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LAGOTTO ROMAGNOLO, TARTUFO E SALOTTO

Vogliamo un cane affettuoso ma mai invadente? Dolce eppure riservato? Questo ricciolino delle campagne romagnole, dall’aspetto rustico e intrigante, fa al caso nostro. E non crediamo a chi ci dice che è bravo solo a cercar tartufi…

È il re della cerca al tartufo, l’unico tra i cani selezionato e specializzato per questo compito così “prezioso”. Eppure non è sempre stato così: fino alla bonifica delle lagune romagnole nell’Ottocento, infatti, era impiegato nella caccia agli acquatici. E oggi sempre più famiglie lo scelgono come cane da compagnia, scoprendo in lui un amico affettuoso, pronto a condividere ogni momento della vita familiare senza però risultare invadente.

Da qualche anno il Lagotto Romagnolo è riconosciuto anche all’estero e in Italia i suoi numeri sono decisamente in crescita. Per evitare che questo successo si trasformi in un’arma a doppio taglio, con il rischio che il nostro ricciolino doc finisca nel girone “delle mode” che purtroppo ha dato tanti problemi a molte razze, è bene capire quali siano le sue vere caratteristiche ed esigenze. È un cane da tartufo, sì, ma non solo… e allora, lasciamoci sorprendere!

Dalla caccia nelle lagune…

Oggi è l’unica razza al mondo specializzata nella cerca al tartufo, ma le sue origini sono ben lontane. Il Lagotto Romagnolo, infatti, nasce come cane da caccia agli acquatici: non a caso il suo nome in dialetto romagnolo, Càn Lagòt, significa proprio “cane da acqua”. Fin dall’epoca etrusca i progenitori del Lagotto erano apprezzati nelle attività di caccia e pesca: nella necropoli di Spina, non lontano da Ferrara, sono state rinvenute raffigurazioni di cani del tutto simili a quelli odierni. Scomparsi gli Etruschi, il Lagotto continuò a essere apprezzato in epoca romana e medievale, diffondendosi nell’ampia porzione di territorio costiero che da Ravenna attraversa le Valli di Comacchio e il Delta del Po per arrivare in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. Testimonianze della presenza di questi cani ci arrivano anche dalle epoche successive, grazie ai dipinti dei maestri rinascimentali: da Andrea Mantegna, che immortala un cane del tutto simile al Lagotto negli affreschi della Camera degli sposi di Palazzo Ducale a Mantova, a Paolo Antonio Barbieri, fratello del Guercino, che ritrae il nostro ricciolino in compagnia del celebre pittore e della sorella (sotto).

Nel Settecento, il medico e naturalista Linneo descrive un Canis acquaticus, diffuso in tutto il Mediterraneo, che non può essere altri che il nostro Lagotto. Fino all’Ottocento, quando le lagune romagnole furono bonificate, il Lagotto affiancò i vallaroli o lagotti nella caccia di valle, specializzandosi nel recupero e nel riporto della selvaggina acquatica. I vallaroli si dedicavano anche alla ricerca del tartufo, a quel tempo molto più abbondante, scoprendo quanto i cani ricciolini fossero abilissimi anche in questa attività, che poi divenne la loro nuova specializzazione. E così, quali cacciatori di preziosi “tuberi” e non più di uccelli acquatici, li conosciamo ancora oggi. La storia moderna della razza comincia, infatti, negli anni Settanta quando un gruppo di appassionati iniziò a lavorare per il riconoscimento ufficiale del Lagotto che è arrivato, a livello internazionale, solo nel 2005.

Per farlo vivere sereno dobbiamo rispettare la sua sensibilità

Vivace e intelligente, il Lagotto Romagnolo si dimostra attento ed efficiente “sul lavoro”, dolce e tranquillo a casa. E, infatti, proprio per l’affetto che lo lega alla sua famiglia, è anche un ottimo cane da compagnia. Non dimentichiamo, però, che nascendo come cane da lavoro ha bisogno di fare movimento ogni giorno e di essere coinvolto in attività che gli permettano di interagire con il proprietario e di esercitare corpo e mente. È un cane molto sensibile e, a volte, questa sensibilità può sfociare nell’insicurezza: per questo il suo compagno umano deve diventare per lui un punto di riferimento, al fianco del quale possa affrontare anche situazioni che altrimenti gli causerebbero stress. Ecco perché se siamo persone troppo ansiose o premurose, forse il Lagotto Romagnolo non fa al caso nostro. Allo stesso tempo, a volte i soggetti di questa razza danno poca confidenza agli estranei, siano altri cani o persone, e hanno bisogno di prendersi il tempo necessario per “aprirsi” a ciò che non conoscono. Solo rispettando e comprendendo queste necessità potremo avere al nostro fianco un cane sereno, equilibrato, che saprà creare con noi un legame davvero fantastico.

