
NETER, COLUI CHE RISORGE
Uno dei simboli della divinità nell’antico Egitto era il vessillo “Neter”. È possibile estrapolare da questa conoscenza egizia un messaggio occulto comunicato dagli antichi Egizi in relazione al concetto di Sé divino? Cosa aveva scoperto Akhenaton per modificare la tradizione associata al numero dei Neteru la loro presenza nel pilone dei templi?
La ricerca del significato più profondo del termine egizio “Neter” o “Necher” (dal geroglifico “nTr”), impegna ed affascina, da sempre, i ricercatori di enigmi storici e tutti gli appassionati di misteri. Il suo simbolo, un palo con un lembo di stoffa avvolto, richiama collegamenti arcaici con la nostra parte più nascosta, evocando il Principio di ogni cosa e le origini dell’uomo. In molti obbietteranno che il suo significato potrebbe avere a che fare con la nostra parte più bellicosa e aggressiva. Questa interpretazione deriva dal fatto che, in alcuni casi, la sua forma ad “ascia” lo possa far accostare ad un arma e alla guerra. L’ascia viene sovente riprodotta, nell’antico Egitto, impugnata da guerrieri e sovrani e a questo proposito risulta straordinaria l’ascia d’oro del faraone “liberatore” Ahmose conservata al museo di Asswan. Quello che personalmente mi allontana da ciò che potrebbe scaturire da un elemento dalle origini belliche è il fatto che il simbolo “Ntr” sembra essere costantemente associato al mondo del divino e della morte. La collocazione del palo “Ntr” era prevalentemente all’ingresso dei templi. Difatti, quattro pali, con un lembo di stoffa legato al vertice ornavano l’ingresso dei Piloni di accesso della Casa del Dio: il Cancello di Amon bloccava la strada ai profani e ai non iniziati ai segreti. Se osserviamo bene la forma dei maestosi Piloni templari (es. Luxor, Karnak), notiamo che essi rappresentano e indicano, in realtà, un Orizzonte sacro. L’Orizzonte orientale era, ad esempio, la contrada di Luce che conduceva alla Resurrezione. I due piloni rappresentavano le due montagne che custodivano, al loro centro, il sole che sorge all’alba, esattamente come lo spirito del defunto risorgeva a nuova vita. Ovviamente il tempio non era accessibile a tutti. Il punto più profondo e segreto era riservato al Grande Sacerdote e al Faraone stesso. Il Segreto del Tempio era il segreto della divinità: impenetrabile ed inconoscibile.
L’Alba delle Origini
Il sole che sorge all’alba ogni mattina rievocava, per gli antichi Egizi, il Primo Giorno: la Prima Alba era il momento della manifestazione della Luce divina sulla Terra. Questo veniva accostato, come accennato in precedenza, alla Resurrezione del defunto. Lo Splendore del Primo Sole, come lo Splendore e la Gloria di un’anima che aveva vinto la morte, illuminava il “novello Horus”. La luce sprigionata dall’involucro rappresentato dal corpo morto, con l’ausilio del “Ka” divino (corpo spirituale), poteva a questo punto intraprendere il lungo percorso che lo riportava alla propria essenza di origine: stella fra le stelle imperiture, “Akh” fra gli “Akhw”. Gli Akhw erano le anime elette “Splendenti” (questa è la traduzione esatta per “Akhw”), trasfigurate nella propria forma energeticamente più alta. La radice “Akh” la troviamo contenuta nella parola “Akhet” , che vuol dire proprio “Orizzonte”. Già nei Testi delle Piramidi troviamo l’espressione del divino, immanifesto, che crea da se stesso la propria prima manifestazione. La divinità si manifesta nel nostro spazio fisico con i due leoni Shw e Tefnut. La “dualità” è quindi la prima vera manifestazione del Dio nello spazio/tempo. Shw e Tefnut sono poggiati sulla prima retta temporale, rappresentano il passato e il futuro, lo Ieri e il Domani (sef, dwaw). Contemporaneamente, con la Prima Alba, si manifesta la Luce e lo spazio. I due Leoni sui quali poggia il Sole rappresentano quindi il Primo Orizzonte (Akhet). Questo bellissimo geroglifico