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IL COMPLOTTO CONTRO I TEMPLARI

Per distruggere L’Ordine dell Tempio fu messa in atto una cospirazione attraverso un progetto che, iniziato molto tempo prima, aveva come “direttore d’orchestra” l’influente membro di una famiglia nobiliare romana, vero burattinaio di pedine quali Filippo il Bello e Clemente V

Parte II

La storia dell’Ordine Templare presenta punti oscuri, enigmi che la ricerca storia difficilmente riuscirà a spiegare, essendo spesso il Tempio legato a una tradizione segreta che non lasciava documentazioni, ma perpetrava se stessa attraverso il passaggio da maestro a discepolo. Chi sa però combinare rigida ricerca documentale alla conoscenza della Tradizione può trovare nuove piste per comprendere i perché della nascita di un tale potente Ordine, del suo gruppo iniziatico ristretto e della sua fine così repentina. È questo il caso, che siamo riusciti a mettere insieme le trame di un progetto secolare contro l’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, che ebbe come burattinaio una “eminenza grigia” al di sopra di re e papi. È vi spiegiamo anche come siamo giunta a queste conclusioni.

Purtroppo, spesso troppe vicende che riguardavano i Templari non sono state riportate, esistono però documenti che presentano testimonianze coeve dell’epoca. Gran parte di questo materiale è stato portato a conoscenza degli studiosi dal Gregorovius nella sua monumentale opera riguardante il Medioevo romano. Si tratta di uno storico fazioso, per cui diversi avvenimenti sono stati da lui travisati o posti in contrasto con documenti che poneva in nota, che si opponevano alle sue opinioni. Si è trattato di un complotto, nel senso che è stato ordito qualcosa che doveva far sparire l’Ordine poiché cominciava a dar fastidio, ma soprattutto per una questione di vendetta contro il papato portata avanti, per secoli, da una famiglia nobile molto importante: i Colonna. Essi parteciparono a quelle famose “Crociate metropolitane” che i papi ordivano contro i personaggi della nobiltà romana, e non solo, schierati contro la chiesa e le sue proprietà, che provocavano degli scismi, oppure alimentavano invasioni da parte di eserciti stranieri. I papi ricorrevano naturalmente ai Templari, la milizia preposta alla salvaguardia della Chiesa. Furono queste le crociate più importanti, non quelle in Terra Santa. Accaddero delle cose che gli infedeli non avrebbero mai commesso. Purtroppo la prima parte del mio lavoro è stata una sorta di rebus, ci sono state delle precisazioni da fare nello svelare le radici del complotto. Perciò avendo accesso improvvisamente al materiale del Gregorovius, sono andata a controllare le sue affermazioni avendo la sensazione che quanto lo storico aveva detto, fosse di parte. Difatti, sono riuscita ad accertarmi che fosse così, pertanto decisi di porre il materiale raccolto sul Gregorovius all’inizio del mio lavoro, in quanto si riferiva a episodi che lo stesso storico non aveva spiegato, ma sui quali aveva emesso dei giudizi. Ad esempio contro Bonifacio VIII, vi erano affermazioni del tutto gratuite che non corrispondevano alla realtà delle cose. Questo avveniva da due secoli e mezzo prima dei Templari. Ho potuto così trovare tutti i precedenti che hanno dato perfino più valore alla scoperta del complotto contro l’Ordine».

Perché fu combattuta La Crociata metropolitana

Quando sul trono di Pietro venivano eletti dei pontefici guelfi, sebbene sia stata cosa rara nella storia della Chiesa, le casate che avevano interesse a mettere sul trono i loro congiunti, parenti e simpatizzanti, muovevano una guerra spietata contro la Chiesa stessa, provocando degli scismi, in quanto capaci di eleggere altri pontefici. E a sostegno di ciò, chiamavano generalmente truppe straniere, molto spesso tedesche, mettendo a ferro e fuoco l’Italia. Poiché i Templari servivano e difendevano il papa, venivano molto spesso spediti contro le famiglie spalleggiate e protette dalle armate imperiali, soprattutto da quelle tedesche. Si generavano così delle vere e proprie battaglie, anche nella stessa città, casa per casa. L’organizzazione di tali “Crociate Metropolitane” era una sorta di difesa perché con gli stranieri in casa le cose divenivano difficili da controllare e gestire».

