
L’UOMO E IL CANE: UNA LUNGA STORIA D’AMORE
Fin nelle più antiche civiltà i cani sono stati i compagni prediletti dell’uomo che ne ha individuato le caratteristiche più desiderabili e ha creato razze corrispondenti alle sue esigenze. Probabilmente per questo il cane ha – tra tutti gli animali – la più grande variabilità fisica e comportamentale. Teniamone conto sia quando scegliamo il nostro amico sia quando lo portiamo con noi in società
Parte II
Grande, piccolo, piccolissimo. A pelo corto o lungo, a tinta unita o chiazze: oggi il cane è la specie con la più alta variabilità fisica. Le 360 razze ufficialmente riconosciute dalla Federazione cinologica internazionale (FCI) appartengono tutte alla specie Canis familiaris.
Breve storia del cane
In migliaia di anni, attraverso incroci mirati, abbiamo plasmato il nostro amico per favorire le caratteristiche fisiche o comportamentali che più ci interessavano. Tra i primi cani c’erano i Molossoidi dell’antica Mesopotamia, cani massicci e combattivi, selezionati per difendere le greggi e proteggere i villaggi. In Egitto c’erano invece i Levrieri, veloci compagni nella caccia.
Quanto ai Romani, proclamarono l’Impero “patria dei mille cani” e ne selezionarono una grande varietà, i cui principali utilizzi riguardavano la guardia, la pastorizia e la compagnia. Nel Medioevo si affermarono i Bracchi e i Bloodhound, impiegati per seguire la selvaggina senza abbaiare, ma anche i Bassotti, abilissimi nello stanare le prede nella tana. Tra il XVII e il XVIII secolo furono scritti i primi saggi di genealogia delle razze canine, in cui si fissavano i caratteri distintivi.
Nel 1861 a Londra e poi nel 1863 a Parigi si svolsero le prime esposizioni, in cui gli allevatori esponevano gli esemplari migliori. Nacquero anche i primi club di razza.
Ogni razza ha il suo standard
Con gli inizi del Novecento, i club di razza iniziarono a svolgere un ruolo di primo piano nella selezione dei cani. Da allora vi fanno parte tutti gli allevatori ufficialmente riconosciuti e al club spetta il compito di definire lo standard, ovvero “l’insieme delle caratteristiche fisiche e comportamentali proprie della razza”.
Lo standard è un riferimento di grande utilità perché è su di esso che si valutano gli esemplari da impiegare come riproduttori. I migliori vantano pedigree di alto lignaggio, con tanto di certificato che attesta la genealogia del cane, dai genitori sino ai trisavoli. Sulla base dello standard, gli allevatori lavorano anche per correggere eventuali difetti che possono pregiudicare la salute psico-fisica dei discendenti.
In passato, infatti, non sono mancati casi in cui si è posta molta attenzione a certi caratteri fisici a discapito del benessere degli animali. Accadde ad esempio con i Dobermann, che nel secolo scorso mostravano un carattere aggressivo e poco equilibrato, con i Pastori tedeschi, soggetti alla displasia dell’anca, e ancora con i Dalmata, vulnerabili a una sordità di natura genetica. Ora gli allevatori più responsabili e qualificati stanno molto attenti a tutte queste problematiche, ma ciò non basta a mettere al riparo gli animali da chi vuole speculare.
Ne sono un triste esempio le razze toy (giocattolo) o i teacup dog, cani così piccoli da stare in una tazza da tè. Queste varietà, oggi molto di moda, sono frutto di selezioni così estreme che portano sul mercato esemplari fragili e vulnerabili alle malattie, anche di natura congenita.
Dall’Alano al Chihuahua, si va da 1 a 100 chili
Taglia extra large per l’Alano e taglia extra small per il Chihuahua. 70-100 chili per il primo, 1-3 chili per il secondo, con una differenza di altezza che può superare i 70 centimetri. In nessuna altra specie animale esiste una così ampia estensione di pesi e misure. Una ricerca inglese dalla Cornell University ha identificato tra le probabili cause una mutazione genetica (relativa al gene IGF-1, responsabile della produzione di ormone proteico) su cui inconsapevolmente ha fatto leva la selezione operata dall’uomo. Genetica a parte, questa ampiezza di misure comporta grandi differenze morfologiche, fisiologiche e di comportamento. Ad esempio, i cani di taglia piccola hanno un sistema digerente più efficiente in proporzione alla taglia e vivono mediamente di più rispetto ai grandi (15 anni contro gli 8-10 dei secondi). I più piccoli, inoltre, sono in genere più attaccabrighe dei grandi, forse per compensare i limiti della loro mini taglia.