lo troviamo contenuto il molti testi sacri egizi. Il suo corrispondente stilizzato compare sempre e sarà riprodotto fino al tramonto della civiltà faraonica. Come possiamo notare dall’immagine che gli Egizi usavano per indicare tale concetto, i due leoni sostengono la collina primigenia da cui sorge il sole. Questi due elementi fungevano da sorveglianza e da sostegno alla Rivelazione in Gloria e Splendore del divino, sul nostro piano. Altro nome che i due leoni possedevano era “Aker”. Aker è indicato nei testi esoterici come la Porta della Terra. Con questa definizione si sottolinea come l’Orizzonte orientale, avesse una funzione di “passaggio dimensionale” e trascendenza. L’Oriente era la via per i Campi Elisi egizi e per l’Eternità. L’Orizzonte occidentale era, invece, accostato alla trapasso, al percorso nella terrena Dwat (terzo livello fra cielo e Terra, necessario alla purificazione del defunto) e ovviamente a quel momento che in natura somiglia maggiormente alla morte, il tramonto. I famosi Piloni templari, quindi, rappresentavano questi Orizzonti al centro e nel cuore dei quali, vi era la “Manifestazione”. Adesso possiamo cominciare a comprendere come mai le piramidi fossero anche chiamate “I Monti di Luce”, o “Orizzonti”, il più noto dei quale erta “Akhet Khwfw”, ovvero L’Orizzonte di Cheope, la Grande Piramide.
L’Orizzonte di Aton
Il famoso faraone Amenhetep IV, meglio conosciuto come Akhenaton, aveva un rapporto viscerale con i “suoi Orizzonti”. Molte statue che lo riproducono in contemplazione del tramonto mostrano inequivocabili solchi di lacrime lungo le guance. Il tramonto commuove con l’ultimo bagliore rosso sangue, e lascia un lieve velo di malinconia che ci accompagna verso il sonno. Il risveglio del nostro caldo astro all’alba, illumina la nostra giornata e riporta la vita in ogni angolo del mondo. Akhenaton costruì grandi templi aperti a tutto il popolo. Anche dal punto di vista architettonico lanciò un chiaro messaggio: i Piloni non mostravano più la trave che sormontava l’ingresso, ma erano aperti così come aperto fu il culto dedicato ad Aton. Gli ampi spazi interni permettevano a chiunque di accedere alle aree templari e riposarsi meditando, al riparo di grandi e ombrosi chiostri. Aton non fu “inventato” da Akhenaton, ma era un culto antichissimo proveniente dal più profondo passato. La rappresentazione del sacro Disco Solare che dona la vita e che esprime la Prima Manifestazione sul piano umano del divino, era onnipresente sui muri delle sacre strutture fatte erigere dal Re. Il Re stesso era espressione del leone/Sfinge “Shw” (il maschile manifesto, Luce e Respiro). Abbiamo rappresentazioni della coppia reale, Akhenaton e Nefertiti, posti ai lati del Disco sacro, quasi fossero la coppia garante dell’Ordine primigenio (Maat), come Shw (maschile) e Tefnwt (femminile) nel Primo Tempo. Una rappresentazione della madre di Akhenaton (la regina Tye), la rappresenta in forma di leone-sfinge come Tefnwt, tanto da confermare che il culto atoniano era già portato avanti dal predecessore e padre di Akhenaton, Amenhetep III. Questo ragionamento è supportato dal fatto che i riti di culto erano esclusivamente eseguiti dalla coppia reale: a differenza del culto di Amon e di altre divinità, la classe sacerdotale non aveva alcun ruolo primario eccetto quello della conduzione materiale dei complessi templari. Come Shw e Tefnwt, Akhenaton e Nefertiti svolgevano il ruolo di tramite unico fra il piano immateriale e quello materiale. Il cambio del nome che il re fece da Amenhetep ad Akhenaton, simboleggia tutto il concetto espresso sin qui: “Akh-en-Aton” significa “Spirito Splendente/Gloria di Dio”: l’Akh manifesto nell’Orizzonte delle montagne orientali. Ovviamente anche il nome dato al luogo che vide sorgere la sua splendente città segue lo stesso concetto: “Akhet-Aton”, ovvero l’Orizzonte di Dio.
