
LA CITTÀ DI DOMANI È GIÀ IN COSTRUZIONE
Pulita, tecnologica, intelligente, si trova a 120 km da Tokyo ed è stata ideata da Toyota per provare a immaginare il futuro urbano
Vuole essere una città-laboratorio dove vivere oggi e nello stesso tempo testare il futuro.
Sta sorgendo in Giappone, a centoventi chilometri da Tokyo, e l’ha voluta Toyota. Si chiama Woven City. L’ambizione non è quella di limitarsi a ripensare alla viabilità e ai trasporti urbani – come sarebbe ovvio immaginare – ma di progettarne ogni aspetto così da renderla ecologica, iperconnessa, digitale, con molti servizi gestiti da intelligenza artificiale, alimentata da energie rinnovabili, automatizzata e con movimentazione sotterranea delle merci. Questo impegnativo test guarda al domani ma a un domani che è già oggi.
Le città attuali sono sempre più caotiche, inquinate, disordinate e le proiezioni sull’urbanizzazione spingono tutti a fare i conti con i tessuti cittadini prossimi venturi. Woven City vuole essere all’avanguardia nel campo della progettazione di città ad alta tecnologia e a zero impatto ambientale.
«Costruirne una dalle fondamenta, seppur su piccola scala, è un’opportunità unica per sviluppare le tecnologie del futuro, compreso un sistema operativo digitale per le infrastrutture, con persone, edifici e veicoli in comunicazione tra loro attraverso dati e sensori», ha detto Akio Toyoda, presidente di Toyota Motor Company, quando ha presentato il piano generale e il concept del design della città affidati all’architetto danese Bjarke Ingels, già al lavoro sul nuovo World Trade Center di New York e le sedi di Google a Mountain View e Londra.
MOBILITÀ E URBANISTICA
Per attuare il piano di sviluppo della città attualmente in costruzione, Toyota e il team sono partiti da due elementi fondamentali: da una parte realizzare molti edifici in legno, per abbattere l’impronta climatica, utilizzando le tecniche di falegnameria giapponese e sfruttando i robot per l’assemblaggio; dall’altra prevedere una mobilità dei cittadini su tre tipi differenti di strade tra loro separate e a diverse “velocità”: le vie principali per veicoli a emissioni zero e a guida autonoma; le più diffuse vie per la mobilità personale (anch’essa a impatto zero) e infine le capillari vie percorribili soltanto dai pedoni che saranno immerse nel verde. Tutte si intrecceranno in una griglia di 3×3 isolati al cui interno ci sarà sempre un parco o una piazza per creare spazi di incontro e di svago.
COMMERCIO E AUTOMAZIONE
Una parte fondamentale della vita di una città riguarda la movimentazione delle merci, che a Woven City sparirà dalla superficie perché interamente sotterranea. «Il centro logistico riceverà un’ampia gamma di consegne da lavanderie, rivenditori, corrieri di giornali e posta e smisterà tutto attraverso un sistema automatizzato di robot di consegna chiamato S-Palette», spiega Andrea Saccone, Communication & External Affairs General Manager di Toyota Motor Italia.
«Questi veicoli viaggeranno attraverso passaggi sotterranei fino agli edifici e tramite un sistema di ascensori depositeranno gli articoli in una cassetta postale intelligente nella casa, prima di tornare al centro, magari ricevendo eventuali pacchi in uscita, in modo da eliminare la necessità di spostarsi inutilmente dalla propria abitazione per svolgere attività di routine». Oltre al sistema di consegna, l’automazione sarà regina anche in casa: «Un robot a ponte sospeso si muoverà agevolmente anche in un ambiente disordinato e svolgerà attività come per esempio lavare i piatti, pulire bagni e servizi igienici o riordinare. Nella prima fase saranno condotti test per capire quali sono le possibili esigenze delle persone e offrire soluzioni differenti».
IL GEMELLO DIGITALE
La chiave di questa sperimentazione è la creazione di un modello digitale della città, il cosiddetto digital twin, in cui mettere alla prova prima gli eventi che poi si potranno verificare nella realtà per prevenire i problemi e allenarsi ad affrontarli.
«Ad esempio», dice Saccone, «se nel centro logistico arrivano molti più regali stagionali del solito o se uno dei membri del personale di servizio è assente per l’influenza, se ne può simulare l’impatto sul servizio, studiare le criticità e predisporre le contromisure». Lo stesso approccio può essere applicato ad altri aspetti che riguardano il funzionamento della città: «Le strutture difficili da revisionare nel mondo reale possono essere modificate agilmente in quello digitale, e così diventa possibile sperimentare innumerevoli configurazioni e soluzioni. Il modello virtuale permette di fare test anche sull’esperienza dei cittadini e riceverne un feedback da loro, su come si sentono nell’ambiente che creeremo, in modo da migliorare il design della città».
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
La simulazione digitale permetterà anche di sviluppare e sperimentare l’intelligenza artificiale che diventerà poi il sistema operativo di Woven City e aiuterà a rendere la vita più conveniente e sicura. «Si andrà dalla simulazione del traffico allo studio della mobilità personale alla gestione delle stazioni di ricarica dei veicoli a emissioni zero», specifica Saccone.
L’intelligenza artificiale potrà anche proporre nuovi servizi e attività a mano a mano che analizzerà i comportamenti e le esigenze degli abitanti della città. Abitanti che nella prima fase saranno 360 per poi arrivare a duemila. E proprio perché vuole essere un “laboratorio vivente” tra gli abitanti ci saranno anche scienziati ed esperti con competenze diverse che potranno sperimentare in diretta e col loro know how le tecnologie utilizzate a Woven City. Proprio una di queste sinergie permetterà, per esempio, di ottenere avanzamenti nei sistemi di mappatura automatizzata ad alta definizione, utili a rendere ancora più sicura la guida autonoma.
ENERGIA E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Centrale è ovviamente il tema della sostenibilità, ormai improrogabile visto che le città attuali hanno un alto tasso di inquinamento e che tutti abbiamo capito quanto questo aspetto riguardi la nostra sopravvivenza futura. A Woven City i tetti degli edifici saranno ricoperti di pannelli fotovoltaici, ma Toyota vuole qui anche sperimentare la capacità di passare a una società “carbon neutral” entro il 2050, su cui molti Paesi nel mondo sono impegnati: «A Woven City saranno condotti test e dimostrazioni legate alla catena di approvvigionamento dell’idrogeno, partendo dalla produzione fino alla consegna e all’utilizzo dell’idrogeno all’interno della città e nell’area circostante», spiega Saccone.
Una collaborazione con ENEOS permetterà di realizzare e gestire dunque una stazione di rifornimento nelle immediate vicinanze della città, dove sarà prodotto idrogeno verde, derivato da energie rinnovabili, che rifornirà Woven City grazie all’installazione di generatori stazionari a celle a combustibile. E l’uso di questo tipo di celle nella mobilità verrà promosso non solo per i mezzi che trasportano i cittadini ma anche per la logistica, con la creazione di un sistema che servirà a valutare la relativa domanda e offerta. Si tratta insomma di: «Un ventaglio di diverse tecnologie che cambieranno sempre più radicalmente il modo in cui abiteremo e vivremo le nostre città», come sottolinea l’architetto Bjarke Ingels. «E in questo senso Woven City offre un’opportunità unica nell’esplorare forme diverse di urbanità, che potrebbero aprire nuove strade da intraprendere per le altre città»