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TEX WILLER: IL FUORILEGGE CHE È DIVENTATO BUONO

Il ranger più amato dei fumetti italiani, quello che ordina sempre “una bistecca alta tre dita e una montagna di patatine fritte”, compie 75 anni. Dopo quasi 700 albi ambientati nel selvaggio West americano, non ha stancato i suoi lettori e ne conquista altri in tutto il mondo

Eroe integerrimo. Paladino dei deboli. Nemico dei prepotenti. Un uomo con un passato da fuorilegge, ma che da un certo punto in avanti decide di usare la sua Colt solo per combattere soprusi e prevaricazioni. Tex Willer, il ranger più famoso della storia del fumetto, festeggia 70 anni senza mostrare segni di cedimento. «Settant’anni di pubblicazione ininterrotta sono un record», spiega Loris Cantarelli, direttore di Fumo di China, unico mensile italiano dedicato ai comics. «Lo hanno raggiunto pochissimi altri personaggi al mondo, come Superman, Batman, Flash e Wonder Woman».

Tutto inizia con un totem

L’esordio di Tex nelle edicole italiane avvenne il 30 settembre 1948 con una striscia dal titolo Il totem misterioso, in vendita a 15 lire per le Edizioni Audace. Il personaggio era nato pochi mesi prima dall’incontro tra l’autore e sceneggiatore Giovanni Luigi Bonelli e il disegnatore Arturo Galleppini, in arte Galep. Il nome “Tex” sembra essere ispirato al negozio di jeans “Tex Moda”, mentre il cognome previsto inizialmente era “Killer” (assassino, in inglese). Ma un personaggio positivo come quello immaginato da Bonelli e Galleppini non poteva avere un cognome così inaccettabile. Ci pensò l’editrice della Audace, Tea Bonelli, a cambiarlo, suggerendo di sostituire la “K” iniziale con una “W”: così Tex Killer divenne Tex Willer.

La moglie Navajo

Nel corso di questi settant’anni Tex è diventato un albo della Sergio Bonelli Editore e in quasi 700 numeri (a settembre, mese dell’anniversario, uscirà l’albo numero 695) da semplice cowboy del selvaggio West americano si è trasformato prima in fuorilegge (per vendicare l’uccisione del padre e del fratello), poi ha accettato di collaborare con i Rangers e prestare aiuto alla giustizia. A stravolgere i canoni delle vicende tipiche ambientate in quel contesto è però il suo matrimonio con Lilyth (qui a sinistra), una donna della tribù Freccia Rossa dei nativi americani Navajo. Con questo matrimonio Tex Willer prende il nome di Aquila della Notte, ha un figlio (Kit) ed entra a far parte della tribù. Purtroppo Lilyth morirà prematuramente, ma rimarrà sempre nel suo cuore.

Gli acerrimi nemici…

Come ogni eroe che si rispetti, anche Tex ha la sua bella lista di nemici: malviventi, banditi, trafficanti di armi e di alcol e politici corrotti. Il più spietato di tutti è Mefisto, cioè Steve Dickart, un mago che si serve dei poteri appresi dal monaco tibetano Padma per i suoi biechi obiettivi. Sono proprio le sue capacità soprannaturali a renderlo l’avversario più temibile di Tex: persino la sua infallibile Colt non può nulla contro di lui che è in grado di proiettare la sua immagine a distanza, creare illusioni nella mente dei suoi avversari e vedere eventi che accadono in luoghi lontani attraverso l’uso di uno specchio. Morto a un certo punto, ma tornato in vita grazie a un oscuro incantesimo, Mefisto continua la sua opera malvagia guidando suo figlio Blacky/Yama contro Tex. … e gli inseparabili “pards” I “pards” sono i migliori amici di Tex, quelli ai quali è legato da profonda amicizia: come l’indiano Tiger Jack, abilissimo con la rivoltella e col tomahawk e nel seguire le piste, e l’inseparabile Kit Carson, Capelli d’Argento per gli indiani, pistolero dalla mira infallibile. A questi due personaggi si aggiunge anche Kit Willer, il figlio di Tex, chiamato Piccolo Falco dagli indiani: dal padre ha ereditato la singolare capacità nel cavalcare e nell’usare la Colt. Di albo in albo, però, Tex stringe amicizia con altri tipi curiosi: come El Morisco, esperto di magia egizia e azteca, che lo aiuta contro i nemici “soprannaturali”, o Jim Brandon, colonnello delle Giubbe Rosse canadesi, l’unico davvero in grado di cavarlo dai pasticci.

Il più venduto in Italia?

Tex ha conquistato milioni di lettori. Come sottolinea Cantarelli, «è uno dei rarissimi fumetti italiani noto anche a chi non l’ha mai letto, come forse solo Diabolik e Valentina. Dal Dopoguerra in avanti è stato una lettura costante per un’intera generazione di persone che non avevano grandi disponibilità economiche e sapevano a malapena leggere e scrivere, per i quali ha assunto perfino una funzione educativa». Oggi vende mediamente 200mila copie al mese, sicuramente meno rispetto alle 500mila dei momenti d’oro negli anni Sessanta e Settanta, ma tali da posizionarlo comunque sul gradino più alto della classifica dei fumetti più venduti in Italia. «Tex ha uno zoccolo duro di lettori che lo acquistano fin da ragazzi, magari proseguendo la collezione di loro padre, e che addirittura lo ricomprano quando escono ristampe particolari», dice Loris Cantarelli. «Alla base del suo successo c’è la qualità di un prodotto formalmente ineccepibile: basti pensare che in settant’anni refusi ed errori sono stati rarissimi e si contano sulle dita di una mano». Fedele a se stesso, ma sempre pronto a rinnovarsi, Tex riesce ogni mese a coniugare tradizione e innovazione, accogliendo e interpretando anche nuovi stimoli derivati da prodotti di fiction, da fumetti di altri generi, da esperimenti in altri mercati, film e telefilm e perfino giochi e videogiochi».

È letto anche all’estero

Tex è letto anche all’estero dove ha riscosso e tuttora riscuote un notevole successo. Le sue avventure sono infatti pubblicate in Europa (Spagna, Finlandia, Norvegia, Croazia e Serbia), in Asia (Turchia, India, Sri Lanka e Indonesia, dove viene tradotto in lingua tamil) e in Sudamerica in Brasile, dove riscuote un successo paragonabile a quello italiano.

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