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LA NATURA IN CITTÀ, PIÙ VERDE E PIÙ VICINA

GLI ALBERI FANNO MEGLIO ALLO SVILUPPO DEI BAMBINI RISPETTO AI TERRENI APERTI

Il COVID-19 ha spinto molti abitanti delle città ad apprezzare più che mai la vita all’aria aperta: essi hanno scoperto che il tempo trascorso in mezzo alla natura è rilassante e migliora la salute mentale. Non essendo possibile percorrere lunghe distanze, hanno cercato spazi verdi più vicini a casa, come giardini e parchi locali. Da allora ci sono state crescenti richieste di riorganizzare le città in modo da poter continuare a godere, negli anni a venire, di questa connessione con la natura.

I vantaggi di trovarsi immersi nel verde sono confermati anche dalla scienza, con studi che mostrano un legame tra i miglioramenti della salute mentale e la vicinanza di spazi verdi. Secondo uno studio del 2018, su 342 soggetti statunitensi, il senso di depressione diminuiva del 41,5% per chi viveva in città vicino a isolati vuoti che erano stati “rinverditi”, rispetto al gruppo di controllo.

Le città, responsabili dell’80% delle emissioni mondiali di gas serra, contribuiscono pesantemente al cambiamento climatico. E, visto che molte sorgono al livello del mare, ne subiranno gli effetti in larga misura. Un’iniezione di verde negli spazi urbani può favorire l’assorbimento dell’anidride carbonica, migliorare la qualità dell’aria e mitigare gli allagamenti. A tal fine, a Singapore si costruiscono grattacieli con giardini verticali sulle fiancate, mentre in Zimbabwe si mettono a frutto le lezioni apprese dai termitai per progettare edifici che rimangano freschi senza aria condizionata.

Inoltre, secondo alcuni dati, una scarsa qualità dell’aria potrebbe influenzare il microbioma nel sistema digestivo, causando infiammazioni dell’intestino e portando a malattie come il morbo di Crohn o l’appendicite. Il lavoro di Gilaad Kaplan, dell’Università di Calgary, suggerisce che l’inquinamento atmosferico danneggia le barriere protettive delle pareti intestinali.

Un articolo del 2017, pubblicato su The Lancet, ha mostrato che le malattie infiammatorie intestinali sono più diffuse nelle società urbane industrializzate. Inoltre, lo studio dell’Ohio State University ha mostrato come alcuni topi, esposti all’inquinamento atmosferico, sono diventati ansiosi e depressi, hanno accumulato più grasso corporeo e sono diventati meno sensibili all’insulina rispetto a un gruppo di controllo che respirava aria filtrata.

Uno studio su più di 600 bambini, in Belgio, ha rilevato che un incremento di 2,6 punti del QI potrebbe essere dovuto semplicemente a un aumento del 3% della vegetazione nel loro ambiente, con aumenti maggiori all’estremità inferiore dello spettro. Analizzando i dati, si è scoperto che gli alberi fanno meglio allo sviluppo dei bambini rispetto ai terreni aperti, come i campi.

Uno studio della London School of Economics suggerisce poi che la criminalità sia più bassa nelle aree alberate: la ricerca rileva che per “un aumento del 10% della copertura arborea, c’è stata una diminuzione del 15% della criminalità violenta”.

Nel Regno Unito sono in corso iniziative per rendere più frondoso il paesaggio. Lo Urban Tree Challenge Fund, lanciato dal governo britannico nel 2019, offre finanziamenti alle comunità perché piantino alberi, con l’obiettivo di avere 30.000 nuovi ettari di verde all’anno entro il 2025.

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