
I CUSTODI DEL REICH
La “spina dorsale” dello Stato nazista erano le ALLGEMEINE-SS: l’élite del partito che teneva le REDINI di una società interamente MILITARIZZATA
Parte V
Nei vecchi film di Hollywood sono sempre cattivissimi. E il loro compito è sempre lo stesso: uccidere senza pietà i nemici del Reich, dagli ebrei in giù. Stiamo parlando delle Ss (Schutzstaffel, “Squadre di protezione”), l’élite del partito nazista. Ma non tutte le Ss erano uguali. Ce n’erano infatti di tre tipi. Quelle che si vedono nei film di guerra di solito sono le Verfügungstruppe (“Truppe a disposizione”), che a cominciare dal 1940 si chiamarono Waffen-Ss (“Ss combattenti”) e furono destinate alla prima linea. C’erano poi le Ss-Totenkopfverbände, le unità “Teste di morto”, incaricate di sorvegliare i campi di concentramento. E infine c’erano loro, le Allgemeine-Ss, le “Squadre di protezione generica”.
Il cinema ha spesso rappresentato le Waffen-Ss con uniformi nere. Un errore: le unità combattenti vestivano divise di colore grigio o mimetiche. Le uniformi nere, invece, erano appunto quelle delle Allgemeine-Ss. Che non giravano armate e non davano tanto nell’occhio, eppure erano la spina dorsale della società militarizzata del Terzo Reich.
I lunghi coltelli
Le SS nacquero nel 1925 come guardia personale di Adolf Hitler. I loro capi avevano in mano le redini dello Stato, che si erano conquistati sul campo. A far loro concorrenza c’erano infatti le Sa ( Sturmabteilung, “Squadra d’assalto”): erano gli squadristi in camicia bruna della prima ora, più legati alle origini operaiste del partito di Hitler, che si definiva “nazionalsocialista dei lavoratori”.
Le Ss, a differenza delle Sa, erano legate al Führer da un giuramento di fedeltà assoluta. E infatti furono le Ss a liquidare le Sa nella Notte dei lunghi coltelli del 29-30 giugno 1934.
Dal 6 gennaio 1929 le Ss erano sotto la guida di Heinrich Himmler (v. riquadro pag. successiva). In pochissimi anni, dopo la vittoria di Hitler alle elezioni del 1933 e dopo la nascita della dittatura, Himmler concentrò nella sua persona tutte le funzioni di comando degli apparati di polizia e di sicurezza del Terzo Reich. Fino a diventare, di fatto, il secondo uomo più potente della Germania hitleriana. Grazie proprio alla presenza capillare dei suoi uomini negli apparati del partito e dello Stato.
Le Allgemeine-Ss, all’interno delle Ss, erano un’élite cresciuta ad armi e fanatismo. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, contavano circa 485mila uomini, compresi 180mila appartenenti alle formazioni di riserva. Operavano nelle retrovie, e Himmler le considerava la vera avanguardia della nazione hitleriana. Le Allgemeine-Ss gestivano una serie di funzioni di comando vitali, di tipo politico e organizzativo. Erano loro a occuparsi del controllo ideologico di tutta la società, dalla scuola all’industria, dalla supervisione di delicati settori strategici dell’economia bellica all’amministrazione della complessa “macchina da guerra” che furono le Ss.
Una piovra dal cuore di ferro
Le Ss “generiche” erano organizzate in una tentacolare struttura di comando, articolata in otto diversi dipartimenti: gli Hauptamt. Su tutti dominava l’imponente struttura dell’Ufficio centrale per la sicurezza del Reich (Rsha). Era questa la piovra politico-militare che vigilava sulla saldezza del regime, dentro e fuori i confini della Germania. Istituito nel settembre del 1939, era affidato alla direzione del glaciale Reinhard Heydrich, che Hi tler battezzò “l’uomo con il cuore di ferro”. Dopo l’assassinio di Heydrich, nel 1942 (v. riquadro a sinistra), gli succedette nell’incarico un altro mastino, Ernst Kaltenbrunner.
L’Rsha controllava tutte le strutture di intelligence, dal Servizio di sicurezza (Sd) alla Gestapo e alla Polizia criminale (Kripo): era responsabile supremo dello spionaggio interno ed esterno, del controspionaggio, della lotta agli oppositori politici e alla criminalità comune. Non solo: intercettava le opinioni espresse dalla popolazione nei confronti del partito unico, con un’azione di monitoraggio costante degli umori diffusi. In pratica, si occupava di snidare oppositori, ingaggiando una lotta serrata a ogni tipo di dissenso.