350 RAZZE, SUDDIVISE IN 10 GRUPPI
La Federazione cinologica internazionale (FCI) e il corrispondente Ente nazionale di cinofilia italiana (ENCI), suddividono le 360 razze ufficialmente riconosciute in 10 gruppi. Eccoli.
GRUPPO 1
Cani da Pastore e Bovari
Vi fanno parte le razze selezionate per la pastorizia, dai guardiani delle greggi ai cani conduttori, impiegati durante la transumanza. Tra i più noti, il Pastore tedesco, il Bergamasco, Il Border, Collie, il Welsh e Corgi.
GRUPPO 2
Pinscher e Schnauzer e Bovari svizzeri
Include cani perlopiù di taglia media grande, selezionati per la guardia e la difesa. Tra essi, i Bulldog, i Boxer, il Mastino napoletano, il Rottweiler e i Bovari svizzeri come il San Bernardo e il Bernese, selezionati alle origini come cani da guardia.
GRUPPO 3
Terrier
Vi fanno parte cani usati in origine per stanare le prede di caccia o gli animali nocivi (ratti e topi) dalle tane sotterranee. Terrier si pensa derivi dalla parola “terra”, proprio per l’abilità di questi cani a infilarsi nei buchi del terreno. Tra essi, il Jack Russell, il West White Terrier, il Bull Terrier e lo Yorkshire.
GRUPPO 4
Bassotti tedeschi
Gambe corte, naso a punta e corpo affusolato. A questo gruppo appartiene solo il Bassotto tedesco, la cui origine risale al XVII secolo, probabilmente dall’incrocio di un Segugio del Giura con un Pinscher. Dalla varietà a pelo raso, sono state poi selezionate quelle a pelo lungo e a pelo duro.
GRUPPO 5
Spitz e cani di tipo primitivo
Vi fanno parte i grandi cani nordici da slitta (come l’Alaskan Malamute o il Siberian Husky), ma anche i cani nordici da caccia (come il Cane da orso della Carelia), e gli Spitz (come il Volpino italiano o l’Akita), ma anche i cani di tipo primitivo, di origine antichissima, come il Basenji o il Cirneco dell’Etna.
GRUPPO 6
Segugi e cani da pista
Sono inclusi cani dalle spiccate doti olfattive, selezionati per seguire le tracce della selvaggina durante la caccia. Ne sono un esempio il Basset Hound, il Beagle, il Segugio italiano.
GRUPPO 7
Cani da ferma
Vi fanno parte i cani da caccia che, una volta trovata la preda, si fermano e segnalano la presenza al cacciatore. Spesso sono anche definiti cani da “punta”, perché nella classica posizione eretta con una zampa sollevata, con il muso puntano il luogo esatto in cui si nasconde la selvaggina. Tra i più noti, il Bracco tedesco, lo Spinone italiano, il Pointer inglese, il Setter irlandese.
GRUPPO 8
Cani da riporto, cani da acqua
Vi sono incluse le razze selezionate in origine per riportare al cacciatore la selvaggina abbattuta, spesso recuperata in acqua. Tra queste, le più note sono i Golden Retriever, i Labrador, i Cocker e il Lagotto romagnolo, razze che per via del buon carattere oggi sono apprezzate soprattutto per la compagnia.
GRUPPO 9
Cani da compagnia
Vi sono incluse le razze selezionate per la compagnia, molte delle quali di piccola o media taglia. Tra esse spicca il Maltese, tra le più antiche razze di cane e già noto ai tempi di Aristotele e degli antichi Romani. Vi sono inclusi anche il Barbone (nelle diverse taglie da quella grande alla toy), il Griffone di Bruxelles, il Lhassa Apso (allevato in Tibet alla corte del Dalai Lama), il Carlino e l’antichissimo Chihuahua, la razza di cane più piccola, oggi molto diffuso soprattutto nella varietà toy a pelo lungo.
GRUPPO 10
Levrieri
Gruppo di cani già al seguito degli antichi Egizi nelle battute di caccia per la loro agilità e l’attitudine a seguire le lepri in velocità. Vi fanno parte razze di taglia grande, come il Borzoi o il Levriero afgano, e i più minuti Whippet inglese e l’antico Piccolo levriero italiano.
Guida pratica al galateo del cane
Il comportamento del nostro amico è un aspetto fondamentale per renderlo gradito ovunque andiamo. Il cane, infatti, ormai ci accompagna al ristorante, in albergo, a fare compere, sui mezzi di trasporto; persino al lavoro sta diventando un compagno abituale. Ecco alcuni consigli da seguire nelle diverse situazioni.
