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UGO DE PAGANIS, L’ITALIANO CHE FONDÒ I TEMPLARI

Il fondatore dei cavalieri dell’O rdine del T empio non era un nobile francese? L’origine salernitana di Ugo de Paganis

Parte Prima

Secondo la quasi totalità degli studiosi e degli accademici, l’Ordine dei Templari è stato fondato da Hugues de Payns, un presunto cavaliere francese, legato alle grandi famiglie nobili di Francia e forse a Ugo di Champagne.

Le pagine scritte su Hugues de Payns sono innumerevoli. A lui è dedicato un museo e la sua vita, la sua famiglia, i suoi spostamenti attraverso la Francia e l’Inghilterra sono stati rico struiti da una moltitudine di storici e studiosi. In questi testi, però, anche da parte degli scrittori più convinti, i “forse”, i “probabilmente”, i “si ritiene” si sprecano, proprio a causa del fatto che “molto probabilmente” tutto ciò è frutto di una falsa ricostruzione storica.

Obiettivo della ricerca di cui oggi parliamo è l’affermazione che Ugo fosse un cavaliere italiano e, in stretta connessione con ciò, che i Templari fossero stati fondati circa nel 1100, non come monaci combattenti ma come forza benefica, volta a proteggere i pellegrini della Terrasanta dagli assalti e dagli agguati dei predoni e dei fanatici che infestavano i luoghi santi e che prosperavano comunque in molte altre parti della terra. Non furono subito monaci e non condussero azioni guerresche per oltre un ventennio perché vollero imporsi una rigida condotta morale che consentiva solo la difesa e non ammetteva la violenza aggressiva. La loro abilità fece gola a chi voleva sfruttarla a scopi bellici, con l’avallo, non del tutto chiaro, di San Bernardo. La strada delle indagini è stata lunga e complessa e, in poche righe, si può solo sintetizzarne i momenti fondamentali.

UNO SCENARIO SCONCERTANTE

I primi sospetti di una possibile contraffazione della verità nascono proprio da Payns, attualmente localizzata nel distretto dell’Aubes, presso Troyes, città nella quale si svolse, nel 1128, il Concilio che ratificò e benedisse l’Ordine Templare.

La parola “Payens” (da cui si fa derivare “Payns”) ha il significato di “pagani”, antichi abitatori dei pagi, villaggi di campagna, in cui la fede cristiana non era ancora stata recepita e dove sopravvivevano superstizioni dette per eccellenza pagane. Il villaggio di Payns, in quella posizione geografica, non sembra risultare sulle antiche mappe medievali e anche la ricerca archeologica non ha trovato tracce precise di un castello o di un palazzo che possa essere stato residenza di eventuali signori di Payens. I luoghi in questione erano abitati fin dai tempi antichi ma di Payns, come tale, mancano tracce concrete. È sembrato ragionevole inseguire le notizie fornite dalle autorità locali o dalle fonti turistiche ma ciò ha portato a incontrare un singolare, sconsolato invito che rivela l’incertezza esistente anche nell’ambiente francese. All’indirizzo http://www.histo.com/communes/p/022342.htm, alla voce “Ville, village, commune de Payns” si trova poco di Payns e il quadro informativo è veramente deprimente. Si legge infatti: «Conoscete un testo che presenti l’origine di Payns, la storia di Payns, la sua popolazione, la sua attività economica, la sua industria, i mestieri di Payns? Potete indicarci le referenze di un libro che racconti il passato della città, del borgo, dei Comuni del cantone di Payns, della sua provincia, del suo dipartimento, della sua regione?»

E ancora: «Cerchiamo tutte le opere che riportino informazioni turistiche, archeologiche, storiche, biografiche, demografiche su Payns: dizionari, guide, libri, glossari, riassunti, archivi. Comunicateci qualunque riferimento a opere che riguardino informazioni sui paesaggi, siti, monumenti, chiese, cappelle, castelli, magioni, famiglie, vestigia anti- che di Payns, per poterle ripubblicare per tutti gli storici, i ricercatori, gli eruditi, gli appassionati di storia locale, gli amanti del passato».