Etimologia della Resurrezione
Torniamo dunque al simbolo “Ntr” (Necher), che con la sua “bandiera” esprime la presenza della casa del Dio. Il concetto vale sia per la sua resurrezione e rivelazione legata all’alba e all’Orizzonte orientale, sia per la sua Dimora occidentale legata al tramonto, tomba e sarcofago, primo passo verso il tragitto irto di difficoltà, delle 12 ore notturne della Dwat. Il palo “Ntr” pare una sorta di antico feticcio indicante, con tutta probabilità, un lembo di stoffa avvolto attorno ad un legno e conficcato in terra a guisa di “vessillo”. Il simbolo è presente da sempre, sin dal periodo predinastico, ed è rappresentante la “divinità” (vedi tempio di Neyth, con due pali e due piloni. Hor Aha). “Ntr” ricorre anche sugli stendardi dei “Nòmi” (i distretti divini), che venivano portati in processione. Il pilastro Djed, altro simbolo sacro per gli antichi egizi e strettamente collegato ad Osiride, spesso accompagnava il “Ntr”. Altro simbolo legato alla divinità che partecipava alle processioni, era il Falco (Horus) appollaiato su di uno stendardo. Ora, ciò che ci pone un quesito è il significato etimologico che gli antichi attribuivano al termine Ntr (Necher): “Ntr = iw f krs” che significa “Egli è sepolto”. Risulta abbastanza chiaro che, chi risulta essere sepolto, sia il Dio. Non a caso il termine “krs” (sepolto), oltre ad avere un significato legato alla sepoltura e allo scavo nel terreno, ha relazione con tutto quello che si collega al pellegrinaggio religioso e all’umiltà. Il “krst” è Osiride stesso, è il sarcofago e la sepoltura per eccellenza!
“Heret Nether” era il termine usato per indicare le necropoli. Inizialmente fu usato esclusivamente per le necropoli divine, e solo con il tempo fu esteso a tutte le altre. Il simbolo descrive il nostro “Ntr” piantato al centro delle due colline rappresentanti un orizzonte, e sostituisce il disco “solare”. Insieme ai due simboli già noti, compare uno strano trapezio, chiamato “Hr” (un ceppo) che ha il significato di “parte inferiore”, “posta sotto”. Il segno “Hr”, quindi, ci dice che “il Dio è sepolto qui sotto”: un vero e proprio stendardo per segnalare la presenza della necropoli divina. Quando si parla di bende avvolte, di sarcofago e di Dio, viene piuttosto facile pensare alla sepoltura di Osiride. Ricordiamo che Osiride fu dio in carne ed ossa per gli egizi, un Dio che nasce Uomo, che si sacrifica per indicare la Giusta Via, che viene tradito e che risorge come primo “Akh” fra le stelle imperiture. La sua Manifestazione finale ed il suo trono in ferro celeste sono la costellazione di Orione, mentre il suo corpo resta sulla Terra ai confini estremi della Dwat, racchiuso all’interno del suo elemento di supplizio, il sarcofago: esso diverrà il suo simbolo principale, da copiare e riprodurre in perpetuo per i secoli a venire. “Iw f krs” potrebbe realmente, col suo significato di “Dio è sepolto”, indicare la tomba di Osiride che, ricordiamo, gli antichi Egizi ricercarono febbrilmente nella zona sacra dedicata al suo pellegrinaggio, Abydos, senza però raccogliere, per quanto ne sappiamo, risultati di rilievo. Altra cosa, a mio avviso, degna di rilievo è il significato, all’interno del termine “Ntr” (Necher/Nether), di “Nt” (Neth/Nech). Questi due suoni consonantici, presi da soli, hanno il significato di “legare”. Contenendo la parola egizia, usata per indicare il Dio, il significato di legare, questa va a costituire un ennesimo elemento che ci riporta nuovamente alla concetto di bendatura e fasciatura (wt m wsir, l’imballatore di Osiride), del Sacro Cadavere.
