, che porteranno avanti gli scavi, in attesa che l’isola, dopo 214 anni, rinunci ai suoi segreti. Finora sono stati ritrovati solo alcuni strumenti medievali, catene d’oro e una pergamena con alcune lettere. Cosa nasconde invece il Money Pit? I Templari conservavano nella loro banca a Parigi oro, argento e gioielli, che erano pegni della casa reale, per finanziare le costanti guerre d’Europa. Essi avrebbero potuto anche custodire tesori recuperati dal Tempio di Salomone, nei loro primi giorni operativi a Gerusalemme. L’Arca dell’Alleanza e il Santo Graal sono tra i tesori ipotizzati più importanti, oggetti così preziosi che un pozzo di 100 m interconnesso a tunnel pieni d’acqua li potrebbe proteggere… tesori così noti, che alcuni anni di costruzione sarebbero giustificati. Nel 1398 Henry Sinclair era capo della famiglia e il secondo uomo più importante di Scozia. Fu allora che volle incontrare Nicolò Zeno, un avventuriero veneziano, fratello dell’Ammiraglio Carlo Zeno. Nicolò era naufragato in Scozia e si trovava in grave pericolo. Sulle isole a Nord della Scozia, le Orcadi, le Faroer e la distante Fer Island, era usanza che, se una nave avesse naufragato, i beni a bordo sarebbero stati a disposizione di tutti. I nativi di queste isole videro uccidere molti sopravvissuti, come era consuetudine. Nicolò rischiava la stessa accoglienza, quando il tempestivo arrivo di Henry lo salvò. Questi aveva sentito delle imprese di suo fratello Carlo Zeno, ora chiamato Carlo il Leone, ed era felice di prendere Nicolò come capitano della sua flotta. Fu in tale impiego che Nicolò sentì per la prima volta la storia di un pescatore delle Orcadi, che dichiarava di essere stato sbattuto fuori rotta verso Ovest e di essere stato catturato. Nel luogo che un giorno sarebbe stato chiamato America, il pescatore insegnò ai suoi rapitori l’uso della rete nella pesca. Egli impressionò i suoi rapitori abbastanza da accoglierlo come uno di loro e da permettergli infine di vivere. Henry reclutò Nicolò e Antonio Zeno, per guidare una spedizione a questo nuovo mondo, e i due toccarono terra il 2 Giugno del 1398 in Nuova Scozia. Sinclair fece tornare indietro Antonio e decise di esplorare questo nuovo territorio, nella speranza di stabilirvi una colonia. Infatti lasciò forti prove del suo passaggio in quella provincia, come del resto in Massachusetts e Rhode Island. Una delle prove è l’effigie di un cavaliere, incisa su una superficie di granito a Westford, in una piccola città del Massachusetts. Il ricercatore americano Frank Glynn ha mandato una foto dell’iscrizione a un archeologo britannico, T.C. Lethbridge, che ha riconosciuto l’elmo a bacinella, usato dal 1360 al 1400, e una fibbia con cresta della famiglia Gunn delle Orcadi. Sir Ian Montcreiffe, un rinomato esperto di araldica, ha legato i simboli dello scudo a un solo uomo, Sir James Gunn. La famiglia Gunn era alleata con la famiglia Sinclair. Al suo ritorno, Antonio inviò a casa lettere e mappe, che non avrebbero visto la luce per oltre 100 anni. Le mappe vennero più tardi usate da Mercatore, Ortelius e Martin Benhaim. I documenti personali di Sinclair giunsero a sua figlia Elizabeth. Il nipote di Sinclair, William, fu il capo della famiglia 50 anni dopo, quando l’esercito inglese minacciò la Scozia. Il castello di Sinclair a Rosslyn venne distrutto, ma se gli Inglesi avessero saputo dei tesori custoditi dai Sinclair, sarebbe stato troppo tardi. William li aveva spostati a Oak Island.
Verso le terre dell’Ovest
Quando i Templari evolsero in Massoni, la famiglia Sinclair venne insignita del titolo di Guardiani Ereditari della Massoneria. Essi presero il potere, la responsabilità, e custodirono ciò che potrebbe essere il segreto di Oak Island. Ma il segreto delle terre dell’Ovest potrebbe essere stato condiviso. Elizabeth Sinclair sposò John Drummond che, secondo qualcuno, viaggiò insieme a Henry. I due sposi avrebbero voluto andare nell’isola di Madeira, dove i Cavalieri di Cristo, uno degli ordini templari ricostituiti che sopravvissero, furono riscoperti. Il figlio di Elizabeth, chiamato John Escorcio, o John lo Scozzese, si imparentò, in seguito al matrimonio, con la famiglia Perestrello. I Perestrello erano di Genova, armatori al soldo dei Cavalieri di Cristo, con le croci templari sulle proprie vele. Essi esplorarono le isole dell’Atlantico e presero parte alla scoperta di Madeira. Come ricompensa, un Perestrello divenne il Capitano o il Governatore di Porto Santo, a Madeira. La coincidenza volle che un giovane navigatore incontrasse Felipa Perestrello alla messa domenicale, a Lisbona, e che i due presto decidessero di sposarsi. Durante il viaggio per Madeira, la madre di Felipa diede al giovane uomo un regalo di nozze. Si trattava degli appunti e delle mappe di suo marito, che aveva esplorato l’Atlantico. Non avrebbe potuto essere un regalo migliore per il giovane navigatore, la cui famiglia estesa avrebbe ora incluso gli eredi di Henry Sinclair, che vivevano a Madeira. Il giovane uomo era Cristoforo Colombo. Tornando all’attualità, questa estate una nuova tremenda forza si è abbattuta su Oak Island. Non la cavalleria, ma un convoglio di pesanti camion da costruzione. Già alcuni alberi sono stati abbattuti ed è stata pulita l’area attorno al pozzo originale. Appena arriverà il permesso necessario (un cambio di governo lo ha reso temporaneamente fermo) l’attacco al tesoro comincerà ancora. Le volte sotto la piccola Oak Island verranno saccheggiate, o altri milioni ancora saranno versati nel Money Pit senza alcuno scopo?
Steven Sora
Morto a Easton, Pennsylvania, nel 2021, era tudioso di enigmi della navigazione templare dal 1982, e riconosciuto autore a livello internazionale di numerosi volumi dedicati ai Templari. In Italia sono stati pubblicati: La Colonia Perduta dei Templari – La missione segreta di Giovani da Verrazzano in America (Età dell’Acquario – ordinabile alla nostra redazione); Il Libro Nero delle Società Segrete – Dai Templari ai nostri giorni (Newton&Compton); Il tesoro dei templari (Piemme). Inedito in Italia The Triumph of the Sea Gods (Inner Traditions)