L’ unico concreto riferimento territoriale che leghi Ugo a una patria francese, si perde nella nebbia dell’incertezza. Sembra interessante riferire quando, dove e come appaia il nome Payns (o una sua alterazione), in associazione a Ugo. Secondo gli studiosi d’oltralpe, fino a circa il 1125, la Payns di “Hugues” si presenta in questa forma:

  • 805 Pedenaggio – Carte dell’Abbazia di Montieramey
  • 1090 Pedano – Carta dell’Abbazia di Molesme
  • 1100 Peanz – Carte dell’Abbazia di Montieramey
  • 1100 Paenciis – Carte dell’Abbazia di Saint-Loup de Troyes
  • 1113 Peanz – Carte dell’Abbazia di Montieramey
  • 1120 Pazence – Cartolario del Santo Sepolcro
  • 1123 Peans – Carte dell’Abbazia di Notre-Dame de Josaphat
  • 1125 Sagano – Cartolario del S.Sepolcro (errata trascrizione di Pagano?)

Se Payns deriva da payens, i pagani, è evidente che Pedenaggio, Pedano, Paenciis e Pazence non sembrano aver nulla a che fare, linguisticamente, con Payns. Resterebbero Peanz e Peans, ma è testimoniato che, in area francese, esistevano altri Peans, come “Pont Pean” e “Peans”, località non lontana da Bourges.

Ugo “di Payns” non ne esce a testa alta. Era inevitabile cercare di saperne di più. Indicazioni su un Ugo de Paganis italiano provengono anche dall’araldica. Dal 1500 alla fine del 1800 gli araldisti continuano ad affermare che la famiglia De Paganis, originariamente insediata a Nocera, annovera fra i suoi figli Ugo de Paganis, fondatore dell’Ordine Templare. Citiamo alcuni autori di araldica fra i più significativi:

  • 1512: Antonino De Amico
  • 1610: Filiberto Campanile
  • 1692: Bernardo Giustinian
  • 1886 Giovanni B. Di Crollalanza.

I primi due sono anche significativamente antecedenti al 1700, secolo di rinascita dell’interesse per i Templari (con relative distorsioni della verità) e di sviluppo della Massoneria. Un’altra fonte di sorprese è stata poi l’insospettabile Catholic Encyclopedia che, alla voce “Nocera dei Pagani”, afferma: «Nocera, luogo di nascita di Hugo de Paganis, uno dei fondatori dei Templari».

FONTI INASPETTATE

A questo punto, sembrò importante verificare un documento da tempo segnalato da Domenico Rotundo, nel suo ormai introvabile testo “Templari, Misteri e Cattedrali”. Rotundo riferisce di una mesta lettera inviata da Ugo de Paganis, da Gerusalemme a Rossano Calabro, per informare lo zio, Leonardo Amarelli, della morte del figlio Alessandro, cugino di Ugo. Un sopralluogo effettuato da Alberto Zampolli ha permesso di visionare e fotografare il documento.

L’ aspetto più sorprendente consiste nella data in cui la lettera fu scritta, il 1103. Ugo racconta le vicende vissute, precedentemente all’evento luttuoso, verosimilmente alla fine del 1101 o all’inizio del 1102: « …tra dieci ch’eramo, io et Alessandro fummo eletti che andassimo a baciar la mano et far riverenza alla Maestà del Re Balduino [Baldovino diventa re nel novembre del 1101] con condolerci della morte del sig. Duca Goffredo [Goffredo di Buglione] suo fratello et avendoli raggionato della nostra ferma deliberatione di havere a guardare et far sicuri tutti quelli passi per dove li fedeli Christiani veneno a visitare lo Santo Sepolchro…»
È evidente che in quell’occasione si riferì a Baldovino la decisione, già presa, di dare vita al gruppo di cavalieri, successivamente denominati Templari o Poveri Commilitoni di Cristo e del Tempio di Salomone. Il testo originale latino, probabilmente, non esiste più. La famiglia Amarelli ne aveva fatto eseguire una traduzione in italiano, attorno al 1400, corredata di egolare attestato notarile che conferma la sua corrispondenza con l’originale latino. La traduzione, dice il notaio, “concordat cum mihi tamen semper salua”, concorda con quella che a me risulta sempre esistente. Tutto ciò poteva forse bastare ma le ricerche condussero anche al lavoro di un oscuro cronista che, in un remoto monastero nord europeo, aveva lasciato una traccia preziosa, non legata alle simpatie che potevano aver influenzato Guglielmo di Tiro, Giacomo di Vitry o altri cronisti che avevano narrato dei Templari.

