
UNABOMBER, IL RIFIUTO DEL SISTEMA LA SCELTA DELLA LOTTA
TED KACZYNSKI DAL 1978 FINO AL 1996 TERRORIZZÒ L’AMERICA CON ATTENTATI CHE GLI VALSERO IL SOPRANNOME DI “UNABOMBER”. LA SUA CATTURA, A SEGUITO DELLA PUBBLICAZIONE DEL SUO TESTO DI DENUNCIA SUI PRINCIPALI QUOTIDIANI STATUNITENSI, RIVELÒ UNA PERSONALITÀ DOTATA DI UN QI OLTRE LA MEDIA. QUEL TESTO, ASSIEME AGLI ALTRI LIBRI SCRITTI IN CARCERE DOPO LA CONDANNA ALL’ERGASTOLO, HANNO FATTO DI KACZYNSKI UN “PROFETA” DELLA DENUNCIA DI UN FUTURO DISTOPICO E DISUMANO
Questa che vi apprestate a leggere è una storia complessa, incredibile, marchiata dalle ombre del mistero e dalle più profonde e reali inquietudini che attanagliano il mondo moderno. Questa è l’avvincente storia di un bambino prodigio, di un matematico geniale, di un imprendibile dinamitardo che sconvolse prima l’America e poi il mondo intero. Stiamo parlando dell’uomo più ricercato nella storia delle cacce all’uomo nella Storia americana, il suo nome? Theodore John Kaczynski.
A 16 anni, Ted, come viene amichevolmente chiamato in famiglia, si dimostra già un piccolo genio, dotato di un’intelligenza fuori dal comune, dominato da una capacità logico-deduttiva superlativa. Ovviamente viene notato dai suoi insegnanti ed inizia così una rapida scalata nel suo percorso scolastico che lo porterà ad entrare ad Harvard a soli 16 anni, ad ottenere una cattedra come professore a Berkeley all’incredibile, giovane età di 24 anni. A questo punto della storia, dopo traguardi eccezionali, con una carriera fantastica raggiunta con merito e ammirazione, con ogni tassello di questo puzzle di umane soddisfazioni che sembra costruire in modo perfetto il cosiddetto sogno americano, qualcosa succede. Successo, ammirazione, conquista, sì, e poi? Qualcosa non va in Ted. C’è qualcosa che lo tormenta, che lo fa pensare, che lo opprime.
MURRAY E MK-ULTRA
Seguendo le ombre, che non mancano in questa vicenda umana e di cronaca, è giusto ricordare e dare la giusta attenzione alla vicenda di una particolare figura, stiamo parlando di Henry Murray, uomo del Governo, personaggio al soldo della CIA, che ebbe con Theodore Kacyznski, più di un incontro. E non dei più limpidi. Murray al tempo era un professore a Berkeley, oltre che, segretamente, incaricato dai Servizi Segreti americani, di portare avanti un riservatissimo e sconosciuto programma denominato MK-Ultra (programma che poi negli anni, portato alle luci della cronaca, si rivelerà in tutta la sua terribile realtà), riguardante le metodologie, strategie ed i vari esperimenti tesi ad un unico scopo, il controllo della mente.
In breve, perché combattere un potenziale nemico quando tramite opportune tecniche e modalità puoi controllarlo come se fosse una semplice marionetta? Ecco spiegati gli ingenti soldi affluiti in questo progetto segretissimo per anni e anni, dalla fine della seconda guerra mondiale in poi. Ecco forse spiegati tanti killer solitari, da Lee Harvey Oswald a Sirhan Sirhan che molti identificheranno come vittime di controllo mentale, questo per la loro confusione circa modalità e situazioni relative agli eventi che li avevano visti coinvolti. In fondo quale arma è migliore di quella di un sicario o un agente, programmato per compiere una missione, ottenere informazioni e financo uccidere, senza che possa essere cosciente delle sue stesse azioni, dei suoi mandanti, di nulla, se non dell’input ad agire secondo altre volontà che nell’ombra lo dominano e risultano intoccabili e sconosciute. La manipolazione ed il controllo mentale all’ennesima potenza. Lo stesso Theodore Kaczynski ebbe vari incontri con Murray, questo è accertato, sempre in contesti legati a strani esperimenti con intrattenimenti audio-visivi, test logici particolari e prove relative alla gestione dello stress.
