
VITA PRIMA DELLA VITA
Storie vere di viaggi meravigliosi dentro la vita prima della nascita
Il termine reincarnazione, che significa rinascita o più esattamente ritorno dell’anima in un corpo di carne, è un appellativo recente, ma l’idea che rappresenta è molto antica: i filosofi già la definirono metempsicosi o migrazione dell’anima. La fede nella reincarnazione ha infatti origini lontane e la si ritrova presso i più diversi popoli della Terra, nonché nelle teorie dei grandi maestri, pensatori e filosofi di ogni tempo.
La teoria della reincarnazione sostiene che l’anima individuale è immortale, in continua evoluzione e sottoposta a numerose esistenze successive. Le azioni compiute in ciascuna esistenza determinano le vite seguenti, in modo tale che la nostra vita attuale è – in qualche modo – la conseguenza di quelle precedenti e la causa di quelle successive.
Le reincarnazioni avvengono, progressivamente, su vari piani, e l’esistenza individuale costituisce semplicemente un anello della catena, nella ruota karmica della vita e della morte. Solo quando avremo raggiunto la massima evoluzione come esseri umani potremo lasciare la ruota delle reincarnazioni. Tali principi, fatti propri da scuole, dottrine esoteriche e iniziatiche, religioni occidentali e orientali – come ad esempio Induismo, Giainismo, Sikhismo, Buddhismo, Antroposofia, alcune religioni africane – trovano particolare attenzione presso lo spiritualismo.
La nozione di reincarnazione – una volta ammessa e giustamente compresa – riveste l’esistenza, con le sue vicissitudini di fortune e di disgrazie, di una luce nuova: invece di ribellarci contro le prove della vita che sembrano ingiustificate, contro le disuguaglianze sociali e le ingiustizie, si comprende che il mondo è retto da leggi sagge e giuste, uguali per tutti. In effetti ammettendo per l’anima una sola vita non si può non notare una tremenda ingiustizia: beni materiali e abbondanza di tutto da una parte, indigenza e necessità dall’altra. Solo la legge di reincarnazione è in grado di eliminare ogni dubbio di arbitrarietà e ingiustizia da parte di un’entità supe- riore. Il concetto che l’anima, nel corso delle sue molteplici incarnazioni, raccolga i frutti dei suoi atti interiori e si liberi dei propri “debiti” appare logico e persuasivo. E qui al concetto di reincarnazione si integra quello orientale del karma, la grande legge dell’equilibrio e dell’armonia, la quale afferma che è la somma dei meriti e dei demeriti a determinare la condizione dell’essere nelle vite successive.
La dottoressa Helen Wambach (Ph.D. 1925-1986) è stata un’eminente psicologa americana, la quale decise di intraprendere una ricerca che usciva dai saldi confini della scienza per avventurarsi tra le sabbie mobili dell’occulto. Durante i suoi anni di docenza al Corso Introduttivo di Psicologia per matricole universitarie in un ateneo della California, dopo un lungo periodo di insegnamento si accorse che la professione, che svolgeva parallelamente, di psicoterapeuta era molto più interessante e stimolante: “Era sorprendente venire a conoscenza delle incredibili maniere con cui gli esseri umani affrontano i propri problemi: la meravigliosa unicità delle persone e le complesse maniere in cui esse tentano di interagire con il proprio ambiente hanno costantemente continuato ad affascinarmi.
All’opposto, le normali teorie psicologiche mi sembravano sempre più superficiali. Desideravo attingere a livelli più profondi ed esplorare aspetti della personalità della cui esistenza ero pienamente consapevole: la dimensione spirituale dell’uomo”.
Decise così di approfondire le sue conoscenze sulle vite passate e sulla reincarnazione, avvalendosi di ricerche scientifiche e dell’uso dell’ipnosi. A partire dalla metà degli anni ’60 Helen Wambach condusse per dieci anni un sondaggio sui ricordi di vite passate coinvolgendo circa 10.000 soggetti volontari. Faceva delle domande molto specifiche sulle epoche in cui le persone vivevano, sugli abiti, sulle calzature, sugli utensili, sui soldi che usavano o con cui venivano in contatto.
Gli esiti furono sorprendenti: “La fantasia e la memoria genetica non potevano spiegare i modelli emersi nei risultati. A eccezione di alcune, tutte le descrizioni di abbigliamento, calzature e utensili erano coerenti con i documenti storici”.
Il 50,6% delle vite passate riportate era di sesso maschile e il 49,4% era di sesso femminile: questo è esattamente in accordo con il dato biologico.
Il numero di persone che riportavano vite vissute all’interno di una classe sociale superiore o più confortevole era esattamente nella stessa proporzione delle stime degli storici nei riguardi della distribuzione in classi sociali del periodo.
Nel libro Vita prima della Vita sono stati selezionati alcuni di questi casi e sono descritte le risposte a domande quali: “Hai scelto tu di nascere?”, “Avevi già conosciuto la tua futura madre in una vita precedente?”, “Hai scelto tu il sesso per questa vita? In tal caso perché ti sei focalizzato sull’essere uomo/donna?”, “Quale obiettivo ti sei posto nel voler venire al mondo questa volta?”.
