
Tecnologia Megalitica
Quale funzione hanno le strutture megalitiche come Menhir, Cromlech e Dolmen? Questi complessi preistorici sembrano essere parte di un sistema complesso di conoscenza che integrava l’uomo alle forze sottili e invisibili presenti nell’ambiente. Una approfondita analisi della funzione energetica di queste strutture di pietra
Le molte strutture sacre erette dai popoli antichi avevano scopi diversi. Funzionavano come luoghi per il culto cerimoniale e per le assemblee tribali, come tombe dove furono sepolti grandi leader o santi, come osservatori astronomici e calendari allineati con vari oggetti celesti e anche come luoghi che presentavano nel sottosuolo sorgenti o pozzi, cui si associavano proprietà curative magiche e terapeutiche. Queste strutture avevano più funzioni, alcune di esse molto pratiche. È ragionevole suggerire che gli antichi abbiano nutrito maggiore apprezzamento e venerazione per i mondi sottili rispetto agli uomini moderni, nel senso che fossero più in contatto con le realtà parallele non percepibili alla normale gamma di sensi umani. Alcuni dei loro membri, sacerdoti o sciamani, erano sensibili alle correnti energetiche che scorrevano attraverso il loro ambiente naturale e sapevano come incanalare queste energie a scopo spirituale. In realtà, tale conoscenza e conseguente applicazione potrebbero rappresentare una “tecnologia” arcana andata perduta nel corso dei millenni. Concentriamoci sull’idea che tali strutture sacre fossero specificamente progettate per dirigere l’energia spirituale.
John Michell, noto ricercatore e scrittore di misteri della terra, concorda su questo punto. Secondo Michell, coloro che vivevano vicino alle fonti naturali della vita erano in grado di riconoscere le qualità energetica nell’ambiente, equivalente a quella che lui descrive come «un’ulteriore dimensione della visione» (Michell, John. The New View Over Atlantis, Thames and Hudson Ltd., Londra, 2001). In quella che lui chiama “ingegneria sacra”, Michell propone che questa energia naturale fosse conosciuta anche in epoca preistorica e che gli antichi scoprirono un metodo che implica la fusione dello “spirito terrestre” (forze magnetiche sottili) con la “scintilla solare” (applicazione della spiritualità antica), attraverso cui questa energia poteva essere utilizzata a beneficio umano. Questo tipo di tecnologia arcana veniva applicata attraverso due tipi di strumenti:
1 – Rituali (che portavano l’attenzione della mente sui piani eterici);
2 – Magia (che comportava una manipolazione delle forze sottili).
Ad un certo momento nella storia della civiltà umana, tale conoscenza divenne latente o si corruppe. Sebbene in molti aspetti la nostra cultura occidentale è divenuta intellettualmente sofisticata, ci sono regni di esperienza a cui abbiamo chiuso le porte, liquidandoli come riflessi di civiltà primitive e superstiziose.
La teoria che siano stati degli alieni ad aiutarci a raggiungere alcune di queste antiche imprese tecnologiche, difficili da replicare anche al giorno d’oggi , tradisce una profonda supponenza relativa alla sottovalutazione delle capacità umane e dimostra quanto poco sappiamo e quanto velocemente sottostimiamo il livello di comprensione delle genti antiche.
Un modo importante per le culture antiche di controllare e dirigere le energie sottili per migliorare i loro rituali e il loro modo di rendere omaggio e adorare i mondi sottili era proprio quello di progettare strutture che amplificassero queste forze, mediante la costruzione di templi e monumenti atti a “focalizzarle intenzionalmente” e “indirizzarle” verso l’armonizzazione delle frequenze spirituali. Molte di queste strutture sacre mantengono ancora oggi una parte del loro antico potere, sebbene nella maggior parte casi, a causa dell’erosione naturale o di atti vandalici di vario tipo, quel potere è solo una traccia latente di quello che era nel suo pieno potenziale millenni fa.
Ley Lines e Standing Stones
Le “Ley Lines” sono state originariamente descritte dal fotografo Alfred Watkins negli anni ‘20 dello scorso secolo. Le indicò come “antiche linee diritte” e notò che queste passavano attraverso diversi luoghi collegandoli come importanti punti di riferimento nella campagna inglese.
Alcuni di questi luoghi erano davvero antichi e di fattura umana, come cerchi di pietre (Cromlech), pietre erette (Menhir) e chiese antiche. In alcuni luoghi queste linee si intersecano fra loro e si irradiano come raggi di una ruota. Questo tipo di tracce era stato osservato anche in altre parti d’Europa.