Anni dopo, Ted, interrogato su tali eventi rivelò che non erano stati né particolarmente interessanti né traumatici, quest’ultimo dato molto importante per non utilizzare queste esperienze particolari per deviare o “sporcare” con teorie psicologiche il valore dei successivi pensieri espressi da Kaczynski sul Sistema. Stiamo parlando delle verità che poi seppe riversare nel suo famoso testo – di cui parleremo più avanti – contro il Sistema Tecnico-Industriale. Quelle verità non furono espressioni di follie indotte da particolari volontà cospirazionali governative, ma nude realtà e devastanti fatti.
IL RIFIUTO DEL SISTEMA
Citata l’oscura figura di Murray, torniamo alla presa di coscienza particolare di Ted. Perché qualcosa in lui non va, non si dà pace nonostante abbia raggiunto ogni cosa desiderabile. Quello che non va in Ted, è qualcosa di profondo. Niente che riguardi Murray con i suoi noiosi e strani esperimenti, niente che possa riguardare la didattica – soprattutto per una mente incredibile come la sua con un QI impressionante.
Ciò che dà modo a Ted di riflettere in profondità e cambiare radicalmente la sua vita, è la crescita possente di una determinata consapevolezza: la vita dentro il Sistema Tecnico-Industriale non è vita. E non è neanche sopravvivenza. È logoramento, malattia, degenerazione, in una parola? Invivibilità. E Theodore John Kaczysnki non vuole vivere la sua vita così.
Il Sistema è nato con la Rivoluzione Industriale, cresciuto con il mito illusorio del progresso, divenuto tirannico nella sua crescita ossessiva tramite i veleni del marketing a spingere il più sfrenato materialismo, si è sviluppato con l’asservimento della politica a perseguire interessi sterili senza lungimiranza e pronto a farsi sempre dominare dal profitto, con la totale indifferenza verso la Natura e la costante celebrazione del divinismo umano che non può fermarsi, ragionare, fare autocritica minima in una sfrenata corsa al Capitale e ad un idilliaco quanto irreale paradiso futuro in cui la tecnologia sarà la panacea per tutti i mali e problemi di sorta. In questo Sistema, così visibile e invisibile al contempo, così terribile e spietato, Ted decide improvvisamente di non volerci più vivere. La sua scelta è radicale, il suo cambiamento profondo, la sua forza mentale lo spinge ad incarnare il suo credo, non si tratta di filosofia salottiera, di un opinionismo dell’oggi, lui persegue nell’azione, il pragmatismo d’un vivere antico che può ancora rappresentare un sano destino. In breve, abbandona la sua cattedra universitaria, i suoi titoli, i suoi colleghi, i suoi studenti, il suo stipendio, il suo vivere nel Sistema industriale e sceglie la Natura, la libertà, sceglie una piccola casetta nel selvaggio e sconfinato Montana. Sceglie l’autosufficienza, la lotta con gli elementi, la tranquillità e la combattività del selvaggio. Lì vive la sua vita idilliaca, senza riscaldamento, se non grazie a una piccola stufa alimentata a legna, senza acqua, se non presa direttamente dai limpidi corsi d’acqua che attraversano quei selvaggi territori, senza fast food o supermarket di sorta, ma procacciandosi il cibo in modo autonomo, selvaggina, cacciando in modo rudimentale, con arco, frecce, pescando nei corsi d’acqua più grandi, con qualche trappola. Quando scarseggia la carne, si ciba dei frutti vari che scopre nel sottobosco. Insomma, non è in villeggiatura, non è una moda passeggera, un atteggiamento alternativo di chi vuol divertirsi e conoscere un contesto mai provato prima, è un destino nuovo, una vita nuova, una nuova conquista per Ted. La famiglia non lo capisce, i colleghi non sanno assolutamente nulla di lui dopo che ha abbandonato il suo prestigioso ruolo e cattedra nel famoso Ateneo, ma Ted adesso è felice.
Ha dimenticato la fitta rete-prigione della burocrazia statale, il bombardamento ossessivo dei Mass Media, il controllo pervasivo delle Grandi Multinazionali in ogni campo umano, l’invadenza sempre più mortifera della propaganda Hollywoodiana, letteraria, giornalistica ad osannare la crescita industriale ed economica a discapito della vita naturale e della vivibilità umana, lui adesso è felice nella sua casetta, consapevole di non dover più sottostare alle leggi ed alle volontà malate del complesso industriale-militare, con le sue guerre e i suoi deliri innovatori che null’altro fanno che scoprire nuovi modi per uccidere o distruggere, manipolare, alienare gli esseri umani.