Helen Wambach, infatti, attraverso l’uso dell’ipnosi esplorò i ricordi di circa 750 persone. I soggetti di cui si avvalse nella sua ricerca erano persone che non erano mai state ipnotizzate in precedenza ed avevano credenze diverse rispetto alla reincarnazione: persone che volontariamente partecipavano in pratica a un esperimento di straordinaria entità. Ecco come lo descrive: “Avete scelto voi di nascere? Concedo solo cinque secondi ai miei soggetti per rispondere a questa domanda. Ho verificato che quanto più tempo concedo perché le risposte emergano alla mente, tanto più interferisce l’io cosciente. Quando le risposte nascono rapidamente sembrano derivare con tutta evidenza dall’emisfero destro o subconscio. Quando invece arrivano con lentezza, la mente conscia tende a speculare su quali siano le risposte giuste e a manipolare i concetti su basi razionali”.
Durante la lettura di questo testo si è spontaneamente portati a riflettere sul valore della vita e sulla percezione della morte. La nostra cultura e la medicina contemporanea sono indubbiamente rivolte alla conservazione della vita, in molti è diffuso un vero e proprio terrore della morte e la paura di morire è ciò che si nasconde dietro molte delle nostre fobie. Potremmo anche dire che è un timore sotteso a molte religioni, le quali nel tentativo di contenere questa paura hanno inventato concetti quali l’inferno, il paradiso, la reincarnazione. Durante le sedute di ipnosi portate avanti dalla dottoressa Wambach veniva chiesto ai partecipanti di rivivere la propria nascita e in seguito in sedute successive, veniva chiesto loro di concentrarsi su tre esperienze di morte in tre precedenti vite. Ovviamente erano tutti liberi di scegliere se farlo o meno, circa il 10% decise di evitare l’esperienza del decesso nelle vite precedenti, di questi il 2% evitò l’esperienza in tutti e tre i viaggi nelle vite passate.
Con grande meraviglia e conforto, per il 90% dei soggetti rivivere la propria morte nelle vite passate fu un’esperienza gradevole, qualcuno testimoniò che dopo questo “viaggio” aveva dissipato la propria paura della morte o dell’incoscienza.
Dei 750 soggetti intervistati l’81% affermò che la scelta di nascere era stata la loro, anche se era una scelta fatta con riluttanza e dopo aver ascoltato l’opinione di consiglieri. Il 19% riferì invece che era stata una scelta inconsapevole o che non era stato in grado di trovare una risposta alla domanda. Per quanto riguarda quelli che venivano definiti come “consiglieri”, il 51% dei soggetti affermava che erano stati più d’uno, il 10% di essi li identificava come persone facenti parte della vita attuale, a volte si trattava dei genitori, altre di parenti morti prima della loro nascita, altre ancora di persone conosciute successivamente nella loro vita attuale. L’elemento che interessò tantissimo la dottoressa Wambach fu che solo lo 0,1% affermava di essere stato guidato alla nascita da Dio o da qualche altra forma di divinità. Perfino coloro i quali avevano definito “spiriti-guida” quelli che li avevano spinti alla nascita, precisavano che questi non erano entità superiori, ma colleghi che non vivevano incarnati in un corpo prima che i soggetti intervistati fossero nati.
La conclusione di queste interviste fu che il 68% dei soggetti erano stati riluttanti, ansiosi o rassegnati di fronte alla prospettiva di vivere un altro ciclo, l’8% non forniva risposta a questa domanda e solo il 26% desiderava sperimentare un’altra vita e anzi l’avevano pianificata e si erano dati degli obiettivi che avrebbero raggiunto grazie all’aiuto da altre dimensioni.
Ecco alcune affermazioni di pazienti: “Sì ho scelto di nascere e intorno a me c’erano altri a darmi suggerimenti e consigli riguardo a questa vita, ma mi sarebbe piaciuto rimanere nell’altra energia. Però una volta che mi sono incarnato nel feto, ho anche provato una gran gioia di essere al mondo” (caso a-345). “Quando hai chiesto se sono stata io a decidere di nascere, il fatto è che io non volevo, ma sono stata convinta da un consigliere che avevo bisogno di aiuto e di illuminazione. Quando poi hai chiesto ciò che provavo all’idea di venire al mondo, mi è stato chiarissimo che proprio non volevo ed ero molto riluttante. Sapevo perfino che avevo tentato di provocare un aborto mentre stavo nell’utero” (caso a-434).
Tra le pagine del libro Vita prima della Vita si trovano tantissime testimonianze legate a esperienze diversissime tra loro, si sondano casi quali bambini adottati, nascite premature, parti cesarei, gemelli identici: “La mia gemella desiderava venire al mondo in questo periodo e mi ha detto di venire insieme a lei. Lei sembrava dover compiere un karma maggiore rispetto a me, o comunque era più desiderosa di andare. Io ho accettato di nascere insieme e abbiamo scelto dei feti gemelli. Io non sono entrata nel feto fino a poco prima della nascita e neppure lei l’ha fatto, poi siamo entrate e lei aveva una gran fretta di nascere. Io invece mi tenevo indietro e mi sentivo riluttante a venire al mondo. Poi mi sono resa conto che lei mi stava spingendo a muoverci insieme e a sbrigarmi”.
Tante sono state le testimonianze raccolte dalla dottoressa Wambach, una parte delle quali è stata riunita nel libro Vita prima della Vita, che aprì la strada, nel lontano 1979, a molte altre ricerche sulle vite passate. Diverse persone, come l’autrice stessa, hanno poi affermato: “Non credo nella reincarnazione. Lo so che esiste!”.