Per esempio, il ricercatore tedesco Wilhelm Teudt nello stesso periodo notò una linearità simile nella campagna tedesca, che lui definì “Heilige Linien”, o “Linee Sacre”. Secondo lui, queste linee collegavano un certo numero di luoghi santi cristiani (chiese) e pagani (megaliti). Sebbene Watkins non si riferisse alle Leys in senso mistico, suggerendo semplicemente e conservativamente che esse rappresentassero antiche rotte commerciali, aveva comunque un pensiero segreto che condivise con solo poche persone.
Nel suo libro Earth Magic (1977), Francis Hitching, afferma che Watkins era un sensitivo. Durante la sua gioventù aveva condotto esperimenti di telepatia e precognizione, ma soppresse tali capacità per quasi il resto della sua vita, temendo la disapprovazione e lo scetticismo se si fosse aperto ad esse. Un giorno nel giugno del 1921, seduto nella sua auto al di fuori del villaggio di Blackwardine, la mappa che stava osservando parve mostrare dimensioni di esistenza differenti.
Watkins era in grado di vedere oltre i classici e familiari punti di riferimento toccati durante i suoi spostamenti. Secondo Hitching, si era rivelata a Watkins «una rete di linee simili a venature poste tra collina e collina, chiese e castelli, tumuli e fossati, pozzi sacri e crocevia – un modello preistorico stabilito in un passato dimenticato da tempo, e disteso lì coperto di erba e inosservato fino a quel momento di riscoperta». Da quel momento in poi, fu solo questione di provare l’esistenza di queste linee, e lo fece in modo molto discreto, organizzando escursioni con membri del club naturalisti locali in tutta la campagna del Regno Unito.
Già da allora, e nonostante la mancanza di sensazionalismo di Watkins, la sua scoperta indignò la comunità archeologica tradizionale, che ancora oggi respinge in gran parte l’esistenza delle Leys – nonostante le prove crescenti nel corso delle decadi che queste antiche tracce diritte sono frutto di allineamenti non casuali. Sofisticate simulazioni al computer hanno ulteriormente confermato che le configurazioni di queste Lays sono ben al di là di una semplice coincidenza (Orton, Clive. Mathematics in Archaeology. Cambridge University Press, 1980).
Agopuntura Planetaria
Che le strutture erette dall’uomo lungo questi percorsi siano state costruite in modo propositivo o significativo è diventato difficile da confutare. Dalla prima formulazione di Watkins relativa alle Leys quali antiche rotte di comunicazione, il concetto in epoca moderna ha assunto un significato molto più esoterico, probabilmente più in linea con la loro iniziale visione psichica.
Le Leys sono state, da allora, ridefinite come correnti di energia che si intrecciano lungo il pianeta. Ci sono linee maggiori e minori, le prime più potenti ma meno numerose. L’energia di una Ley scorre sempre in una direzione. Secondo Chris Hardy, uno psichico che afferma di poter osservare queste linee di flusso e ne ha fatto oggetto di estensiva ricerca, se la corrente incontra un ostacolo lungo il suo percorso, di solito si inarca verso l’alto, al di sopra dell’oggetto che fa da ostacolo, per poi continuare il suo corso (Hardy, Chris H. The Sacred Network: Megaliths, Cathedrals, Ley Lines, and the Power of Shared Consciousness, Inner Traditions, 2011).
Hardy crede che certe antiche costruzioni funzionino da “punti di ancoraggio” per la matrice delle Leys. I megaliti eretti, ad esempio, “aggiustano” le linee in punti specifici, rafforzando e stabilizzando le loro correnti. Agiscono quasi come gli aghi dell’agopuntura sui meridiani del corpo umano. Proprio come un ago dirige o incanala il “Chi” o “Prana” (l’energia vitale) in uno specifico punto del corpo, all’incrocio di due o più Leys questi “aghi” di pietra, che perforano il corpo della Terra, incanalano l’energia magnetica. I paralleli dei sistemi energetici globali e umani sono abbastanza sorprendenti in questo senso. Tom Graves ha usato un equipaggiamento rabdomantico per rilevare i flussi di energia sottile nell’ambiente.