Le vicende di Bonifacio VIII e l’Ordine di Templari

Le vicende di Bonifacio VIII sono le basi su cui si consumerà successivamente la condanna ai Templari. Bonifacio VIII intervenne sul suo predecessore Celestino V per la salvezza della Chiesa. I parenti di Filippo il Bello, che era un D’Angiò, accompagnarono Celestino per l’incoronazione nella chiesa della Perdonanza. Una volta l’anno s’istituiva la Perdonanza, atto in cui tutti potevano ricevere l’assoluzione senza sborsare denaro. Per questo, quando i D’Angiò accompagnarono Celestino in pompa magna, volevano sottintendere che avevano eletto il loro protetto e che egli avrebbe fatto tutto quanto gli si fosse chiesto. Successivamente Celestino trasferì la Santa Sede a Castelnuovo, altra cosa che non è stata portata alla luce benché faccia parte della storia. La gravità di spostare la Santa Sede nella reggia dei D’Angiò, è da collegarsi alla decisione di formare un intero collegio cardinalizio di membri quasi unicamente francesi. Cosa ancor più grave, Celestino non conosceva la scrittura latina! Quando Roberto Giacobbo ha dedicato una puntata di Voyager alla figura di Celestino V, si è meravigliato del fatto che l’iscrizione “Porta Coeli” non fosse scritta in latino, ma in un italiano latinizzante. Questo perché Celestino non conoscendo il latino scriveva come sentiva parlare! Immagini che a quei tempi tutti i documenti ufficiali della chiesa erano redatti in latino… e lui non sapeva leggere. Cosa avrebbe mai firmato? La Chiesa stava cadendo in uno sfacelo completo nelle mani di potentati che potevo gestire il papa. Inoltre, di frequente Celestino aveva l’abitudine di allontanarsi per vivere dei suoi periodi ascesi. Immagini il futuro Bonifacio VIII, il cardinale Benedetto Gaetani, emerito canonista che conosceva tutte le leggi della Chiesa, come potesse sopportare una tale situazione di sfacelo. A ragione, Bonifacio VIII disse a Celestino V: “dimettiti”».

Il “Terribile Grande Vecchio” Terzo potere e il vero movente della condanna del Tempio