Curato ma non toelettato

È il bellissimo mantello riccio a rendere il Lagotto così affascinante e immediatamente riconoscibile anche agli occhi dei cinofili meno esperti. Secondo lo standard di razza, il pelo deve presentare un riccio incurvato ad anello stretto su tutto il corpo, mentre sulla testa i ricci si presentano più aperti e non devono mai coprire gli occhi. Come fare per mantenerlo in ordine? In realtà è più facile di quel che sembri, anche perché il Lagotto è un cane rustico e, come tale, il suo aspetto deve essere il più naturale possibile, evitando di sottoporlo a una toelettatura eccessiva (che oltretutto è motivo di squalifica in esposizione). Il pelo va pettinato ma non spazzolato, perché non bisogna togliere il sottopelo che protegge il Lagotto dal freddo, dalla pioggia e dall’acqua che questi cani amano tantissimo. Il nostro ricciolino non fa la muta, e questo è un bene perché non perde peli, ma richiede un controllo almeno due volte al mese per rimuovere le matasse. Almeno una volta l’anno, poi, va tosato completamente così che il pelo cresca più forte. Questa operazione ci è utile in estate, perché soffre molto il caldo.

Professione trifolau? Certo, ma sa fare bene anche tanto altro!

Come abbiamo già ampiamente scritto, il Lagotto Romagnolo eccelle nella cerca al tartufo, anzi è l’unica razza al mondo selezionata per questo scopo. Ma, questo non è certo l’unico campo in cui questo cane possa essere impiegato: Ci sono soggetti che fanno Agility o Pet therapy, persino alcuni che fanno salvataggio nautico. Infatti, anche se non viene utilizzato per la caccia al prezioso fungo sotterraneo, la cosa importante è che il Lagotto possa lavorare. La passeggiata per fare i bisogni non gli può bastare, ha bisogno di svolgere attività fisica e di fare esercizi di attivazione mentale. Per esempio possiamo portarlo in un parco e fargli fare esercizi come il “seduto” o il “terra”, sicuramente stimolanti per la sua mente. Ancora più importante per il Lagotto, però, è che tutte queste attività si svolgano con il proprietario, con cui questo cane ama e deve interagire. Del resto, qualunque sia lo sport o l’attività scelta, non dobbiamo mai dimenticarci che ciò che spinge il cane a lavorare è il suo amore per noi e il suo desiderio di compiacerci. Infine, se volessimo avvicinarci all’attività di cerca al tartufo, senza pretendere di diventare tartufai di professione, esistono oggi corsi aperti anche ai neofiti e addestratori che permettono ai privati e alle famiglie di addestrare i cuccioli e intraprendere insieme ai propri cani questa attività divertente e sicuramente appagante per il naso sopraffino del Lagotto.

Sempre alla moda! Tanti i colori del mantello

Il nostro bellissimo ricciolino romagnolo può essere di tanti colori diversi: lo standard di razza ammette il monocolore bianco sporco, il bianco con macchie marrone o arancio, il roano arancione, il roano marrone, il marrone monocolore (in diverse tonalità) con o senza bianco, l’arancio con o senza bianco. Alcuni cani hanno una maschera da marrone a marrone scuro. È permessa la presenza di macchie marrone nelle diverse tonalità. Ma che cos’è il roano? Si tratta di un misto di peli bianchi e marrone (o arancio) che crea un effetto molto suggestivo. I cuccioli di questo colore nascono con un mantello di colore bianco su cui spiccano pezzature di colore marrone e solo crescendo il mantello diventa roano. Il colore degli occhi e del tartufo è sempre in armonia con quello del pelo, variando in entrambi i casi dal marrone chiaro al marrone scuro.

HA CONQUISTATO L’AMERICA

A dieci anni di distanza dal riconoscimento da parte della FCI, nel 2015 il Lagotto Romagnolo è stato riconosciuto anche dall’American Kennel Club, approdando ufficialmente negli Stati Uniti. Oltre ad allargare il suo apprezzamento internazionale, il ricciolino italiano è stato così ammesso al Westminster Dog Show, una delle più importanti manifestazioni cinofile internazionali che si tiene ogni anno a New York fin dal 1877. Il Lagotto ha partecipato per la prima volta all’edizione numero 140, quella del 2016. In quella occasione, le razze new entry sono state sette, di cui tre “indossavano” il tricolore: oltre al Lagotto Romagnolo, anche il Bergamasco e il Cirneco dell’Etna. Alle tre razze italiane si sono affiancati il Boerboel, lo Spanish Water Dog, il Miniature American Shepherd e il Cane da pastore della Piccardia.

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