Nel suo saggio “Needles of Stone” (Aghi di Pietra), Graves descrive alcune esperienze drammatiche che i rabdomanti hanno vissuto con le pietre erette. Un collega ha riferito che in un’occasione il toccare una pietra con i suoi polpastrelli aveva innescato «una violenta contrazione dei muscoli della schiena che lo aveva fatto indietreggiare di 3 metri circa» (Graves, Tom, Needles of Stone, Gray House in the Woods, 2008). Altri hanno avuto la sensazione che le pietre dondolavano o si muovevano avanti e indietro, sviluppando intense emicranie o incontrollabili stimoli alla risata, ma anche senzazioni di bruciore in alcune parti del corpo, sino alla perdita di conoscenza al tocco dei megaliti. Altre segnalazioni parlano di svenimenti, vertigini e dolori al petto in vicinanza delle pietre o toccandole. Nella maggior parte dei casi, questi sintomi si sono alleviati una volta che la persona si è allontanata dal punto ove la pietra o le pietre erano interrate.
Secondo Graves, la posizione di queste pietre fu scelta per deviare, cambiare, o addirittura purificare l’energia che scorreva attraverso la campagna circostante. Tuttavia, a differenza dei cerchi di pietre, è meno ovvio quale sia stata la specifica utilità delle pietre erette se si considera ogni pietra in isolamento. Su queste premesse, se queste megaliti, proprio in virtù della loro configurazione, furono posizionate per reindirizzare e focalizzare l’energia in determinati punti specifici, è possibile che le culture antiche fossero in grado di “ingegnerizzare” i punti di forza manipolando le correnti di Leys nella campagna circostante.
Questo concetto è anche supportato da John Michell, che osserva che le Leys naturali sono probabilmente hanno carattere ondulatorio e non seguono necessariamente un percorso dritto durante il loro corso. Michell suggerisce che il flussi magnetici che attraversano la Gran Bretagna hanno un così alto grado di precisione che, piuttosto che essere un fenomeno naturale, la loro configurazione è, quasi certamente, di origine artificiale. Resta comunque la domanda: a quale scopo? Dal momento che non abbiamo dati storici relativi all’applicazione di questa tecnologia, è una domanda difficile da rispondere.
Tuttavia, l’idea che le energie delle Leys possono essere controllate e il loro flusso manipolato dalle pietre erette è un aspetto intrigante della sapienza antica. Acceleratori di Frequenze Ci sono molti circoli di pietre neolitiche nell’Europa occidentale, i due più famosi sono entrambi situati in Inghilterra: Stonehenge e Avebury. Questi cerchi, detti Cromlech, funzionano come una specie di ciclotrone, un acceleratore di particelle ad alta energia. Le pietre conducono e dirigono l’energia, ma è la loro configurazione combinata a creare un tipo di fenomeno chiamato “Vortex” o “Vortice”.
Ogni luogo che presenta questi circoli megalitici ha uno speciale “sentire vibrazionale” a seconda della dimensione delle pietre stesse, della loro composizione, della circonferenza del cerchio, di quante pietre ci sono ancora in piedi e delle concentrazioni di energia nella campagna circostante.
I campi magnetici intorno ai cerchi di pietre sono potenti, anche se la loro intensità varia a seconda dei giorni e anche di ora in ora. Questi i cerchi furono intenzionalmente eretti all’incrocio delle ley lines, dove l’energia è particolarmente intensa. Le pietre agiscono per modulare la corrente che emana dal centro del cerchio, creando così un flusso circolare risultante in un effetto “imbuto”. Questo tipo di costruzioni può rappresentare davvero una “tecnologia” da lungo tempo perduta della quale solo ora si iniziano a comprendere di nuovo i principi. È evidente che i popoli antichi hanno rispettato questi cerchi di pietre come luoghi di spiritualità e comunione, ed è molto probabile che funzionassero come “templi” per i loro sacerdoti. Ad esempio, nel Neolitico, Stonehenge attirò visitatori da centinaia di miglia di distanza e ci sono prove che vi giunsero pellegrini da zone lontane come l’Europa centrale (Lunan, Duncan, The Stones and the Stars: Building Scotland’s Newest Megalith, Springer, 2013). È messo fortemente in dubbio che lo scopo di queste strutture fosse semplicemente quello di agire come calendari astronomici o come siti di sepoltura. Questi fattori non spiegherebbero, difatti, l’attrazione che avevano verso persone che vivevano così lontani, persino oltremanica. Più probabilmente, erano luoghi importanti per sacri rituali e forse agivano attraverso fenomeni di taumaturgia e guarigione.