Tolto di mezzo Celestino V, i Colonna sapevano che Bonifacio VIII era un uomo colto, un giurista di chiesa, al quale non potevano chiedere di agire come desideravano. Per questo motivo contrastarono la sua elezione in maniera feroce. Il “Vecchio della Montagna”, il cui nome svelo alla fine del mio libro, era Egidius Romanus, uno pseudonimo sotto cui si celava Egidio Colonna, del ramo napoletano della famiglia e residente in Francia. Grande canonista, autore di numerosi testi, la sua abilità fu impiegata contro i suoi stessi parenti, in occasione dell’elezione di Bonifacio, che invece avevano eletto Celestino V. Pur essendo della casata Colonna, si schierò infatti dalla parte di Bonifacio VIII. L’abilità di questi signori era la capacità di schierarsi dove servisse, grazie a un abile camaleontismo. A dimostrazione di ciò ci fu una questione di eredità che li coinvolse. Bonifacio cercò di dare in eredità i castelli che circondavano Roma (di proprietà della Chiesa) a quella parte della famiglia Colonna maltrattata dai loro stessi parenti. Essendo dalla parte di Bonifacio, era conveniente che fossero loro a ereditarli, sapendo che così non gli avrebbero mosso guerra, bensì avrebbero garantito una difesa. Questo è stato anche uno dei motivi per cui i Colonna si ribellarono sia contro Bonifacio sia contro i Templari, che difendevano le decisioni del pontefice. Quando ebbe luogo questa elezione, il “Grande Vecchio” Egidio Colonna, da sempre vicino a Filippo il Bello, cardinale già potente allora e che successivamente diventerà generale degli Agostiniani, si schierò dalla parte del pontefice, almeno apparentemente, realizzando un trattato di difesa, cui Bonifacio fu grato a vita. Dunque, Bonifacio riportò subito la Santa Sede a Roma e chiamò la “Crociata Metropolitana” costringendo i nemici, gli stessi Colonna, a fuggire in Francia. Furono messi a ferro e fuoco feudi che tra l’altro appartenevano alla Chiesa, ma che venivano sempre ripresi dagli avversari perché costituivano una rete di difesa sui colli intorno a una Roma in pianura, senza difese. Per il possesso dei castelli si fece di tutto in Europa, provocando scismi in Oriente, il sacco di Roma, la lotta per le investiture etc. Quando Egidio Colonna assistette alla persecuzione dei suoi consanguinei durante la Crociata Metropolitana il suo appoggio a Bonifacio VIII cessò. Egli vide presentarsi in Francia i membri della sua famiglia in uno stato disperato, vessati, cacciati dai feudi, perseguitati, censurati come scismatici ed eretici. Si può immaginare che sia andato in soccorso della famiglia. È così che ebbe inizio il complotto. Bisognava prima di ogni cosa fare fuori i Templari in Francia, soprattutto perché lì si trovava la casa madre. L’evento relativo a Bonifacio VIII è la scintilla che farà divampare i roghi su cui brucerà l’Ordine del Tempio. Un evento conclusosi con il famoso “Schiaffo di Anagni” a Bonifacio VIII. Sembra che si trattò di ben altro rispetto a un semplice schiaffo e che il pontefice sia stato preso per i capelli, calpestato, malmenato. Soprattutto pare che Nogaret non c’entri nulla. Mi sono chiesta come fosse possibile che un’armata del re di Francia con Nogaret in testa che scende dalla Francia fino ad Anagni, possa passare totalmente inosservata. Bonifacio si era ritirato ad Anagni per essere un po’ più tranquillo nel suo feudo, mentre stava preparando l’intervento contro il re di Francia. E’ mai possibile che questa armata, con Nogaret in testa, scenda sino ad Anagni e che nessuno se ne renda conto? La realtà dei fatti è ben diversa. Ci viene insegnato a scuola che Nogaret fosse spalleggiato da Sciarra Colonna. La realtà invece è che l’esercito era qui, messo su proprio dai Colonna, con i conti di Ceccano, i conti di Galeria etc, e insieme a Nogaret issarono la bandiera francese. Ma la verità è che si trattava dei Colonna e fu questa famiglia, principalmente nella figura di Egidio Colonna a muovere i fili della vicenda relativa alla condanna del Tempio. Filippo il Bello era una creatura di Egidio Colonna che ne fu l’educatore e il consigliere e le sue operazioni furono da questi dettate e guidate. Prova ne sia il fatto che contro Bonifacio fu aperto un vero e proprio processo post-mortem, investendolo degli stessi capi d’accusa mossi ai Templari. Condannando il papa e annullando la sua elezione, venivano a cadere tutte le censure da questi poste in essere e i Colonna ritornavano padroni. Si tratta di una manovra abilmente programmata da Egidio Colonna, il quale emise sentenze senza precedenti e nei processi inquisitori commise persino degli abusi. È rimasto nell’ombra per 750 anni che Egidius Romanus Colonna muoveva burattini quali Filippo i Bello, Clemente V ed altri. Egidio Colonna è sepolto con tutti gli onori in Francia, ma nessuno osa parlare del suo reale ruolo nella storia. Saremmo stata felicissimi se qualcuno avesse avuto il coraggio di rivelare la realtà dei fatti, ma siccome nessuno lo ha fatto prima, l’ho abbiamo fatto noi.