Il numero dei Neteru
Durante questo percorso ci imbattiamo, però, in un altro enigma. Il numero dei pali Ntr esposti sui piloni templari varia non solo durante i millenni, ma anche da tempio a tempio. Esiste una simbologia legata al numero dei pali Ntr battenti sui piloni? Un gruppo di otto Ntrw (plurale) rappresenta esattamente l’Ogdoade, le otto divinità ermopolitane. Certi piloni mostrano gli otto alloggiamenti per le relative bandiere, una bandiera per ogni Ntr. Nella maggioranza dei casi abbiamo quattro alloggiamenti per bandiere; nel caso della placca del faraone “Hor aha” ne osserviamo due, mentre solo in un caso se ne contano cinque. È possibile, per esempio, azzardare che il numero crescente dei pali sia riferito alle ere dell’Uomo? Perché il tempio di Hor Aha, nel Predinastico, ha due sole bandiere? Man man che si procede, i quesiti aumentano. Cerchiamo di approfondire, per il momento, lì dove abbiamo più elementi per ragionare. Sappiamo che, inizialmente, nella religione egizia, non si parlava di Politeismo, ma questo concetto è emerso nel tempo, col crescere dell’idolatria fomentata dalle potentissime classi sacerdotali. Il Dio immanifesto era Uno che si fece Due, poi quattro, ecc. Ogni Ntr era espressione e manifestazione di un lato dell’Immanifesto. L’Ogdoade (otto dei) in realtà è un 4+4. I “quattro elementi inerti primordiali” esistenti prima della creazione, venivano descritti ognuno come maschio/femmina.
L’esempio del lato nascosto Amon e della sua paredra Amonet, vale per tutti gli altri: acque primordiali, oscurità, infinito. Ognuno era espresso come duale. Quindi in realtà si parla di quattro elementi primordiali compositi, e non di otto. L’unico esempio di tempio con cinque bandiere per Pilone lo abbiamo col famoso “eretico”, Akhenaton. Egli aggiunse quindi un elemento Ntr in più; perché? Se l’Ogdoade in realtà rappresenta i quattro Elementi base, è possibile che Akhenaton volesse rappresentare un nuovo elemento. Una struttura affascinante che spesso viene ricordata quando si parla di antico Egitto, è la Casa della Vita. Essa è descritta come una costruzione con quattro divinità tutelari a protezione dei quattro punti cardinali. Al centro dell’edificio è rappresentato Osiride risorto. In questo luogo erano iniziati i più grandi sacerdoti della terra di Kemet (il nome dell’Egitto nella lingua antica) e nessuno al di fuori di essi poteva accedere. È quindi probabile che Akhenaton, volendo aprire a tutti i culti più segreti, abbia anche voluto rappresentare fisicamente questa “rivelazione”. Essendo Osiride il Quinto Elemento della Casa della Vita (la parte divina non visibile, ma senza la quale il castello non potrebbe esistere), il Re-Sacerdote Akhenaton volle forse rappresentare il Quinto Elemento Osiride aggiungendo la quinta bandiera.
Colui che Risorge
A mio avviso non è impossibile ipotizzare l’esistenza di una tomba, non ancora scoperta, estremamente importante, in Egitto. È possibile che Akhenaton custodisse dei segreti? È possibile che fosse venuto a conoscenza della reale ubicazione della tomba di Osiride? Alcuni elementi lo fanno pensare. La Prima necropoli divina potrebbe realmente essere ancora nascosta sotto le sabbie di Egitto. La Bandiera Ntr piantata sulla terra fra le due colline, e rappresentante la Prima Tomba, nelle immagini prende il posto del Sacro Disco di Aton. La Manifestazione divina che risplende come Luce è sostituita, e per alcuni aspetti “spiegata”, dalla bandiera Ntr. È spiegata dalla bandiera che indica la tomba di chi si è rivelato al mondo risorgendo in Gloria, il Quinto Elemento, l’Osiride risorto, “Colui che è Sepolto”. In questo ristretto spazio abbiamo messo molta carne al fuoco e sollevato molti quesiti. Credo però che il faraone Akhenaton possa essere fonte di nuove incredibili scoperte. Il fatto che avesse cercato di rivelare cose che erano sempre state ritenute non rivelabili, spinge verso questa conclusione. Se la Verità deve tornare a galla, non sarà valsa a niente la Damnatio Memoriae cui fu sottoposto. I blocchi che costituivano i suoi templi, e tutta la sua città, furono riutilizzati come riempimento dei piloni dei successori. Tutta l’area fu resa un deserto senza vita e smantellata pezzo dopo pezzo, ma il faraone silenzioso e malinconico forse sta cominciando a parlarci dall’alto delle Stelle Imperiture.