Paul Devereux ha studiato i livelli bassi delle fluttuazioni magnetiche nei cerchi di pietra, una qualità vibrazionale misurabile solo con magnetometri particolarmente sensibili. Lo studioso ha notato che queste fluttuazioni duravano per uno o due ore, per poi tornare normali. Devereux ha descritto queste energie come occasionali e apparentemente casuali, ma potrebbe non averne individuato la causa (Devereux, Paul, Earth Mysteries, Judy Piatkus Ltd., Londra, 1999).
Tuttavia, Devereux ha anche studiato un effetto magnetico più drammatico che sembrava avere durata più costante. Ha riscontrato che alcune rocce di questi siti megalitici presentano una forte firma magnetica, sufficiente a far deviare l’ago di una bussola. Ha attribuito quest’effetto al contenuto di ferro delle pietre e al modo in cui la loro composizione interagisce con il campo geomagnetico dei dintorni. Altre ricerche di Devereux al “Rollright Stone Circle” nell’Oxfordshire, in Inghilterra, hanno trovato modelli ciclici di emissioni radio che erano più forti agli equinozi, venticinque pochi minuti prima dell’alba al momento della luna nuova e otto minuti prima dell’alba al momento della luna piena. Un contatore Geiger ha mostrato letture insolitamente alte, che durano per due a tre minuti; uno Scintillometro sensibile ha trovato forti livelli di radiazione tra le pietre, oltre e al di sopra la radiazione di fondo, e valori più forti all’interno del cerchio rispetto alle sue zone esterne.
Queste letture della radiazione variavano lungo tutto il corso della giornata, con le fasi della luna, e man mano che le stagioni progredivano. I risultati suggeriscono che questi cerchi erano sì impiegati per scopi astronomici, non solo per tracciare i movimenti del Sole e della Luna, ma per individuare i momenti dell’anno in cui le pietre e l’area che le circonda sembrerebbero essere più energizzati (Burl, Aubrey. The Stone Circles of Britain, Ireland, and Brittany. Università di Yale Press, 2000).
Sembra probabile che gli antichi siano stati in grado di calibrare l’energia in uscita da questi siti solo in virtù del posizionamento delle singole rocce, del loro allineamento con le altre pietre e al loro allineamento rispetto al Sole e la Luna. Quindi, queste pietre non erano semplicemente marcatori o calendari celesti, ma erano stati progettati per condurre le correnti delle Leys nel modo più efficiente possibile. Le cerimonie spirituali erano probabili calcolate per coincidere con i momenti di massima carica energetica, come accade durante i Solstizi ed Equinozi, e più regolarmente, in specifiche fasi lunari. Questa capacità di prevedere periodi di alta energia garantiva più potere spirituale ai rituali che i popoli antichi vi conducevano.
È interessante notare che gli attuali rituali pagani praticati in tali siti, e che possono essere visti come estensioni di questi antichi, sono calcolati per coincidere con tali periodi di alta intensità energetica; e suggerisco anche oggi che il potere di questi luoghi venga usato a beneficio spirituale. I visitatori hanno segnalato molti strani fenomeni accadere nelle aree intorno ai cerchi di pietre, tra cui apparizioni di sfere luminose o improvvisi flash, squilli o canti, suoni che sembrano provenire dal pietre stesse, o ancora subire una sorta di scarica elettrica quando si toccano le pietre (Whitworth, Belinda, New Age Encyclopedia: A Mind, Body, Spirit Reference Guide, Franklin Lakes, New Jersey, 2003; e Hale, Susan E. Sacred Space, Sacred Sound: The Acoustic Mysteries of Holy Places , Wheaton, Illinois, 2007). Nella sua ricerca, Devereux fa notare che le stranezze e le anomalie in prossimità dei circoli di pietre sono state percepite e registrate anche da strumentazioni moderne, comprese forme simili a nubi nello spettro dell’infrarosso e inspiegabili attività nella gamma degli ultrasuoni, in particolare intorno al tramonto.
Considerando queste anomalie e lo stesso ambiente ad alta energia in cui si manifestano, è difficile credere che coloro che costruirono tali siti non fossero a conoscenza di questi particolari poteri e caratteristiche. Come contraddire, con tutti questi elementi alla mano, il fatto che questi monumenti furono voluti per interagire nell’ambiente e creare un sistema energetico-vibrazionale che permettesse di usufruirne alla massima potenzialità?/ di Charles Shahar