I tentacoli della piovra arrivavano fin nelle casseforti della Germania. Il Dipartimento economico e amministrativo si occupava delle finanze delle Ss, del sistema dei lager, ma anche della gestione di imprese industriali e agricole. Un fenomeno destinato ad assumere proporzioni enormi durante la guerra, quando le necessità della macchina bellica crescevano di giorno in giorno. Sotto il comando dispotico di Himmler, la già invasiva presenza dello Stato nazista nell’economia tedesca si estese sempre più, fino a diventare predatoria.
L’infiltrazione delle Ss in ogni settore della vita del Reich divenne presto una realtà. E nei territori conquistati dopo il 1939 un incubo. Una gigantesca rete di fattorie, piantagioni, coltivazioni intensive, foreste, miniere, allevamenti, impianti industriali arricchì in primo luogo le Ss e i loro capi, e quindi la Germania. Le Schutzstaffel non solo controllavano, ma anche possedevano tutto quanto facesse funzionare una nazione in guerra. Himmler esercitava un ferreo controllo su 500 fabbriche, che, per esempio, producevano il 75% delle bevande e il 95% del mobilio del Terzo Reich. Le Ss e il suo capo non si facevano mancare nulla: avevano messo le mani persino su case editrici, fabbriche di porcellane, locali notturni.
Ultima risorsa
Con la guerra, che pure aveva arricchito tanti gerarchi, la forza di retrovia delle Allgemeine-Ss subì una drastica cura dimagrante. Del quasi mezzo milione di unità del 1939, 170mila vennero chiamate in servizio dalla Wehrmacht, l’esercito regolare, mentre altre 35mila entrarono nelle Waffen-Ss. Soltanto 100mila membri vennero esentati dal combattimento in prima linea.
Alla fine del conflitto, le Schutzstaffel contavano in totale 840mila uomini, di cui soltanto 48.500 appartenevano alle Allgemeine-Ss. I quadri delle Ss “generiche”, nel 1944-45, furono addestrati a proseguire la guerra con sabotaggi e attentati nel caso in cui la Germania nazista fosse stata conquistata dai nemici. Fortunatamente, non ve ne fu bisogno, perché la Germania nazista non c’era più.
REINHARD HEYDRICH, Il “boia di Praga”
Nacque ad Halle il 7 marzo 1904 e passò alla Storia come il “boia di Praga” durante il periodo (1941-42) in cui fu governatore del Protettorato tedesco di Boemia e Moravia. Aderì al Partito nazista nel 1931, quando Hitler lo incaricò di creare una struttura di controspionaggio all’interno delle Ss: si trattava del primo nucleo della futura Sd, il Servizio di sicurezza.
Ariano modello
Biondo e imponente, indicato come modello della forza ariana, fu il più diretto collaboratore di Himmler, che nel settembre del 1939 gli affidò la direzione dell’Ufficio centrale per la sicurezza del Reich (Rsha). Il 27 maggio 1942, un commando di partigiani cechi, addestrati dai servizi segreti britannici, attentò alla sua vita attaccando l’automobile scoperta sulla quale era solito circolare. Il gerarca morì il 4 giugno successivo, per le gravi ferite riportate.
HEINRICH HIMMLER, Il “sacerdote” delle Ss
Nato a Monaco di Baviera il 7 ottobre 1900, agronomo, si iscrisse al Partito nazista nel 1923, partecipando al fallito Putsch di Monaco di quell’anno. Alla guida delle Ss dal 1929, dopo la nomina di Hitler a cancelliere concentrò nelle sue mani i poteri di ordine pubblico e sicurezza: nel 1936 divenne anche capo della polizia tedesca e della Gestapo.
Salutista
Maniaco salutista e assertore delle virtù delle erbe, elaborò strane teorie sui pregi di zuppa d’avena e acqua minerale per la prima colazione delle Ss. Tutto ciò mentre pianificava l’Olocausto. Altra sua fissazione erano gli studi sull’arianesimo, che lo spinsero in Tibet. Adottò per le sue Ss i principi della Compagnia di Gesù (Hitler lo chiamava “il mio Ignazio di Loyola”). Alla fine tradì il Führer, trattando con gli Alleati. Si suicidò nel campo britannico di Lüneburg, il 23 maggio 1945.
ERNST KALTENBRUNNER, Il rivale di Himmler
Austriaco, nacque a Ried im Innkreis il 4 ottobre 1903. Di professione avvocato, aveva una vistosa cicatrice sulla guancia, che accentuava la sua fama sinistra. Dopo aver aderito al nazionalsocialismo nel 1932, due anni più tardi collaborò alla tentata annessione dell’Austria, ma l’Anschluss si realizzò soltanto nel 1938. Nel frattempo, Kaltenbrunner era divenuto la figura dominante delle Ss a Vienna.
