
LA SORGENTE DELL’IMMAGINAZIONE
L’IMMAGINAZIONE HA UNA SUA REALTÀ, UN SUO FONDAMENTO E ORDINAMENTO, UNA SUA STRUTTURA. CREATIVI DI OGNI SETTORE, MISTICI, YOGIN, ACCEDONO A QUEL “PIANO” E DA QUELLO STATO DI COSCIENZA “PESCANO” MATERIALE PER LE LORO OPERE, INFORMAZIONI PER OPERARE GUARIGIONI, IDEE NUOVE E RIVOLUZIONARIE. L’UOMO NON È FATTO DI SOLA MATERIA E NON RISPONDE SOLO ALLA MATERIA
Oggigiorno l’utilizzo delle immagini accompagna sempre di più ogni tipo di comunicazione o informazione, guida la persuasione politica e pubblicitaria, esalta lo spettacolo, definisce i rapporti interpersonali. Purtroppo, non conoscendo il significato profondo, lo sviluppo storico e la sintassi delle immagini che “assorbiamo”, ne siamo fortemente dominati, per lo più al livello inconscio. Case, alberi, bambini, stelle, spirali, mandala (cosmogrammi, psicogrammi), etc. vengono utilizzati a scopi commerciali per vendere pannolini, automobili, prodotti alimentari, detersivi, etc.
Ci sentiamo infatti attratti, rassicurati, confortati da prodotti che utilizzano certe immagini archetipali e simboliche e spesso, senza operare la benchè minima analisi sul prodotto, lo mettiamo nel carrello della spesa, ignari dell’inganno. Le immagini che risiedono nel nostro inconscio e subconscio sono molto potenti anche nella formazione della nostra “architettura” mentale, intellettuale ed emozionale. Eppure non sappiamo nulla delle immagini e ancor meno della facoltà dell’immaginazione. Né sappiamo di quel “piano” invisibile ai 5 sensi ordinari, dove quiescenti perdurano le “immagini” eternamente esistenti. Così l’ulivo, l’insalata, il cavallo muoiono ma la loro immagine di “individualità eterna” non muore mai. Definiamo questi modelli primari delle immagini, questi “semi”: Archetipi o Universali.
Nonostante il pregiudizio scientifico, con l’esaltazione della ragione tecnica e meccanica, abbia compromesso la percezione di questo piano di esistenza, sappiamo che l’immaginazione ha una sua “realtà, un suo fondamento e ordinamento, una sua struttura”. E anche se il fanatismo empirico dilaga, non possiamo credere che l’esperienza sensoriale personale sia l’unico fondamento del conoscere. Artisti, poeti, pittori, filosofi, visionari, profeti, sciamani, inventori, mistici, yogin, accedono a quel ‘piano’ e da quello stato di coscienza ‘pescano’ materiale per le loro opere, informazioni per operare guarigioni, idee nuove e rivoluzionarie.
L’immagine ha accompagnato l’evoluzione dell’essere umano; come non ricordare i disegni paleolitici nelle grotte di Altamira in Spagna o di Lascaux in Francia, che suggeriscono non solo una raffigurazione delle attività di caccia dell’uomo preistorico, ma anche una dinamica immaginazione che mirava ad evocare certi accadimenti e a proiettare certe volontà, una sorta di magia simpatica, che imprimeva nella roccia, quanto fosse auspicabile, indirizzando e proiettando con la forza dell’immaginazione e del segno. Nel passato medioevale e rinascimentale le immagini simboliche erano utilizzate soprattutto nelle cattedrali.
La “Biblia pauperum” o Bibbia (libri) dei poveri, aveva un codice iconologico ben preciso: una giovane donna con una tunica rossa e un manto azzurro rappresentava Maria; un cavaliere con il Drago: S. Giorgio; un vecchio nel suo studio con un leone: S. Girolamo.
Questo permetteva un’immediatezza del messaggio, soprattutto per chi non sapeva leggere e scrivere. L’essere umano, a differenza degli animali, immagina, e per la sua plasticità interiore questa facoltà permette di creare positivamente o negativamente tutto quello che poi (se rafforzato) “cade” inevitabilmente sul piano della materia fisica grossolana.
I mistici islamici ci parlano di un regno intermedio, “Alam al-Mithal” o “Mondo delle similitudini” o “Mondo dell’immaginazione”. È come un ponte tra il mondo di Dio e il mondo manifesto, tra il mondo dell’Intelletto e quello della percezione sensibile. In questo mondo non esistono le limitazioni fisiche e i confini spazio-temporali. È considerato un mondo reale, se pur di materia ultrasottile. La facoltà per accedere a questo mondo è l’immaginazione creativa, al di là dei sensi ordinari.
Nella scienza-filosofica indiana, questo mondo onnipervadente è la sfera dell’Akasha (Cielo, Etere), una “biblioteca universale” di tutti i suoni e di tutte le vibrazioni (shabda) dalla quale scaturiscono i pensieri, le emozioni e le azioni degli esseri umani. Questa quintessenza degli elementi (bhuta) aria, fuoco, acqua, terra, è il substrato che sottende alla vita fisica, mentale ed emozionale dell’essere umano e della vita terrestre in generale.
C.G. Jung attingendo alla filosofia indiana concepisce il concetto di “Incoscio collettivo”, come un grande serbatoio di idee ed emozioni, dalla quale l’essere umano è influenzato e che influenza a sua volta. È, quindi, da questo “piano” di esistenza, da questa sorgente, che lo Spirito si lega alla Materia. Attraverso una fruttuosa interdipendenza, l‘essere umano percepisce, con intelletto e intuizione acuti, tutto un mondo di potenzialità, di possibilità, che la ragione non può vedere, ma solamente analizzare.
Quel che accade con le parole, che mantengono i Ioro significati ben oltre il momento in cui se ne ha consapevolezza e continuano ad agire in tal modo, accade parimenti con le immagini. Occore quindi avere chiarezza dei significati profondi delle immagini più comunemente usate, ad es. l’albero, la casa, simboli geometrici, ecc.. Una riflessione sul potere delle immagini, quindi, non solo ci libera dai condizionamenti, per lo più inconsci, ma ci permette di crescere psicologicamente e spiritualmente, di aprirci ad un mondo interiore di cui spesso non conosciamo il linguaggio, le chiavi, le profondità e le altezze.