
IMMAGINI CHE VI INGANNERANNO
Un noto illusionista e una ricercatrice universitaria ci spiegano perché i disegni raccolti in questo servizio mandano in tilt il nostro cervello. Non ci credete? Provate a descrivere quello che vedete e poi leggete i commenti degli esperti
Il nostro cervello, si sa, è una vera e propria macchina, in grado di farci muovere, pensare e provare sentimenti. Un sistema complesso e grandioso, ma non infallibile: basta poco, infatti, per ingannare la nostra mente. Come? Con le illusioni visive: immagini che il nostro occhio vede in un certo modo e il cervello elabora in maniera errata. Sono centinaia le figure che ingannano la nostra mente: spesso si sente dire che l’occhio è come una macchina fotografica che scatta immagini e le invia al cervello attraverso il nervo ottico. In realtà il compito dell’occhio è di informare il cervello attraverso un codice di segnali nervosi che i centri cerebrali interpretano, traducendoli in rappresentazioni di oggetti. Il nostro cervello, quindi, interpreta le informazioni che riceve dagli occhi rispetto alle esperienze, alle conoscenze e alle abitudini, non solo in base a come si presentano.
Non tutto è come appare e chiunque può essere ingannato da un’immagine. Non lo credete possibile? Mettetevi alla prova, cercando di andare oltre all’apparenza di queste figure. A spiegare ci viene in nostro aiuto la scienza.
Fissate l’immagine in un punto preciso, perché si muove?
L’effetto è impressionate. I serpenti rotanti creati dal professore di psicologia Akiyoshi Kitaoka girano se fissati a lungo. È la luminosità che convince il cervello a vedere l’immagine in movimento: L’alternanza degli elementi colorati produce una variazione della luminosità che provoca l’attivazione di specifiche aree cerebrali, in particolare l’area “medio temporale”, che tipicamente sono attive quando guardiamo vari oggetti in movimento. In altre parole: Una zona più luminosa viene elaborata più velocemente dal sistema visivo rispetto a una zona più scura, per cui esistono tempi differenti d’elaborazione dell’immagine. L’attenta combinazione di colori e luminosità, come viene presentata in questa immagine, fa percepire, in frazioni millesimali di secondi, prima le zone chiare e poi quelle scure e, così, con queste oscillazioni oculari, sembra che l’immagine si stia muovendo.