Confidente
Il 30 gennaio 1943 prese il posto di Heydrich al vertice dell’Ufficio centrale della sicurezza del Reich (Rsha) e il suo potere crebbe a dismisura negli ultimi mesi del conflitto. Hitler credeva totalmente in lui. Lo mise a parte dei suoi progetti per la creazione, dopo l’attesa vittoria nella guerra, di un Führermuseum a Linz, in Austria, destinato a celebrare i propri natali. Processato a Norimberga, fu impiccato il 16 ottobre 1946.
LEONARDO CONTI, Il “dottor Morte” svizzero
Nato a Lugano, nella Svizzera italiana, il 24 agosto 1900, a tre anni seguì la madre a Berlino. Proprio quest’ultima gli trasmise accesi sentimenti antisemiti. Al ginnasio, venne sospeso per aver aggredito compagni di origine ebraica. Nel 1923, dopo aver aderito al nazionalsocialismo, partecipò al fallito Putsch di Monaco.
Ministro della Salute
Medico delle Ss, nel 1936 fu direttore del servizio sanitario delle Olimpiadi e nel ’39 venne nominato capo della Sanità civile del Reich. Fu l’ispiratore della legge per la sterilizzazione coatta, con lo scopo di assicurare la “salute razziale” dei tedeschi. Svolse un ruolo importante nell’Aktion T4, il programma di eutanasia forzata per eliminare i portatori di malattie ereditarie e inguaribili, nonché i malati mentali. Si tolse la vita nella sua cella del carcere di Norimberga, il 6 ottobre 1945.
Gestapo, il “braccio politico” che arrivava dappertutto
Con i loro cappotti di pelle, sono entrati nell’immaginario del nazismo: sono gli agenti della Gestapo (abbreviazione di Geheime Staatspolizei, “polizia segreta di Stato”). Eppure non era un’invenzione nazista, ma l’evoluzione della polizia politica del Reich prussiano (tra le più efficienti a fineOttocento), che nel 1933 fu affidata da Hitler a Hermann Göring.
Sotto l’ala delle Ss
L’anno dopo, la Gestapo passò sotto il controllo diretto delle Ss (in particolare del Servizio di sicurezza) e dal 1936 fu affidata da Heydrich al “direttore generale” Heinrich Müller. Anche nel caso della Gestapo c’era un ufficio per ogni necessità: l’identificazione e la cattura degli ebrei, il controllo politico su sette e chiese (massoneria inclusa), la caccia agli oppositori politici (con dipartimenti dedicati ai comunisti, ma anche ai liberali e ai “reazionari”), la supervisione all’immigrazione e all’emigrazione, il controllo delle frontiere, l’autorizzazione al lavoro nelle fabbriche e negli uffici, lo spionaggio e la lotta al sabotaggio interno. Dopo il 1939 furono infine creati reparti dedicati ai Paesi occupati dalle truppe tedesche, dove la Gestapo agiva come braccio politico delle Ss.
…e dopo il ’45, con la Cia
Alla fine della guerra la Germania subì un lungo processo di denazificazione. Ma se alcuni capi furono processati a Norimberga, moltissimi delle decine di migliaia di appartenenti alle Ss riuscirono a far perdere le proprie tracce e a rifarsi una vita in Germania o altrove.
Negli Usa
Tra i casi noti di ex Ss c’è stato lo scrittore Günter Grass, che soltanto nel 2006, a 78 anni, rivelò di essersi arruolato volontario, verso la fine della guerra, nelle Waffen-Ss. Meno risaputo è che, subito dopo il 1945, molti ex membri del partito nazista, inclusi esponenti delle Schutzstaffel, furono assoldati dai servizi segreti statunitensi nella Guerra fredda contro il comunismo sovietico. A rivelarlo, alla fine del 2014, è stato il New York Times. In particolare, stando ai documenti e alle testimonianze raccolte dal quotidiano, nel 1980 l’Fbi si rifiutò di fornire informazioni ai “cacciatori di nazisti” su 16 ex nazisti che vivevano negli Stati Uniti. Questo perché, si è scoperto, quei 16 erano informatori della Cia. Tra loro c’era anche Otto von Bolschwing, ufficiale del Servizio di sicurezza delle Ss (Sd) e consigliere di Adolf Eichmann, il regista dell’Olocausto.
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