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L’IPNOSI FUNZIONA MEGLIO DEI FARMACI

Altro che superstizione popolare! Oggi l’ipnosi è usata per anestetizzare i pazienti in sala operatoria e come analgesico per alleviarne i dolori acuti e cronici. Senza contare che attenua l’ansia, aiuta ad affrontare i traumi e inibisce la fame nervosa, dimostrandosi un efficace coadiuvante per chi vuole dimagrire

Nella Clinica odontoiatrica dell’Università di Padova, una donna di 45 anni è stata sottoposta all’estrazione di un dente del giudizio impiegando come anestetico la sola ipnosi. A mandare “in trance” la paziente, allergica ai farmaci contro il dolore, è stato Enrico Facco, neurologo ed esperto di ipnosi clinica.

Questa pratica insomma è tutt’altro che superstizione popolare e, se il paziente è motivato e si fida dell’ipnologo, può essere decisiva anche nelle dipendenze da alcol e tabacco.

Aiuta a smettere di fumare

«In un terzo dei casi il tabagista smette e non riprende più», dice Franco Riboldi, psicoterapeuta e autore di Stop alla dipendenza dal fumo (De Vecchi). Bastano due sedute, nelle quali il paziente è indotto in ipnosi e dissuaso con una tecnica che associa l’abitudine di fumare a esperienze negative, come malattie e senso di soffocamento.

Oggi la terapia ipnotica contro il tabagismo è disponibile anche in strutture pubbliche ed esistono prove scientifiche della sua efficacia. Già nel 2007 al meeting dell’American College of Chest Physicians era stato dimostrato il valore dell’approccio grazie a uno studio condotto su 67 fumatori.

Allevia il dolore cronico

I pazienti affetti da patologie che causano dolore cronico trovano giovamento nell’ipnosi grazie a un fenomeno di condizionamento: ad esempio, si può indurre nel soggetto una sensazione di freddo, che ha un potere analgesico, nelle zone doloranti oppure spingerlo a immaginare di avere una protezione intorno alla parte che fa male. Si ottengono riduzioni del dolore intorno al 50 per cento. «Raggiunto il risultato, le sedute si diradano e si insegna al paziente a praticare l’autoipnosi», ha spiegato Giuseppe De Benedittis, professore di neurochirurgia presso l’Università degli studi di Milano. Che la tecnica funzioni è dimostrato anche da indagini effettuate con la risonanza magnetica: in una ricerca condotta 13 anni fa all’Università dello Iowa (Usa) è stato possibile osservare una riduzione di attività nelle aree del cervello connesse alla percezione del dolore.

Riduce la fame nervosa

La fame nervosa è spesso legata ai significati affettivi e sociali collegati al cibo. I problemi di sovrappeso possono infatti essere legati a una distorsione del meccanismo che regola fame e sazietà. Per questo l’ipnosi può essere utile facendo passare dalla presa di coscienza del corpo alla creazione di un’immagine corporea ideale mediante la visualizzazione. La percentuale di successi si aggira attorno all’80-85 per cento.

Attenua l’ansia

Per i pazienti affetti da ansia, attacchi di panico ma anche da disturbi alimentari può essere utile l’ipnosi regressiva, che permette di far affiorare ricordi rimossi di eventi traumatici. Lo scopo è quello di risalire all’origine e “far pulizia” di ciò che fa male psicologicamente. Anche altre forme di ipnosi possono essere d’aiuto per superare specifiche fobie: «Ad esempio», spiega Enrico Facco, «è possibile usare l’ipnosi per indurre una sedazione utile ai pazienti fobici che si devono sottoporre a indagini diagnostiche come la risonanza magnetica, causa di claustrofobia».

Lenisce il mal di testa

Quando la cefalea non è causata da patologie organiche, l’ipnosi dà ottimi risultati. «Si resiste meglio al dolore probabilmente grazie a un aumento delle endorfine, gli analgesici naturali prodotti dall’organismo», ha spiegato Gennaro Bussone dell’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano. Con questa tecnica è possibile ridurre l’utilizzo dei farmaci e frequenza, intensità e durata degli attacchi.

Cura l’intestino

Nel 2012 ricercatori dell’Università di Göteborg (Svezia) dimostrarono in uno studio sull’American Journal of Gastroenterology l’effetto positivo dell’ipnosi sui sintomi del colon irritabile: dei 138 pazienti esaminati, il 40 per cento mostrò benefici concreti dopo 12 sedute da un’ora di ipnoterapia una volta la settimana. La terapia insegna al paziente a controllare i sintomi e a raggiungere uno stato di rilassamento profondo.

Sostiene i pazienti oncologici

L’ipnosi aiuta a controllare il dolore cronico e a superare l’impatto psicologico della grave malattia. Inoltre i pazienti sottoposti a ipnosi presenterebbero meno sintomi collaterali come nausea, vomito e stanchezza. Proprio su quest’ultimo punto uno studio pubblicato nel 2014 dal Journal of Clinical Oncology ha rilevato come in media le pazienti colpite da tumore al seno e sottoposte a trattamento ipnoterapico mostrano meno stanchezza dopo la radioterapia rispetto al 79 per cento delle pazienti non ipnotizzate.

Mitiga il dolore postoperatorio

Oltre alle tecniche di ipnosi in odontoiatria, l’ipnosi può limitare l’utilizzo di oppiacei dopo gli interventi. Uno studio di quest’anno, pubblicato dal Journal of Clinical Nursing e condotto su 120 bambini e adolescenti tra i 10 e i 18 anni, spiega come in ambito pediatrico brevi sedute di ipnosi siano utili a ridurre il dolore e l’ansia postoperatori.

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