La relazione tra i primi cavalieri della Croce consacrati da Ildebrando (Gregorio VII) e i Templari

I primi Cavalieri della Croce erano preposti a difendere la Chiesa, ma parliamo di una questione incentrata su un singolo personaggio, non su un’élite di cavalieri come poi avvenne successivamente per i Templari. La questione riguardava soltanto alcuni personaggi che nella storia della Chiesa sono stati i primi a correre in aiuto, come i Normanni. Avevano il loro tornaconto, ma furono comunque i primi a mettersi al servizio della Chiesa. Poi, l’incarico fu assorbito dai Templari perché San Bernardo pensò bene di costituire questo corpo di milizia speciale dipendendente direttamente dal pontefice. Purtroppo, però, anche in questo aspetto ci furono luci e ombre in quanto sul trono di Pietro vi furono più papi ghibellini che guelfi. I guelfi hanno regnato per breve tempo, ma quando questo accadeva i Templari erano al loro servizio. Naturalmente la parte ghibellina si razzelava quando non riusciva a mettere sul trono di Pietro un suo pontefice, e allora questo stesso corpo militare-sacerdotale, di cui aveva usufruito sotto il suo governo, se lo trovava contro».

Cosa si cela dietro Bernardo di Chiaravalle e la fondazione del Tempio

Ci siamo sempre lasciati ispirare dai primi nove Cavalieri, ovvero dai fondatori dei Templari. Bernardo fu un pò l’ideatore e il coordinatore di questa fondazione, ma vi era una differenza tra la sua fondazione e la creazione originaria del gruppo, avvenuta prima che questi si recassero in Terra Santa. I primi nove cavalieri erano realmente alla ricerca del Santo Graal, ovviamente una ricerca da considerare in chiave simbolica e non come molti vogliono farci credere, della semplice ricerca di un oggetto più o meno identificabile. Si trattava di ben altro. Questi erano, infatti, alla ricerca, in Terra Santa, dei testi sacri originali, sacri scritti in lingua aramaica, ebraico antico e greco, che al momento della traduzione in latino, purtroppo vennero manipolati dagli amanuensi. Si trattava quindi della ricerca degli autentici e originari testi sacri, ancora reperibili soprattutto in Oriente. Specialmente in Armenia c’erano dei monasteri che custodivano dei tesori. Era dunque questa la ricerca dei nove cavalieri in Terra Santa. La giustificazione collettiva era quella di scortare i pellegrini, ma in realtà nove erano e nove rimasero; nessuno fu arruolato in quel periodo, né prendevano parte alle battaglie dei Crociati che si svolgevano nelle vicinanze. Il materiale ritrovato fu portato da Ugo de Champagne, personaggio che ho molto rivalutato, perché parte di una delle prime famiglie di Francia, se non addirittura la prima, molto più ricca e potente degli stessi sovrani francesi. Nei suoi viaggi verso la Terra Santa, Ugo de Champagne si recava dai Cistercensi, precisamente da Santo Stefano Harding, nell’abbazia di Citeaux, avendo messo i confratelli al lavoro per la traduzione di questi testi, servendosi anche dei rabbini di Borgogna per l’ebraico. Tutto questo, dopo 10 anni fallì, poiché San Bernardo costituì la “nuova milizia”, dove l’aggettivo “nuovo” indica quasi sempre una ragione politica e il sacro si trasformò in profano».

L’elite dei cavalieri Templari, iniziati all’alchimia. Il nucleo segreto del Tempio era davvero dedito all’Arte Reale?