LA SCELTA DELLA LOTTA
Ma se Ted ha abbandonato il Sistema, il Sistema non ha abbandonato lui. Ed infatti anche lì, nella sua casetta, lo perseguita. Vi sono fabbriche di taglio del legno che abbattono decine di vecchissimi e stupendi alberi nella foresta, solo per un ossessivo business senza rispetto e senso. Rumorose motocross attraversano la foresta – in zone vietate al passaggio di veicoli – spaventando gli animali, distruggendo il sacro ambiente naturale, rompendo gli equilibri immacolati dell’ecosistema lì presente, vivente. Si parla continuamente di nuove fabbriche, di nuovi sviluppi tecnologici, di computer, di telecamere, di un futuro imminente dominato dalle macchine. Per Ted è troppo. Ma anche in quest’occasione non ha paura, non si tira indietro, decide di affrontare il Mostro. E vincerlo.
Lo combatte in modo non convenzionale, in modo incredibile. Spedisce per oltre 10 anni dei pacchi bomba ad obiettivi precisi, obbiettivi che ritiene responsabili, secondo il suo giudizio, della degenerazione del mondo attuale e fautori di un mondo prossimo infernale. Colpisce e fa vittime. Uccide tre persone e ne ferisce altre sei. Viene cercato, braccato, studiato per anni tramite profili dell’Intelligence. Nessuno riesce a prenderlo, a capire, non un indizio nei pacchi bomba, nessun’impronta, niente. Per anni. Si scatena il panico, ma il panico non alimentato dai Governi stavolta, dalle manovre pubblicitarie di paura e consumo, questo è terrore vero, l’angoscia di un attentatore ignoto ed imprevedibile, imprendibile. E molto intelligente quanto determinato. Poi il punto di svolta.
L’uomo chiede di essere ascoltato, dopo tutti quegli anni di anonimato, di imprendibilità, vuole che il suo testo (inviato poi alla Redazione del New York Times) venga pubblicato. Se ciò accadrà, gli attentati finiranno, ecco l’accordo e la promessa. Le agenzie di Intelligence, FBI e CIA, impazziscono.
LA PUBBLICAZIONE DEL MANIFESTO
Un contatto, una prima traccia, qualcosa da analizzare in profondità dopo anni di vane ricerche ed inconcludenti indagini. Il giornale, su consiglio del Governo, pubblica il testo.
Le forze di polizia e Intelligence pensano che sia la giusta strategia, fermeranno i suoi attentati e il suo testo – pubblicato a tiratura nazionale e mondiale – potrebbe fornire indizi a qualche lettore sull’identità dell’attentatore, cosa che poi si verificherà. Il testo di Theodore Kaczynski è di una forza spaventosa per le sue intuizioni, analisi, idee.
È un testo che ha rivelato la voce ribelle, anti-Sistema, di un uomo che in pochi anni, con quel suo scritto, si è rivelato poi un terrificante veggente, con una serie di riflessioni, idee, collegamenti storici, politici, filosofici che hanno determinato un cambio di coscienza profondo in relazione alla rivoluzione industriale, alla preservazione dell’ambiente, al valore delle nostre scelte, all’importanza di capire che cosa sia il dogma del progresso e così via. Il suo saggio si intitolerà “La Società Industriale e il Suo Futuro” ma sarà conosciuto ai più come “Il Manifesto di Unabomber”.
Impossibile da riassumere in poche parole, difficile non rimanerne affascinati e ammirati, inevitabile prendere coscienza che tale volume sia un punto di svolta, una lettura senza ritorno che ci apre nuove porte mentali e di coscienza per sentieri nuovi, vie al di fuori dalla pressa tecnologica e mass mediale, propagandistica del progresso e pressante delle multinazionali serve del capitalismo sfrenato dell’Industria.
È forse l’ultimo, grande testo, che unisce ambiente, società, progresso, manipolazioni del Potere, futuro, Storia, in un’unica, corposa, potente analisi che rappresenta, non una serie di domande a cui trovare risposte, ma un evidente e devastante punto interrogativo. Un punto interrogativo che – una volta letto il manifesto – non potremmo aggirare, ma soltanto affrontare.