Si tratta di Simone, monaco benedettino dell’Abbazia di San Bertino, nel nord della Francia, che scrive le “Gesta degli Abati di San Bertino” (O. Holder-Egger, in Monumenta Germaniae Historica Scriptores, vol. 13, p. 600). Simone scrive negli anni in cui gli avvenimenti si svolgono, concludendo la sua opera nel 1145 e morendo nel 1148, quando Guglielmo di Tiro era an- cora fanciullo. Parlando di Goffredo di Buglione, afferma: «Durante il suo splendido regno alcuni decisero di non tornare fra le ombre del mondo… Essi si votarono al Tempio del Signore, con questa regola: avrebbero rinunciato al mondo, donato i beni personali, rendendosi liberi di perseguire la purità e conducendo una vita comunitaria con abiti dimessi, usando le armi solo per difendere le terre dagli attacchi incalzanti dei pagani, quando la necessità lo richiedeva».

Si tratta dell’Ordine dei Templari, nato evidentemente prima del 1100, data della morte di Goffredo di Buglione.

LE PROVE DELLA FALSIFICAZIONE

Simone, in perfetto accordo con la lettera di Ugo, sovverte la storia della fondazione dei Cavalieri Templari. Ma esistono altre prove della mistificazione avvenuta. I Templari divennero ben presto famosi. Già nel corso del 1200 l’Historia di Guglielmo di Tiro fu tradotta nel francese d’epoca, in un testo poi ripubblicato da M. Paulin Paris (Paris, Firmin Didot, 1879-80.).

Trascurando molti punti, in cui la traduzione risulta palesemente arbitraria, è interessante confrontare latino e francese dove si parla del fondatore dei Templari. Guglielmo da Tiro cita così: «Hugo de Paganis et Gaufridus de Sancto Aldemaro». [Ugo dei Pagani e Goffredo di Santo Audemaro]. Secondo il traduttore francese: «Li uns ot non Hues de Paiens delez Troies; li autres Giefroiz de Saint Omer». [L’uno ha nome Hues de Paiens presso Troyes, l’altro Giefroiz di Saint’Omer] La manomissione è spudorata: Paganis (nome di famiglia) è diventato Paiens (nome di villaggio) e Ugo ha trovato patria vicino a Troyes, in Champagne. E Sancto Audemaro, dall’elvetica San Gallo, è stato trasferito a Saint Omer (Pas-de-Calais), giocando sull’assonanza di due nomi, Audemaro e Omer, che non hanno nulla a che fare fra loro. Anche il nome dei cavalieri Templari al Concilio di Troyes ha subito la dovuta trasformazione: «Fratrem Godefridum [Gaufridus de Sancto Audemaro di cui si è detto] Fr. Rorallum, Fr. Gaufridum Bisol, Fr. Paganum de Monte Desiderij, Archembaudum de Monte Amano».

Lo spazio non consente di analizzare tutti i loro nomi. Basti osservare che Pagano di Monte Desiderio, italiano e nipote di Ugo, è diventato Payen de Montdidier e che Monte Amano (in Siria) è diventato Saint Amand o Saint Omer.. Il testo che documenta la mia ricerca è “L’italiano che fondò i templari. Hugo de Paganis cavaliere di Campania”, in cui presento anche l’analisi della Regola Templare negli originali latini a noi pervenuti, per comprendere il vero spirito che ha condotto alla fondazione dell’Ordine. Apriamo per ora questa piccola finestra, nell’augurion che vogliate proseguire nell’analisi di questo mistero, che è tale forse solo per le troppe alterazioni che qualcuno vi ha voluto sovrapporre.

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