È stato uno dei primi cammini iniziatici svolti dai Templari, un cammino che dalla Francia conduceva i pellegrini a Santiago. Il nucleo segreto del Tempio era molto ristretto. Abbiamo formulato un’ipotesi, concedendo una maggiore importanza a Ugo de Champagne. Considerati i suoi grandi interessi per la scoperta degli antichi testi che associo al Santo Graal, di cui abbiamo parlato, reputo sia stato lui il fondatore dei maestri segreti dell’Ordine. Difatti Ugo de Payns, che fu il primo Gran Maestro ufficiale, era un veterano di guerra, e un grande iniziato non si sarebbe mai messo alla testa di truppe. Per questo motivo, il Gran Maestro segreto risiedeva in Europa. Quanto ci è rimasto dei Templari è il loro legame con la Terra Santa, ma si tratta di una pagina quasi da dimenticare perché vi ci si recava per l’assoluzione da tutti i peccati sebbene si trattasse di assassini, sturpatori, ladri, una sorta di legione straniera. Prendevano voti sacerdotali occasionali, ovvero potevano avere moglie e figli, andare in Terra Santa e, se tornati vivi, essere assolti dalle censure e quindi riprendere a una vita normale. Mentre invece i veri Templari erano per metà monaci e per metà cavalieri. Perché confondere questa parentesi della Terra Santa con la vera potenza del Tempio che invece era in Europa? Ciò non si è mai venuto a sapere perché altrimenti sarebbero venuti alla luce gli intrecci di una storia cui hanno partecipato i nobili ghibellini. Per non rivelare la verità, si è preferito cancellare tutta la storia del Tempio in Europa, compresa l’Italia, lasciando intatta la parentesi relativa alla Terra Santa che tra l’altro non è certo la più edificante.

Altro cammino iniziatico, le tappe tracciate da San Bernardo per la Terra Santa

Siguramente fu un cammino da lui percorso personalmente e di cui si parla tanto. Numerosi individui, pur macchiandosi di delitti, a un certo punto della vita potevano aspirare a divenire degli “iniziati”. Del resto ci sono stati anche grandi santi che sono stati a loro volta grandi peccatori. Dunque, per questo gruppo ristretto che desiderava approfondire una ricerca spirituale, Bernardo aveva creato tale cammino. Si capisce tuttavia che non si trattava di un cammino destinato a quei cavalieri che andavano in battaglia, ma a coloro che desideravano addentrarsi in una profonda ricerca ascetica e spirituale. Si tratta di un cammino che io ho ritrovato. Pur citando molte volte il De Laude, non si era capito che San Bernardo traccia tale percorso di apprendimento, di misticismo, sapienza e illuminazione, applicandolo ai luoghi della Terra Santa legati alla vita di Gesù. Li ha posti in modo non corrispondente cronologicamente ai fatti, ma definendoli attraverso un linguaggio alchemico. Per questa ragione il suo percorso iniziatico non corrisponde al classico viaggio del pellegrino di oggi in Terra Santa. Se si pensa, ad esempio, a Betlemme che vuol dire la “casa del pane”, una delle tappe del cammino, lì c’è ancora la tradizione di fare il pane, per qualsiasi persona ne abbia bisogno: per gli ebrei, per i cristiani, per i musulmani e chi professa qualsiasi tipo di Credo, o per chi ne faccia richiesta per necessità. E questa tradizione permane. San Bernardo ne offrì una reale valenza di fratellanza. Da comprendere però che si tratta del simbolismo di un linguaggio alchemico, quello di San Bernardo come anche quello di San Paolo, quando afferma che è necessario nutrirsi di cibo solido e non più di latte. Chi si trova al principio del cammino non può assimilare una forza alla quale non è preparato. La base dell’insegnamento è stata sicuramente la Bibbia, ma ricordiamoci che Gesù è diventato lui stesso il Cristo, l’Unto, percorrendo questa strada spinto dalla sua ricerca interiore.

La nascita delle cattedrali gotiche e Templari. Ma quelli storici medievisti…

L’errore di valutazione storico-artistica nasce dalla misconoscenza da parte dei cattedratici ufficiali della Via Iniziatica Templare, arteficie dell’arte gotica e le cui radici occulte affondano nella cosmopolita cultuura dei Goti e nella sapienza iniziatica degli scritti di Cassiodoro, andati perduti. Confermiamo però che furono ritrovati nel medioevo dal conte Ugo de Champagne, coadiuvato da Ugo de Payns e i suoi Templari originari, quindi tradotti e interpretati da Santo Stefano Harding e perfezionati e attuati con sapienza da San Bernardo, immerso nella sua conoscenza mistica. Il frutto di tale conoscenza, tipica della cultura iniziatica, che si contrappone alla cultura accademica, fu la costruzione delle cattedrali gotiche. Ma come troppe cose che riguardano i Templari, ciò viene taciuto e volutamente ignorato.

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