Al ristorante
Per evitare che possa disturbare abbaiando o agitandosi per richiedere cibo, è conveniente farlo mangiare prima di andare al ristorante. Meglio chiedere sempre al ristoratore la disponibilità ad accoglierlo e a riservarci un tavolo defilato, dove non arrechi disturbo agli altri commensali. Va sempre tenuto al guinzaglio (mai legarlo a una sedia vuota, però: può farla cadere) e lontano dai luoghi di passaggio di camerieri o altre persone.
Sui mezzi di trasporto
Deve viaggiare al guinzaglio e con la museruola. Molte linee di trasporto pubblico chiedono il pagamento di una tariffa ridotta e ammettono solo piccole e medie taglia. Per impedire che il cane possa sentirsi pressato dalla folla, è bene evitare le ore di punta o i convogli troppo pieni. Meglio evitare anche la vicinanza con altri cani: i mezzi pubblici non sono luoghi adatti alla socializzazione.
In automobile
È bene abituare il cane fin da cucciolo a viaggiare in macchina. Si inizia facendolo viaggiare per brevi tratti attorno all’isolato per arrivare a viaggi di qualche ora, ma sempre con pause per sgranchire le zampe, fare i bisogni e bere. Secondo il regolamento di sicurezza stradale, il cane deve viaggiare in un apposito trasportino o, nel caso si possieda una vettura openspace, nel vano bagagli limitato dalla rete di separazione che gli impedisca di saltare sui sedili anteriori. Meglio non farlo mangiare nelle dieci ore che precedono il viaggio. Nel caso soffra particolarmente la nausea, è utile consultare il veterinario di fiducia per una eventuale terapia. Attenzione, mai lasciare che il cane viaggi con la testa fuori dal finestrino (potrebbero infiammarsi occhi e orecchie) e mai lasciarlo chiuso in auto da solo (in estate, bastano poche decine di minuti per un colpo di calore mortale).
In albergo
Le regole per una buona accoglienza si traducono in poche norme: avvisare l’albergatore della presenza del cane al momento della prenotazione e informarsi su un’eventuale tariffa di soggiorno extra; portare una cuccia o una coperta da viaggio dove farlo dormire (mai farlo salire su letti o divani); non lasciarlo solo perché in un ambiente estraneo potrebbe sentirsi abbandonato e abbaiare o peggio ancora graffiare le porte. Al di fuori della stanza, tenerlo sempre al guinzaglio.
Nei parchi e giardini
In molti parchi o giardini pubblici per questione di igiene e sicurezza i cani non sono ammessi o al più devono essere tenuti al guinzaglio. Possono scorrazzare liberi solo nelle apposite aree cani. Qui però è buona norma seguire una sorta di galateo con gli altri utenti per evitare pericolose azzuffate. Se infatti si sa che il proprio amico ha un’indole litigiosa e diventa aggressivo (come spesso accade tra maschi), è bene aspettare che il recinto sia libero da possibili rivali. Volendo, ci si può anche accordare con gli habitués sui turni di frequenza. Immancabili al parco e per strada, sono paletta e sacchetto per raccogliere i bisogni: si evitano multe salate e si dà prova di senso civico favorendo la tolleranza dei cani da parte di tutti.
Al lavoro
Sono sempre di più gli uffici e i datori di lavoro che accolgono gli amici a quattrozampe dei propri dipendenti. Diverse ricerche hanno infatti accertato che gli animali domestici aiutano a creare un ambiente di lavoro sereno e aumentano la produttività dei lavoratori. Nel caso i cani siano permessi, ricordarsi di portare per loro copertina o cuccia per farli dormire, una ciotola dell’acqua e qualche snack per la pausa pranzo.
In viaggio
Il bagaglio del nostro amico deve includere anzitutto una ciotola per bere (in commercio si trovano modelli da viaggio: pieghevoli o costituite da particolari bottigliette di plastiche provviste di ciotolina estraibile); un paio di scatolette o una scorta di mangime secco della marca abituale (lo aiuterà ad abituarsi al cambiamento di ambiente e a evitare di rimanere senza cibo qualora non si trovassero negozi aperti all’arrivo). Possono essere utili una spazzola e un asciugamano (in caso sia necessario un bagno di emergenza) e una semplice cuccia da viaggio per dargli il piacere di un letto comodo.
I cani guida hanno la precedenza
I cani guida che accompagnano i portatori di disabilità, proprio per il loro importante e insostituibile ruolo, hanno la precedenza sui posti riservati. Inoltre, hanno diritto a viaggiare gratuitamente senza limiti di taglia e peso al fianco del loro assistito. Devono comunque essere muniti di guinzaglio e di apposita pettorina che segnali il loro ruolo e di eventuale museruola.